TRIESTE – Produzione, export, formazione e importanti collaborazioni che continuano nel tempo: la Bazzara, storica torrefazione triestina sita in centro città, e i giovani della Società Venjulia Rugby Trieste A.s.d. continuano insieme la loro avventura ufficializzando il rinnovo di una partnership nata per condivisione di vedute.
Bazzara insieme a Venjulia Rugby
Un binomio che non poteva mancare e che sta particolarmente a cuore all’azienda, la collaborazione è infatti già giunta al secondo anno e se prima Bazzara era exclusive partner della categoria Under 17, quest’anno amplia il suo supporto sostenendo anche le categorie della seniores maschile FIRSTXV e Under 19 proprio in virtù di una grande intesa e comunanza di valori con la società sportiva giuliana e con il mondo del rugby in generale.
Determinazione, spirito di squadra, rispetto, lealtà e inclusione: sono gli esemplari valori fondanti di questo sport condivisi dalla Bazzara, portati avanti con grande coesione e senso di appartenenza dai ragazzi del Venjulia.
Bazzara crede molto nello sport, “abbiamo sempre detto – dichiara Franco Bazzara, presidente della torrefazione – che il rugby ci appassiona soprattutto perché lo riteniamo una buona palestra di vita. È uno sport caratterizzato da fair play, duro allenamento, strategia, sana combattività, voglia di festeggiare tutti insieme dopo la gara”. Un approccio che la Bazzara condivide come azienda anche nel mondo del caffè e del lavoro in generale, ecco perché ha scelto di diventarne sponsor esclusivo per la realizzazione di diverse e interessanti iniziative.
“Sono molti gli elementi che accomunano il rugby alla nostra vision aziendale – spiega Mauro Bazzara, ceo dell’azienda – tra questi, immancabili i valori onestà e lealtà”. Un altro degli obiettivi che l’azienda persegue da sempre nel suo lavoro di comunicazione è quello di “fare rete” tra professionisti e appassionati. Ecco che anche in questo modo la Bazzara vuole celebrare il rugby triestino sponsorizzando le tre categorie e per permettere allo sport di mostrare il grande valore condiviso dell’ ‘unione che fa la forza’.
Il rugby e il caffè
“Il rugby insegna che per raggiungere la meta c’è bisogno di tanto duro lavoro. – continua Franco Bazzara – Insegna che va allenato il corpo ma anche il cervello, perché servono potenza così come strategia e autocontrollo. E che nessuno riesce a fare niente da solo: il gruppo, la comunità, sono fondamentali. Insieme e con determinazione si superano gli ostacoli e si raggiungono gli obiettivi: è il senso della vita, ed è ciò che ogni giorno cerchiamo di fare nella nostra azienda, un gruppo unito che dà sempre il massimo”.
Il rugby è una disciplina sportiva molto fisica ma assolutamente non violenta, spettacolare ma mai brutale, dove il rispetto dell’avversario è fondamentale. Richiede determinazione e collaborazione fra compagni di squadra, senza protagonismi individuali.
Ogni giocatore è importante, dal primo all’ultimo. Principi che rispecchiano lo spirito da sempre dimostrato dalla Bazzara, nel promuovere progetti inclusivi e un senso di appartenenza a un comparto produttivo ricco di tradizione.
“In questo sport ci si scontra ma ci si guarda negli occhi e, dopo la competizione, ci si abbraccia e si va insieme a ridere e scherzare. – dice Mauro Bazzara – Trovo che questo senso di amicizia e lealtà caratterizzi il mondo del rugby così come quello del caffè, uno dei pochi dove il valore della parola è rimasto tale e dove fra aziende concorrenti si è creato un rapporto simile a quello tra squadre rivali che però si rispettano perché hanno sofferto, lottato e pianto assieme”.
Il rugby può essere per i ragazzi una genuina educazione alla socialità: sviluppa lo spirito di gruppo, la disciplina, la capacità di gestire la propria aggressività e di comportarsi con responsabilità. “Forma un carattere forte in un fisico forte. Ti insegna a superare le difficoltà della vita – conclude Franco Bazzara – e come azienda supportiamo il rugby a Trieste perché si tratta di una possibilità di crescita sana che possiamo offrire ai nostri figli e anche a noi stessi”.