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giovedì 21 Novembre 2024
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Battaglia legale per le finte cialde Nespresso: Nestlé vince contro Denner

Nicole Schöwel, portavoce della catena discount elvetica: "Ci difenderemo con tutti i mezzi giuridici. Abbiamo fiducia e speriamo in una rapida decisione"

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MILANO – È ufficiale: il tribunale si schiera con Nestlé nel suo scontro contro Denner. Le cialde della catena discount elvetica erano compatibili con le macchine del caffè Nespresso con un particolare degno di nota: costavano la metà. Le cialde dovranno quindi essere sostituite. Riportiamo di seguito l’articolo pubblicato su Varese News.

Nestlé vince la battaglia legale contro Denner

MILANO – Le cialde erano compatibili con le macchine del caffè Nespresso (ma costavano la metà) e per questo erano andate a ruba dagli scaffali della Denner, una catena discount elvetica appartenente al gruppo Migros. Ma le cialde prodotte dall’azienda Alice Allison (prima Ticinese e che ora ha sede nei Grigioni) dovranno essere ritirate dal commercio. Lo ha deciso il tribunale di San Gallo che con la sua sentenza ha dato ragione alla Nestlé che aveva dichiarato battaglia alla concorrente del caffè.

La Denner, principale distributrice di questo tipo di cialde, avrà ora dieci giorni di tempo per prendere posizione sulla decisione del tribunale del commercio. “Ci difenderemo con tutti i mezzi giuridici”, ha dichiarato all’Agenzia telegrafica svizzera Nicole Schöwel, portavoce della Denner.

“Abbiamo fiducia e speriamo in una rapida decisione”, ha aggiunto, precisando che prima del lancio delle capsule è stata analizzata la situazione legale. A infastidire la Nestlè, numero 1 degli alimentari e del caffè nel mondo, dovrebbero essere stato il successo delle imitazioni.

L’offerta di Denner

La catena di discount svizzeri offriva, dal dicembre scorso, ben quattro tipi di capsule (Denner Expresso Milano, Denner Ethiopian Dream, Denner Indian Summer e Denner Dolce Vita) al prezzo di lancio di 0,25 franchi l’una, 0,20 centesimi di euro, quasi la metà di quelle amate da George Clooney.

La fama di questo prodotto e dell’azienda produttrice era in forte crescita grazie anche al passaparola su Internet e sui media locali. Ora però le notizie sono di tutt’altro tenore: sembra che per l’azienda Alice Allison le conseguenze della decisione della corte saranno drastiche.

Il fondatore e direttore tecnico, Giovanni Alberti, ha espresso alla Radio della Svizzera italiana l’intenzione di licenziare i suoi 25 dipendenti: “Al momento dobbiamo sospendere tutte le attività produttive. Riteniamo che quella decisa dal tribunale sia una misura estrema, del tutto sproporzionata”.

Ancora secondo le prime informazioni soltanto una piccola parte della produzione dovrebbe rimanere attiva, quella che riguarda la vendita in internet di capsule vuote, riutilizzabili e da riempire con polvere di caffè. Che già da tempo propone anche un produttore spagnolo.

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