ROMA – Lo stop ufficiale per la modalità di smartworking per i dipendenti statali è una ventata d’aria fresca per tutti i pubblici esercizi di cui avevano di sicuro bisogno. Fiepet Confesercenti ha stimato che il ritorno al consumo fuori casa di questi lavoratori potrebbe portare a un incremento di 30 milioni negli incassi dei gestori rispetto al medesimo arco temporale dell’anno scorso. Leggiamo qualche dettaglio in più dall’articolo di Lilli Garrone su roma.corriere.it.
Fiepet: la stima dei prossimi incassi
Dopo l’annuncio del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta (solo il 15 per cento degli statali resterà in smartworking) esultano bar e ristoranti. E il presidente della Fiepet Confesercenti, Claudio Pica, prevede che per fine settembre-primi di ottobre incassi superiori di oltre 30 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Su che base fate questo calcolo?
«Perché se si arriva solo al 15 per cento di lavoro da remoto, significa il reinserimento negli uffici di gran parte dei dipendenti pubblici e privati: su questa base calcoliamo un aumento degli incassi di 30 milioni rispetto al 2020».
Quindi come avete più volte lamentato lo smart working vi ha danneggiato molto?
«Sì, perché sono mancati soprattutto gli impiegati che vanno a consumare nei pubblici esercizi. Per moltissimi bar e ristoranti il protrarsi del lavoro a casa ha significato perdite fino al 70 per cento. Un esempio? Un bar in corso d’Italia senza i dipendenti degli uffici incassa ancora solo il 30 per cento rispetto ai mesi pre Covid».
Quindi tavolini in gran parte vuoti: solo in centro oppure anche in altre zone della città?
«Il centro storico è sicuramente quello che ne ha risentito di più. È stato così in tutte le zone con massicce presenze di uffici, come Eur, Ostiense e Garbatella. Questo cambiamento potrebbe portare non solo a vantaggi al settore della ristorazione, ma anche a una ripartenza del commercio dei negozi tradizionali che in questi mesi hanno sofferto pesantemente l’assenza di migliaia di persone nelle zone centrali di Roma».
Si potrebbe così tornare ai guadagni di prima della pandemia secondo Fiepet?
« Per arrivare ai dati pre Covid servirebbe la presenza del turismo internazionale. Oggi invece è solo mordi e fuggi. Ci auguriamo che nel mese di ottobre possano tornare molti visitatori dall’estero nella nostra bellissima città».
E avete allora delle previsioni per i prossimi mesi?
«I nostri dell’Assohotel sono più pessimisti di Federalberghi che prevede la riapertura di altri 200 hotel per settembre. Ma tutti auspicano che le istituzioni facciano finalmente quell’attività promozionale di Roma e di tutto il Lazio».
Ma quali erano i guadagni pre Covid?
«Prima della pandemia i locali dei quartieri centrali della città incassavano otto milioni al giorno. Adesso siamo sui cinque. Con la ripresa del lavoro in presenza contiamo su almeno due milioni di euro in più al giorno.
E come è andato alla fine il mese di agosto?
«Dal 20 in poi una ripartenza c’è stata: in percentuale solo agosto rispetto all’anno scorso ha visto un aumento complessivo del 18 per cento. E anche l’inizio di settembre è stato positivo con un aumento del 22 per cento. Adesso auspichiamo che la riapertura delle scuole, in sicurezza e con tutti gli alunni in classe, possa dare quell’ulteriore impulso a bar e ristoranti: soprattutto alle colazioni al bar. E lo stesso aumento del traffico è un auspicio di ripresa».
Ci sono state zone della città che hanno lavorato di più, ed altre meno?
«Hanno lavorato ovunque e maggiormente i dehors esterni. Per questo chiediamo come Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio che le occupazioni di suolo pubblico emergenziali siano confermate anche nel 2022, sia pure con percentuali riviste al ribasso e con il pagamento del canone unico».
Si parla di green pass per chi lavora nei bar e nei ristoranti: è d’accordo?
«Come presidente della Fiepet di Roma e Provincia lo ritengo un elemento di positività al fine di dare certezze e tranquillità agli operatori. E soprattutto agli imprenditori del nostro settore».