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giovedì 21 Novembre 2024
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Bialetti, due milioni di Moka Express ogni 12 mesi: dopo 90 anni resta ancora il metodo più economico, ecologico e sostenibile di preparare il caffè

Presente nelle collezioni permanenti del MoMA di New York e della Triennale di Milano, la Moka continua ad essere un oggetto di culto, amato da un pubblico trasversale, spesso sempre più attento all’ambiente e alla sostenibilità, come dimostrano i numeri: sono circa 2 milioni le Moka Express vendute nel mondo in un anno

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COCCAGLIO (Brescia) – Egidio Cozzi, amministratore delegato di Bialetti Industrie, non ha dubbi: “Il caffè preparato con la Moka è quello più democratico: con soli 0,07 centesimi si può assaporare una tazzina con una Moka da tre tazze. Ed è anche il metodo più economico ed ecosostenibile: la polvere esausta si getta nell’umido e non lascia traccia, non produce scarti. C’è differenza, anche di costo, con le capsule che variano tra 0,20 e 0,40”.

Un brand democratico e uno dei simboli dell’italianità nel mondo – la cui storia continua nella seconda parte dell’articolo, qui -, un connettore sociale. Cozzi si è espresso così nell’ambito di una presentazione dell’azienda anche per i 90 anni della Moka, “Ce n’è almeno una in tutte le case italiane e non soltanto” ed all’attività più generale di Bialetti nel settore del caffè: capsule, grani, macinato.

Egidio Cozzi
Egidio Cozzi amministratore delegato Bialetti industrie (foto Antinori)

La storia di Bialetti, icona globale del caffè e simbolo del vivere italiano, si inserisce nel solco della creatività, del talento, dell’intuizione e dell’intraprendenza: un insieme capace di fare la differenza in innumerevoli campi. L’universo Bialetti rappresenta una esperienza unica nel mondo del caffè: con una storia di oltre un secolo, l’azienda – fondata nel 1919 dal genio di Alfonso Bialetti – nei decenni ha consolidato sempre più il proprio ruolo di player di primo piano nel settore grazie a quell’approccio rivoluzionario e innovativo che da sempre la contraddistingue.

Il 2022 chiuso a 159 milioni, conti 2023 in crescita

Da notare che nel 2022 il gruppo ha chiuso i conti a 159 milioni di euro. Ma i conti del 2023 sono in significativa crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono stati di 163,3 milioni (+5,7%), trainati soprattutto dalle vendite di caffè macinato e in capsule (+13,5%). L’Ebitda arriva 7,7 milioni (+1,1 milioni. + 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Tuttavia l’indebitamento finanziario rimane significativo: 113,1 milioni al 30 giugno 2023.

L’iconica Moka Express di Bialetti che nel 2023 copie 90 anni

Moka original
Il modello originale della prima Moka del 1933

Nel 1933 nasce l’iconica Moka Express, progetto destinato a rivoluzionare per sempre un semplice gesto quotidiano come preparare un caffè e che proprio quest’anno celebra i suoi 90 anni.

Presente nelle collezioni permanenti del MoMA di New York e della Triennale di Milano, la Moka continua ad essere un oggetto di culto, amato da un pubblico trasversale, spesso sempre più attento all’ambiente e alla sostenibilità, come dimostrano i numeri: sono circa 2 milioni le Moka Express vendute nel mondo in un anno (40% Italia, 60% Estero), secondo i dati di bilancio al 31.12.2022.

moka express
Moka Express (immagine concessa)

Dalla Moka Express e da una conoscenza così longeva del mondo del caffè il percorso di evoluzione di Bialetti ha portato negli anni verso un innovativo sviluppo della gamma dei prodotti – con l’estensione della progettazione e della produzione delle macchine espresso – fino ad arrivare nel 2010 alla nascita della torrefazione e al lancio della linea di capsule per macchine espresso I Caffè d’Italia.

Moka induzione
Il nuovo modello della Moka che funziona anche sulle piastre a induzione

La produzione di caffè rappresenta un tassello fondamentale nella storia di Bialetti: grazie a un consistente lavoro di ricerca e sviluppo l’azienda in pochi anni è riuscita a mettere a punto un processo di cui è in grado di curare internamente tutte le fasi della torrefazione: dalla selezione dei chicchi alla tostatura, dalla macinatura al degasaggio, fino all’imballaggio finale.

Il caffè Bialetti nasce, quindi, da un metodo specifico e attentamente studiato, il Metodo Bialetti appunto, che permette di ottenere miscele uniche e inconfondibili, capaci di offrire una vera esperienza italiana ad ogni tazzina; un caffè che si distingue per qualità e gusto eccellenti.

Moka Dolce & Gabbana
La Moka Dolce & Gabbana con i colori tipici del carretto siciliano

Il 2021 poi segna una nuova svolta: Bialetti presenta Perfetto Moka, il primo caffè macinato pensato appositamente per la Moka. La macinatura è attentamente studiata per garantirne un’estrazione impeccabile e ottenere quindi in tazza un ottimo caffè, corposo e cremoso.

Il Gruppo Bialetti

Il Gruppo Bialetti, presente in tutti i 5 continenti e operante in oltre 90 Paesi nel mondo è attivo nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti all’houseware e in particolare di tutti i prodotti a marchio “Bialetti”.

Moka express catena di montaggio
La catena di Montaggio completamente robotizzata della Moka Express (foto Antinori)

Il Gruppo, che fa capo alla società Bialetti Industrie S.p.A, ha il proprio quartier generale a Coccaglio, in provincia di Brescia, e consta di 2 stabilimenti produttivi, di 1 filiale per la gestione della rete retail in Italia e di 6 filiali commerciali situate in Francia, Germania, Turchia, Giappone, Stati Uniti e Australia, per un totale di 1.026 dipendenti, di cui 668 in Italia e 358 all’estero*.

