MILANO – Il futuro è già qui, e sarà fatto di bevande ai funghi? Sono già tre le aziende che hanno deciso di specializzarsi in tè e cioccolate al sapore di testa di leone, di chaga, d reishi e di cordyceps. Del resto, con tutta l’ondata-bio che ha sommerso i negozi e i ricettari, i funghi medicinali non potevano mancare.
E allora come si può non bere un bel tè alla testa di leone, in grado di migliorare la memoria, aiutare la concentrazione? O ignorare il caffè al chaga, antiossidante e anti-infiammatorio?
E il reishi, che funziona meglio di una camomilla? O il cordyceps, che dà più energia del caffè? A parte tutto, sono rimedi molto antichi, adottati da secoli (e poi spariti dalla circolazione) e serviti caldi, anzi bollenti, in speciali zuppone da sciamano.
La novità è che adesso le stesse proprietà nutritive – cioè gli stessi funghi – possono essere assunti in modi più gradevoli e non c’è bisogno di andare dallo stregone del villaggio ma in un semplice supermercato.
Il mercato, dicono gli esperti, sarebbe anche pronto. Certo, ci sono difficoltà di tipo burocratico: prima di tutto, tutte le qualità benefiche dei prodotti, non essendo certificate, non possono essere indicate sul packaging. È una delle difficoltà principali da superare.
Il fungo chaga, poi, in Europa è un cosiddetto “novel food” (come gli insetti), per cui può essere distribuito solo in forma di polvere o di estratto. Insomma, non proprio il massimo.
Non è un caso che, come spiega Lari Laurikkala, dell’azienda Four Sigmatic, che si occupa di bevande al gusto di chaga, “il mercato più veloce è quello statunitense. In Europa la crescita è ancora molto limitata”.
Prima di loro ci sono arrivati quelli di Sayan Health, che invece ci lavora dal 2007 ed è riuscita a spacciare i suoi funghi in 52 Paesi, con tanto di crescita nelle vendite (certo, si parla comunque di numeri molto bassi).
Insomma, saranno anche benefiche per la salute, ma la domanda è un’altra: sono buone queste tisane ai funghi? Il chaga, per fare un esempio, deriva dalla tradizione popolare russa e scandinava, avrebbe diverse proprietà curative – tanto che per lo scrittore russo Solgenitsin, nel suo Padiglione Cancro, avrebbe addirittura il potere di curare il cancro.
Il sapore è dolceamaro, visto che sono presenti elementi come l’acido vanillico, che lo fa somigliare a una muffa. Nulla che, con una buona dose di aromi non possa essere corretta.