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domenica 17 Novembre 2024
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Dal chicco alla tazzina: “Barista & Farmer”, dal 3 al 13 maggio in Colombia

I 10 selezionati tra i migliori baristi al mondo vivranno 10 giorni come coltivatori di caffè. Tra competizioni e lezioni della speciale Academy, apprenderanno tecniche all’avanguardia di produzione. Fino a creare per la prima volta una miscela personalizzata

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RIMINI – Quali sono gli elementi che caratterizzano il talent di Barista&Farmer? Innazitutto, il coinvolgimento attivo di partner istituzionali.

Sempre volto a rafforzare i legami tra i paesi di origine e l’intera filiera del caffè. Un interesse che punta quindi su valori quali formazione e sostenibilità.

Poi, una Academy sperimentale. Frequentata da dieci tra i migliori baristi al mondo.

Questi vivranno quindi per dieci giorni come i produttori di caffè in un paese di origine. Misurandosi soprattutto su prove pratiche.

Apprendendo poi tecniche all’avanguardia di produzione; fino a creare per la prima volta, una propria miscela personalizzata

Barista&Farmer: l’edizione 2018

E’ il solo talent show internazionale dedicato alla promozione e alla cultura del caffè di eccellenza.

La cui quarta edizione si svolgerà dal 3 al 13 maggio in Colombia. Ovvero, il Paese al terzo posto quale produttore mondiale di caffè.

Barista&Farmer è Ideato da Francesco Sanapo

Il pluripremiato campione baristi ha poi collaborato con Italian Exhibition Group e Sigep. Con inoltre il patrocinio della Sca – Speciality Coffee Association.

Assieme poi ai partner istituzionali Iila – Istituto Italo-Latino Americano e Sena – Servicio Nacional de Aprendizaje (National Service Learning).

Infine, in collaborazione con World Coffee Events. Main Sponsor Lavazza; e ancora con il supporto di La Cimbali, Faema, Mumac Academy. Di Urnex e Genovese Coffee; golden media partner Barista Magazine e Bargiornale.

I valori di “education”,  “competition” e “sustainability”

Il talent si propone quindi come ponte culturale tra Colombia e Italia; perciò tra la realtà dei coltivatori di caffè e la scena internazionale.

I nove selezionati

Sono Nicole Battefeld (29 anni, dalla Germania) e Diego Campos (27 anni, dalla Colombia); poi Iuliia Dziadevych (25 anni, Ucraina) e Cong Yuan (23 anni, Cina).

Ancora Matija Matijaško (26 anni, Croazia)e  Daniel Munari (32 anni, dal Brasile). Poi la nostra rappresentante, Sara Ricci (28 anni di Pozzuoli – Italia).

Infine, Vala Stefansdottir (30 anni, Islanda) e Victoria Rovenskaya (26 anni, dalla Russia).

Questi quindi sono i nomi dei selezionati tra oltre duecentocinquanta baristi. Scelti ovviamente da una giuria di professionisti del settore; insieme poi al decimo partecipante.

Questo sarà in seguito decretato al Melbourne International Coffee Expo (Mice). Tutti i concorrenti allora, nel marzo 2018, saranno coinvolti in un percorso completo.

Dalla raccolta in piantagione

Attraverso tutte le fasi della lavorazione del caffè, con l’utilizzo delle diverse tecnologie; sino all’esperienza della degustazione e alle varie opportunità di consumo.

Al lavoro e allo studio si uniranno poi il divertimento e lo svago.

I partecipanti saranno inoltre ripresi da videocamere

In più, i servizi saranno trasmessi su www.baristafarmer.com. Come sui canali social del talent.

Tra i luoghi dove si svolgerà il talent, confermato Meta

Cioè uno dei 32 dipartimenti della Colombia tra i maggiori produttori di caffè. Qui la Fondazione Lavazza è attiva ormai da tempo. Con dei progetti di sostenibilità diretti alla comunità di coltivatori e delle loro famiglie.

Per un totale di 350 persone che lavorano il caffè. Tra le aree coinvolte dal talent, anche il territorio di Huila.  Un luogo con i terreni confiscati ai produttori di cocaina dal governo colombiano. Poi donati ai piccoli produttori di caffè.