La filiale retail, cui fanno capo 500 lavoratori, gestisce una rete di oltre 100 negozi sul territorio italiano e vive oggi un percorso di evoluzione, che fonda le sue radici nell’heritage della marca, ma che guarda alle sfide del futuro con l’ambizione di voler diventare un riferimento nel mondo del caffè.

L’obiettivo è far vivere al pubblico un’esperienza immersiva alla scoperta di tutte le proposte del ricco catalogo Bialetti, brand che da oltre 90 anni dà il buongiorno agli italiani e che ha di fatto creato il rito del caffè con la Moka, oggi famoso in tutto il mondo.

flagship bialetti
Il flagship store Bialetti in Via Mercato-Piazza del Duomo a Milano

Tra i driver di espansione della rete retail il ruolo principale è giocato dal franchising Bialetti: un progetto che dà l’opportunità a imprenditori e giovani investitori di entrare a far parte di una solida realtà imprenditoriale. Bialetti ha lanciato il progetto franchising a fine 2021 e ad oggi conta 15 negozi aperti in affiliazione, puntando a raddoppiare questo numero entro la fine del 2024.

Nell’esercizio 2022 il Gruppo ha conseguito ricavi pari a 152,9 milioni di euro (65% Italia, 35% resto del mondo) con un incremento del 3,9% rispetto all’esercizio 2021, secondo la relazione finanziaria annuale Bialetti (31 dicembre 2022)

La storia della Bialetti

La nascita dell’azienda e l’invenzione della Moka Express

• Nel 1919 Alfonso Bialetti apre a Crusinallo, frazione di Omegna (Verbania), un’officina per la produzione di semilavorati in alluminio.

Nel 1933, grazie ad una geniale intuizione Alfonso Bialetti crea la prima e originale Moka Express, invenzione destinata a rivoluzionare per sempre il modo di preparare il caffè a casa. L’obiettivo di Bialetti era portare nelle case degli italiani un caffè buono come quello del bar, creando al contempo un oggetto semplice e facile da usare. Per questo per realizzarlo sceglie l’alluminio: un materiale leggero, resistente e all’epoca sinonimo di modernità.

Moka brevetto
Il disegno per il deposito del brevetto della Moka nel 1933

• L’innovazione della Moka consiste nella creazione di un nuovo meccanismo di funzionamento rispetto ai modelli di caffettiere all’epoca esistenti – la Napoletana e la Milanese –, che presentavano un sistema basato sulla forza di gravità. Per il funzionamento di Moka Express Bialetti si ispira alla lisciveuse (antenata della lavatrice) creando di fatto un piccolo ma efficiente sistema a pressione, grazie al quale l’acqua bollente, risalendo dalla caldaia attraverso il filtro a imbuto incontra il caffè macinato, fondendosi con esso e trasportandolo fino al raccoglitore.

All’inizio la fusione della Moka si faceva a mano

• Il nome viene scelto in onore della città di Mokha in Yemen, una delle prime e più rinomate aree di produzione del caffè, mentre ad ispirare l’iconica forma ottagonale della Moka – rimasta pressoché invariata nei decenni – si narra fu la silhouette della moglie stessa di Alfonso: il capo, le spalle larghe, la vita stretta, un braccio sul fianco e una gonna plissettata…

La fusione della Moka originale

Risale agli anni ’50, invece, l’introduzione sulla Moka Express del celeberrimo Omino coi baffi. Nato dalla matita del fumettista Paul Campani e ispirato alla figura di Renato Bialetti – figlio di Alfonso – l’Omino coi baffi diventa simbolo dell’azienda stessa ed è ben presto applicato a tutti i prodotti Bialetti.

• Sempre a partire dagli anni ’50, grazie a una strategia pubblicitaria avanguardistica e a un sapiente piano di esportazioni, Moka Express inizia ad affermarsi come elemento irrinunciabile delle case italiane e al contempo come simbolo del Made in Italy in tutto il mondo.

• Oggi, a distanza di 90 anni dalla sua ideazione, Moka Express è ormai un’icona indiscussa del patrimonio culturale italiano. Un’invenzione, inserita nelle collezioni permanenti del MoMa di New York e del Triennale Design Museum di Milano, con la quale Bialetti ha scritto la storia del rito italiano del caffè.

• La Moka, inoltre, si afferma come uno tra i modi più sostenibili di preparare il caffè e oggi riscontra un rinnovato amore da parte del pubblico proprio per la sua identità rispettosa dell’ambiente. La Moka infatti è realizzata in alluminio – materiale riciclabile infinite volte – il suo utilizzo non produce scarti (a eccezione dei fondi di caffè compostabili), e per lavarla non servono detergenti, ma solo acqua tiepida.

Gli sviluppi: anni ‘90

• Nel 1993 Rondine, azienda leader nella produzione di pentolame antiaderente, acquisisce l’intero capitale sociale della Alfonso Bialetti & C. Vocazione alla qualità e costante spinta innovativa rappresentano gli elementi di comunione delle due realtà e le premesse che spingono Francesco Ranzoni, fondatore di Rondine e attuale Presidente del Gruppo Bialetti, a procedere con l’acquisizione.

• Circa cinque anni più tardi, Rondine e Alfonso Bialetti & C. si uniscono e nasce Bialetti Industrie, con sede a Coccaglio, in provincia di Brescia.

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