TRIESTE – Sono solo quattro lettere che hanno portato alla vertenza che vede le due aziende contrapposte: da un lato una
realtà artigianale italiana che esporta miscele di caffè, dall’altro un colosso spagnolo dal valore di centinaia di miliardi di euro di capitalizzazione in Borsa molto noto nel mondo della moda.
Questa è la singolare vicenda che vede le due imprese coinvolte in una battaglia legale a tutela dei rispettivi marchi, nonostante esse operino in settori merceologici del tutto differenti, comunicando e promuovendo valori e concetti diversi tra loro, e pur non essendo due aziende concorrenti.
Il colosso spagnolo titolare del marchio Zara, e il cui titolare Amancio Ortega Ganoa, ribatezzato da molti proprio Mr. Zara, è proprietario del Gruppo Inditex, (marchi Zara, Zara Home, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, e Uterqüe) è gli uomini più ricchi del mondo, proprio non riesce a digerire quelle quattro lettere che i due marchi hanno in comune e teme possano rappresentare una minaccia da cui doversi difendere ben al di là del settore merceologico del food & beverage.
Secondo i legali di Zara, le due consonanti e le due vocali che il cognome dei titolari di Bazzara S.r.l. e il marchio spagnolo condividono potrebbero portare a una situazione di confusione tale da pregiudicare il buon nome dell’azienda spagnola.
Uno degli aspetti più singolari della vicenda è che da parecchi anni Franco e Mauro Bazzara promuovono azioni finalizzate a fare rete all’interno del comparto caffeicolo italiano allo scopo di individuare strumenti e strategie condivise dagli operatori del settore.
Proprio per contrastare la scalata dei grandi colossi internazionali sul mercato del caffè: da sempre prodotto annoverato tra le eccellenze triestine e del made in Italy.
La Bazzara S.r.l., assistita dall’avvocato triestino Andrea Piras, dovrà ora prendere posizione rispetto alle pretese avanzata dai legali di Zara, fornendo all’Euipo, che è l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, gli elementi per valutare se accogliere o meno l’opposizione presentata dalla società spagnola.
La decisione dell’Ufficio europeo sulla vertenza è attesa entro la prossima estate.
Per la cronaca, l’organizzazione europea Euipo, che fu fondato nel 1994, ha sede proprio in Spagna, ad Alicante come il colosso Zara che ha sede invece a Arteixo, sempre nel paese iberico.
Chi è il titolare di Zara, l’uomo più ricco del mondo, più di Bill Gates, secondo Forbes
Lo spagnolo Amancio Ortega Ganoa, ribatezzato da molti Mr. Zara, proprietario del Gruppo Inditex, (Zara, Zara Home, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, e Uterqüe) grazie all’impennata di valore delle sue azioni aveva rubato lo scettro al Fondatore della Microsoft, Bill Gates, arrivando in cima alla classifica dei “paperoni”.
È successo anche nel settembre del 2016 (oggi entrambi sono stati superati in classifica da Jeff Bezos patron di Amazon) quando il Re della moda low cost, che possiede un patrimonio di 79,5 miliardi di dollari, uno in più rispetto a Gates, strappò lo scettro all’americano.
Un traguardo non da poco, soprattutto se pensiamo che lo spagnolo Ortega, classe 1936, a differenza del suo rivale, proviene da una famiglia umile. Inizia a lavorare a 14 anni come fattorino in una sartoria della città in cui crebbe. E dove tuttora risiede, La Coruña, (sede principale del suo Gruppo).
Dopo una lunga gavetta e aver sposato Rosalia Mera, di mestiere modellista, ottiene un fido. E fonda così Confecciones GOA, azienda che produce e vende biancheria, pigiami e vestaglie.
Il marchio Zara spunta nel 1975
Nel 1975 ecco spuntare il primo Zara. Otto anni dopo i negozi sono 9, sparsi in tutta la Spagna. Quello che avviene dopo, ormai è storia. Il diffondersi a macchia d’olio dei suoi store in tutto il mondo e il successo tutto in ascesa del fast fashion. Di cui Ortega è senza dubbio un vero pioniere.
Il segreto di questo trionfo?
Battere sul tempo la concorrenza. All’inizio degli anni duemila i suoi competitors, come Gap o H&M, impiegavano circa 5 mesi per portare a termine l’intero processo di design, produzione, distribuzione e vendita; a Zara bastavano tre settimane.
Questo ha fatto sì che il Gruppo Inditex riuscisse a risparmiare in termini di stock e spazio di magazzino.
Ma soprattutto a soddisfare nel migliore dei modi la richiesta incessante di nuovi prodotti all’ultima moda da parte dei consumatori.
Di lui si sa poco o niente. Non ama rilasciare interviste, le sue foto sono una rarità e il suo nome ai più non dice nulla. Per chi, come lui, è estremamente riservato, un motivo in più per festeggiare.