La parola a Juan Mesa Zuleta

Da sinistra: Sanapo, Cerutti, Zuleta e Cagnoni

“L’edizione di Barista&Farmer in Colombia è sicuramente un grande successo per il nostro Paese. – Ha sottolineato così Juan Mesa Zuleta. L’Ambasciatore della Colombia in Italia ha parlato.

– In particolare poi per la Huila. Una regione colpita dal conflitto con le Farc. Diventato adesso un luogo di produzione di caffè di qualità.

Sarà inoltre una vetrina importante per conoscere i prodotti colombiani. Poi per sviluppare maggiormente le relazioni economiche con l’Italia”.

La collaborazione di Ieg

“Siamo all’interno di Sigep – ha aggiunto poi Lorenzo Cagnoni. Il presidente e ad di Italian Exhibition Group.

– Ma questa manifestazione non si esaurisce nelle cinque giornate del momento fieristico.”

L’area dedicata al caffè

Per questo spazio, Italian Exhibition Group ha creato quindi questo bellissimo progetto con Sanapo. Riguardante il prodotto e la sua origine.

Farà sì che gli estremi della filiera e il barista entrino in contatto. Uniti innanzitutto dalla consapevolezza che dietro una tazzina c’è tanta cultura. Tanto lavoro.

Quest’anno il progetto è legato alla Colombia

Grazie ai partner e in particolare a Lavazza. L’azienda è stata infatti un partner fortemente attivo. Come Sigep inoltre, vogliamo diventare anche noi ambasciatori del caffè nel mondo”.

La sostenibilità

“Sostenibilità vuol dire innanzitutto creare modelli di miglioramento a livello di produzione. – Ha sottolineato Mario Cerutti. Chief Institutional Relations & Sustainability Officer di Lavazza.

– Per questo Barista&Farmer è molto importante per Lavazza. Vogliamo infatti dare ai baristi italiani l’opportunità di avere una visione più completa della filiera del caffè.

Ma è anche vero il contrario. Infatti, i produttori avranno l’opportunità di conoscere realtà che possono sostenere e aiutare la produzione”.

La Colombia – i dati aggiornati di produzione al 2017

Vanta infatti un export tra novembre 2016 a ottobre 2017 pari a 13.4 milioni di sacchi di caffè verde. Ovvero +8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questo secondo i recenti dati rielaborati dal Comitato Italiano del Caffè. Fonte Istat/International Coffee Organization. La Colombia così, si conferma il terzo esportatore mondiale di caffè.

Dopo il Brasile ed il Vietnam

Inoltre, riveste da sempre un’importanza cruciale all’interno dello scenario della produzione mondiale.

Sia per l’eccellente qualità della sua materia prima sia per le piccole comunità di produttori.

L’import in Italia di caffè verde colombiano

E’ di 261.906 sacchi nel periodo gennaio – settembre 2017.

Questo secondo i dati, aggiornati a dicembre 2017. Forniti sempre dalla Federacion Nacional de Cafeteros de Colombia; fondata già nel 1927 per sostenere il lavoro e lo sviluppo dei produttori.

Un terzo della popolazione dipende da introiti derivanti dal caffè

Quindi circa il 33% è residente nelle zone rurali. Numericamente parlando si tratta di 726mila lavori diretti. Mentre 1,4 milioni di lavoratori indiretti.

Quindi, complessivamente il 32% degli impiegati in agricoltura.

Il caffè rappresenta il 17% del Pil derivante da agricoltura

Oltre a essere il terzo produttore di caffè, la Colombia è al primo posto per quanto concerne la varietà Arabica washed. Si parla infatti di 14 milioni di sacchi all’anno.

I produttori colombiani sono poi oltre 555mila, 684mila le fattorie.

Per un’area coltivata a caffè pari a 931mila ettari. La stragrande maggioranza dei contadini perciò, (il 96%) possiede meno di 5 ettari di terreno.

In Colombia la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza

Questa porta avanti, nei municipi di Mesetas, Lejanias e San Juan de Arama, importanti progetti di sostenibilità. Sempre per fornire ai coltivatori di caffè gli strumenti per gestire gli effetti del cambiamento climatico.

In più per reintegrare le famiglie di produttori presso territori che negli ultimi decenni sono stati luogo del conflitto Farc.

