MILANO — Nuove ricerche scientifiche sfatano la convinzione di molti secondo i quali il caffè fa dimagrire. Bere caffè a colazione, in effetti, aiuta a tenere a freno momentaneamente l’appetito. Tuttavia, l’effetto viene meno nel prosieguo della giornata.
Smentendo così l’idea che la nera bevanda possa essere un efficace soppressore della fame efficace.
La riprova giunge da un esperimento compiuto dalla ricercatrice Leah M. Panek-Shirley dell’Università di Buffalo negli Stati Uniti.
Colazione a buffet
Per un mese, cinquanta adulti in buona salute (età compresa tra 18 e 50 anni) hanno fatto colazione in un laboratorio anziché al bar. Qui veniva poi loro servita una bevanda, di cui ignoravano la composizione, che poteva contenere il corrispettivo in caffeina di circa 100 o 200 mg di caffè. O, in alternativa, essere priva di caffeina.
Passati 30 minuti dall’assunzione, venivano quindi invitati ad una ricca colazione a buffet. Qui, potevano mangiare a piacimento. Sia la colazione che i vari pasti successivi, dovevano essere scrupolosamente annotati in un questionario.
I risultati
I risultati dell’esperimento indicano che, dopo aver assunto la bevanda con il massimo contenuto di caffeina, i partecipanti consumavano circa 70 calorie in meno durante la colazione rispetto a chi avesse assunto quantità minori o nessuna caffeina.
Buone notizie per chi deve mettersi a dieta dunque?
Non proprio. Perché l’effetto si è rivelato di breve durata. Le poche calorie risparmiate a colazione venivano infatti compensate nei pasti successivi della giornata. Inoltre non sono emerse differenze significative nell’appetito in base alle quantità di caffeina assunte. Né si sono riscontrati effetti in funzione del diverso indice di massa corporea dei soggetti partecipanti.
Mangiare bene
Sostiene l’autrice della ricerca, Leah M. Panek-Shirley: “La caffeina frequentemente si aggiunge agli integratori alimentari. Con la motivazione che sopprime l’appetito e facilita la perdita di peso.
Questo studio rigoroso, riafferma l’importanza delle buone abitudini alimentari; evitando così di ricorrere a pratiche non supportate da riscontri scientifici o non salutari per per perdere peso”.