MILANO – Parliamo di caffè d’orzo, anzi di bevande a base d’orzo. Un succedaneo che molti consumano non potendo bere caffè per motivi di salute. Su questa bevanda esistono molti luoghi comuni e falsi miti, che la descrivono come dannosa per l’organismo. Cerchiamo dunque di fare chiarezza e sgombrare il campo da informazioni inesatte o sbagliate.
Assunto moderatamente (2-3 tazze al giorno), il caffè d’orzo non ha particolari controindicazioni. Ma i benefici di questa bevanda si concentrano soprattutto su cosa “non fa”, piuttosto che su “cosa fa”.
A differenza del caffè normale, la bevanda a base d’orzo non è un eccitante, perché non contiene chiaramente caffeina. Ulteriore virtù: al pari del caffè ha pochissime calorie e pochi grassi, se bevuta in purezza. Un’importante controindicazione: non è adatta ai celiaci, poiché l’orzo è un cereale e contiene glutine.
Il caffè d’orzo contiene quantità minime di acrilamide. La sostanza si forma a partire dall’amido dei chicchi d’orzo quando, questi vengono sottoposti alle alte temperature necessarie all’estrazione.
Ma la concentrazione è molto bassa e non tale da essere nociva, se ci si limita a qualche tazza al giorno.
Il caffè d’orzo è una bevanda antichissima: era diffusa già ai tempi dei romani, che ne apprezzavano le qualità energizzanti. In effetti è ricca di amido, che dà energia senza essere un eccitante come la caffeina, ma anche di vitamine e sali minerali.
In conclusione, potete concedervi due o tre tazze di orzo al giorno senza tanti pensieri. A maggior ragione se trovate piacevole il gusto di questa bevanda.
Se il problema è invece la caffeina ricordatevi sempre che esiste il caffè decaffeinato, con una vastissima gamma di prodotti ottimi e consumabili senza controindicazioni.