Proprio al Sigep, Lavazza ha presentato in prima assoluta la nuova miscela Lavazza iTierra! Colombia

Questa arricchisce la gamma premium di iTierra! dal gusto e qualità sostenibile. Prodotte da aziende agricole certificate Rainforest Alliance. In cui si coniugano eccellenza produttiva, rispetto per l’ambiente e attenzione sociale.

Lavazza iTierra! Colombia è una miscela 100% arabica

Proviene inoltre, esclusivamente dalle coltivazioni colombiane e che sarà disponibile per i clienti dall’autunno 2018.

Barista&Farmer Academy: le novità

I dieci concorrenti parteciperanno quindi alla speciale scuola multidisciplinare, la Academy di Barista&Farmer. Sotto la direzione di Alberto Polojac. Membro del “Sustainability Council” di Sca.

Lavoreranno poi assieme a numerosi docenti con bagagli culturali internazionali; partendo così dai moduli di formazione del Coffee Skills Program di Sca. Ma andando anche oltre.

Saranno poi affrontate diverse tematiche. Come  l’agronomia, botanica, nozioni di caffè crudo; poi tostatura e metodi di estrazione. I dieci professionisti si cimenteranno inoltre nella raccolta del caffè nelle varie finca.

Fino ad arrivare a creare un proprio caffè personalizzato, apprendendo tutte le varie fasi del processo. Raggiungendo infine il risultato in tazza.

Una vera e propria “maratona”

Dove saranno proposti diversi metodi alternativi alla classica preparazione del caffè naturale, lavato e “honey processed”. Presi in prestito anche dal mondo della birra e del vino.

Ad esempio attraverso la fermentazione con lieviti o l’aromatizzazione con diverse erbe. Fino ad arrivare a doppie fermentazioni.

La diffusione della cultura del caffè

“Vogliamo creare dei veri ambasciatori dei caffè specialty. Per questo implementeremo il Coffee Diploma con aspetti tecnici e esperienze sul campo tecniche e interattive; poi su nuovi metodi di coltivazione e pratiche agricole.

Questi dieci baristi vivranno – anche rispetto alle scorse edizioni – un’esperienza più elastica e integrata. Saranno quindi in grado di capire il lavoro quotidiano che viene fatto in un paese di origine.

Ma andranno oltre, trasformandosi in sommelier del caffè. Completando così la figura del barista a 360°. Avremo degli esperti che potranno innalzare l’asticella qualitativa del prodotto caffè nel mondo”, dicono gli organizzatori.

“Proveremo metodi sperimentali, e magari ne verrà fuori uno tutto nuovo proprio da Barista&Farmer!”, concludono.

Barista&Farmer: i 9 partecipanti dell’edizione 2018

Nicole Battefeld, 29 anni, Germania

Nicole Battefeld

Nicole ha innanzitutto dichiarato di avere una relazione con il caffè da quando aveva 11 anni.

Ovvero da quando – subito dopo la scuola – ha iniziato a
lavorare nel mondo del caffè e ne è rimasta affascinata. Una relazione non semplice. Tanto per che per arrivare dove si trova oggi, capo barista da Röststätte Berlin (torrefazione di Berlino), è dovuta passare “dalle cucine” per diventare uno chef.

Ma il richiamo del caffè era troppo forte. Così forte da spingere Nicole ad appendere al chiodo grembiule e padelle.

Di Barista&Farmer dice:

“Penso che l’esperienza di raccogliere il caffè e vedere effettivamente come viene lavorato mi aiuterà a capire meglio il processo produttivo a 360 gradi. Incontrare gli agricoltori, vedere la vera origine del caffè mi darà nuovi ricordi ed emozioni.

Le potrò poi condividere e riportare a casa per poi trasmetterli ai miei clienti”.

Diego Campos, 27 anni, Colombia

Diego Campos

Per il padrone di casa, il viaggio nel caffè comincia grazie alla sorella maggiore. Lo inizia alla carriera di torrefattore quando aveva solo 18 anni.

Da lavoretto estivo per pagarsi le vacanze, il caffè diventa presto la passione di Diego; trasformando così la necessità in possibilità.

