MILANO – L’arrivo di Starbucks è stato celebrato con l’inaugurazione della Reserve roastery di Piazza Cordusio il 6 settembre. Le porte del caffè americano sono state aperte a Milano, ma si tratterà poi davvero di un’apertura effettiva a nuovi modi di intendere l’espresso? Bere caffè in Italia è più di una tradizione, è quasi una religione. Difficile scardinarla a colpi di Wi-fi e Aeropress. Per ricordarci che la tazzina è un’istituzione dura a morire, riportiamo questo articolo, anzi, un decalogo, pubblicato dal Daily Telegraph. con la firma di Lee Marshall. Il quotidiano conservatore britannico, ha illustrato in dieci pratici punti, che cos’è il rito del caffè nel Bel Paese.
Bere caffè in Italia: un’abitudine intoccabile
1.Il latte si versa solo la mattina
Si comincia con una regola lapalissiana che troppo spesso i turisti non rispettano. Il latte nel caffè si versa solo la mattina, mentre cappuccino, caffellatte, latte macchiato o qualsiasi forma di latte sono sempre «proibite» dopo un pasto.
«Gli italiani rabbrividiscono al pensiero di tutto quel latte caldo bevuto a stomaco pieno. – scrive il giornalista Lee Marshall -. Un mio amico americano che ha vissuto a Roma per molti anni continua, consapevolmente, a infrangere questa regola. Ma ha almeno imparato a chiedere scusa al barista».
2. Rispettare la tradizione
Il caffè in Italia è l’espresso. Ci sono solo due eccezioni tollerate nel Belpaese: a Napoli il caffè alla nocciola e a Milano quello marocchino. Bisogna sapere rispettare la tradizione.
3. Non chiamatelo espresso
Nessun italiano va al bar e ordina «un espresso». I cittadini del Belpaese chiedono sempre e solo «un caffè».
4. Il caffè doppio è inusuale
Si può ordinare un caffè doppio (un doppio espresso) se lo si desidera – taglia corto Marshall. – ma bisogna sapere che non è un’abitudine italiana. Gli italiani bevono molto caffè, ma lo fanno in piccole dosi regolari.
5. Ordinare a voce alta
Se il barista dà le spalle o è impegnato – scrive Marshall. – bisogna ordinare senza troppi problemi il caffè a voce alta e poi pagare alla cassa.
6. In stazione o al mare fai prima lo scontrino
Se però ci si trova al bar della stazione o in una località turistica e c’è molta gente al bancone, è possibile che il barista urli «scontrino». Per evitare di tornare indietro, meglio pagare prima e mostrare la ricevuta.
7. In piedi al bancone
Il caffè si prende in piedi al bancone del bar. Ci si siede solo se c’è una buona ragione: «Il caffè è una droga piacevole – scrive Marshall. – ma resta sempre una droga, da buttare giù in un attimo».
8. A qualcuno piace caldo
Bisogna aspettare qualche secondo che il caffè raggiunga una temperatura adeguata per poter essere buttato giù in un sol colpo. Se si preferisce farsi bruciare le labbra e la lingua o far saltare la schiuma dal cappuccino nel vano tentativo di raffreddarlo, si può sempre chiedere un «caffè bollente» (in italiano nel testo).
9.Le varianti
Di rado ci si può concedere delle piccole variazioni rispetto alla Santissima Trinità del caffè (espresso, cappuccino e caffellatte). Ecco le uniche varianti ammesse: caffè macchiato o latte macchiato. (un espresso con un goccio di latte o un latte caldo con un pizzico di caffè – sempre e solo la mattina);
il caffè corretto (espresso «corretto» con una sorsata di brandy o grappa – amato dai lavoratori molto mattinieri); caffè freddo o cappuccino freddo (espresso o cappuccino ghiacciato). Infine si può chiedere anche un caffè lungo o un caffè ristretto se si desidera più o meno acqua nel l’espresso.
Tutto il resto è eresia
«Qualunque altra cosa che potresti aver sentito sul caffè italiano – conclude Marshall – è un’eresia».