Di cosa? Tutto. Una professione, il futuro, un sogno

Dal 2009 gareggia ogni anno nella Colombia National Competition dove, nel 2016, ha vinto il primo premio. – Piazzandosi così sul gradino più alto del podio. Barista&Farmer per Diego è dunque una grande opportunità.

Dice:

“Mi aspetto di conoscere persone provenienti da culture
diverse e quindi tanti diversi approcci al caffè. Inoltre vorrei sapere ancora di più sul caffè colombiano; perché è il mio paese di origine”.

Il sogno di Diegos è quello di avere un giorno una fattoria tutta sua. Dove raccogliere e produrre caffè in proprio. Per questo, Barista &Farmer sarà per lui un’esperienza unica.

Iuliia Dziadevych, 25 anni, Ucraina

Iuliia Dziadevych

Per Iuliia il caffè una storia di amore che inizia fin da bambina. Amore che le è stato trasmesso inizialmente dal padre che glielo preparava ogni mattina. Come una specie di rituale, con il cezve; un tipico bricco di rame e ottone che si usa per fare il caffè all’orientale.

Terminato il tempo delle fiabe notturne, Iuliia si accorge ben presto che trovare del caffè di qualità dalle sue parti è
impresa ardua.

Da qui, l’idea

Costruire una sorta di carretto ambulante per poter macinare il caffè fresco ovunque e partire, così. Alla conquista dei Balcani.

Mica male, no? Per portarsi avanti col lavoro, si è già
fatta un giro in piantagione, sia in Kenya che in Etiopia. Giusto per non arrivare impreparata in Colombia.

“Sono sempre stata affascinata dall’intero processo di produzione del caffè. Dalla nascita delle bacche fino alla tazza. Da molto tempo stavo pianificando di andare nelle piantagioni e vedere tutto questo con i miei occhi.

Così, quando ho visto l’annuncio di Barista &Farmer, ho detto: è esattamente ciò di cui ho bisogno!”.

Matija Matijaško, 26 anni, Croazia

Matija Matijasko

Dorme con una macchina per l’espresso in camera da letto. Serve
forse aggiungere altro? Bene. Non pago di condividere l’intimità con una macchina per espressi, nel 2012, decide allora di giocarsi il tutto per tutto.

Apre così il proprio caffè, il Mirisi Kave nella sua città natale.

Zero compromessi

Qui infatt, si vende solo specialty coffee. Peccato che la Croazia non fosse ancora pronta. Perciò, solo pochi mesi dopo ha dovuto chiudere. Da Barista&Farmer si aspetta soprattutto di imparare di più sui chicchi di caffè. Così da vederne l’elaborazione da vicino.

“Ho sempre voluto vedere l’intero processo di produzione del caffè –dichiara. – E penso che gli agricoltori facciano la parte più difficile del lavoro. Un ruolo importantissimo ma spesso non abbastanza valorizzato”.

Daniel Munari, 32 anni, Brasile

Daniel Munari

Sempre alla ricerca di nuovi interessi. Daniel ha trovato nel caffè, e nel suo elemento di socialità, la sua passione.

“Il caffè più di una bevanda, è una costruzione sociale. Una vera
esperienza! È sinonimo poi di persone che si ritrovano insieme per condividere idee e pensieri; o per ritrovare la carica per il resto della giornata”.

Oggi è membro del movimento Baristas League

Mira a diffondere la cultura dei caffè speciali e la professione di barista in Brasile. Lavora presso una società brasiliana
focalizzata sulla consulenza aziendale. Inoltre, sta per fare tappa in uno dei caffè più prestigiosi del mondo. Ovvero, la Ditta Artigianale in Italia.

Sulla partecipazione a Barista&Farmer dice:

“Sin da quando ho visto la prima edizione, ho pensato che sarebbe stato magnifico visitare una fattoria fuori dal mio paese. Per sperimentare così io stesso la vita del barista contadino.

Allora, spero di vedere modi diversi di produzione del caffè rispetto a quelli che già conosco; oltre a confrontarmi con baristi che provengono da tutto il mondo”.

Sara Ricci, 28 anni, Pozzuoli – Italia

Sara Ricci

La famiglia di Sara lavora il caffè da ben quattro generazioni. Era
quindi inevitabile che anche lei ci finisse dentro. La sua passione per il caffè è talmente radicata nel proprio Dna da essersela letteralmente impressa sul suo corpo. Ha infatti un piccolo tatuaggio a forma di chicco di caffè sul polso.

È autrice di un documentario intitolato “Un viaggio nel caffè”; dove racconta come viene vissuto il caffè.

In Italia, è laureata in Economia

Ha scritto una tesi sul caffè e sulle difficoltà delle piccole e medie imprese. Ha inoltre una piccola torrefazione a Napoli “Partenope Caffè”; dove realizza solo espresso italiano.

Si batte poi per un capitalismo sostenibile

“Voglio partecipare a Barista&Farmer – racconta Sara – per provare una vera esperienza nelle farm.

Una volta sono stata in Brasile e ho visitato delle piantagioni; ma non ho mai avuto l’opportunità di sperimentare davvero la vita da contadina.

Non vedo l’ora quindi di confrontarmi con grandi esperti di caffè!”

Victoria Rovenskaya, 26 anni, Russia

Victoria Rovenskaya

Anche per Victoria il caffè è sempre stato un elemento presente
nella propria vita. Fin da piccola.

Si è quindi specializzata nella materia. Ha visto poi sempre più grande riscontro ottenuto dallo specialty coffee nel suo paese. Quindi, ha deciso di mettersi in gioco. Partecipando proprio a
Barista&Farmer.

Per scoprire, così, la genesi della produzione caffeicola. Il suo sogno è quello di piantare un albero, vederlo crescere; per poi raccoglierne le ciliegie dalle quali estrarre il proprio caffè.

Tutto fatto in casa, insomma, come quello del padre

“Ho deciso di partecipare al progetto perché voglio vedere come il
caffè viene raccolto e trasformato. Ho letto ovviamente molti libri sull’argomento. Ma penso che sperimentarlo dal vero avrà tutto un altro sapore! – e continua.

– Voglio scoprire inoltre quanto e quali fattori del processo di raccolta delle bacche di caffè ne influenzano il sapore finale”.

Vala Stefansdottir, 30 anni, Islanda

Vala Stefansdottir

Nel 2011 partecipa al “Nordic Barista Cup a Copenaghen”. Dove ha l’occasione di incontrare tante persone di talento. Nonché di assaggiare caffè mai sperimentati prima.

Da quella esperienza ha deciso di voler lavorare per migliorare e ampliare l’industria del caffè in Islanda.

Così ha trasformato il suo impiego nell’industria del caffè da un part time in un lavoro a tempo pieno.

Vala lavora adesso per una grande azienda all’ingrosso che fornisce importanti marchi di caffè come Illy e Gevalia.

Il suo più grande desiderio

Sarebbe quello di mettersi in proprio e gestire una società di torrefazione del caffè di successo.

Barista&Farmer rappresenta quindi per lei un’occasione unica di approcciarsi al caffè in maniera diversa.

“Sui libri e sui blog si imparano tante cose. – dice Vala. – Ma questo evento mi consentirà di capire meglio. E anche di vedere
con i miei occhi come viene coltivato e lavorato il caffè”.

Cong Yuan, 23 anni, Cina

Cong Yuan

A volte il destino si presenta sotto forme inaspettate. Nel caso del giovanissimo barista cinese Cong Yuan, la sorte ha invece i contorni di una figuraccia. Anni fa, infatti, si ritrovò suo malgrado protagonista di un fatto poco piacevole.

Rispedì indietro un caffè, perché troppo acido. Il barista gli fece
notare che si trattava di un Kenya AA, un mono origine. Quindi acido per natura.

Così è cominciato il suo viaggio nel caffè

Oggi invece, sogna di aprire quattro fabbriche di caffè. Nonché di conquistare la Cina a colpi di chicchi specialty e
di follower sui social. L’altra sua grande passione.

Ce la farà? Partecipare a Barista&Farmer per lui rappresenta quindi la possibilità di vedere da vicino come si scelgono le ciliegie di caff. Assieme a tutto il processo produttivo.

“Sono molto curioso di sperimentare la vita nella piantagione di caffè. – racconta. – E avere quindi l’opportunità di conoscere lo stile di vita di chi ci lavora”.

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