MILANO – L’intervento di Luca Tremolada ci illumina su un argomento che può incuriosire tutti gli amanti del caffè che guardano al futuro dei bar. Un futuro che vede i baristi sostituiti da un loro alterego tecnologico: i robot.
Quante volte quindi, può essere reinventato il caffè? Prima è arrivata la macchinetta per portare l’esperienza dell’espresso del bar a casa, ed è stato un boom di capsule vendute. Assieme alle pubblicità con le celebrity di Hollywood. Poi è esplosa la mania dell’americano (e non solo) reinventato in mille maniere.
Robot: l’evoluzione degli operatori
A credere di poter rivoluzionare ulteriormente il settore è Cafe X Technologies, una startup di Hong Kong che vuole mescolare la robotica con il piacere dell’aroma di un buon caffè.
La società che ha già un prototipo funzionante nello Science Park della metropoli asiatica. Con relativa app sullo store di Apple e di Google.
E’ presente, all’interno di un chiosco trasparente, un braccio robotico. Simile a quelli usati nelle applicazioni industriali, dispensa il caffè in corrispondenza di quattro aperture presenti nel vetro.
Per ordinare la bevanda è sufficiente scaricare la app e selezionare le varie opzioni
Si può scegliere la miscela, la marca preferita o un certo grado di tostatura. Oppure chiedere il latte e l’aggiunta di eventuali aromi come vaniglia e nocciola e chiedere di berlo amaro o con lo zucchero.
Perché preferire un caffè preparato da un comune robot
Insomma, come apprezzare di più una tenaglia anziché dalle mani di un commesso?
Secondo Jack Sun, co-fondatore e direttore finanziario della società, il motivo oltre alla vasta possibilità di personalizzare il proprio caffè è il guadagno in termini di tempo.
Invece che stare in fila o attendere che venga chiamato il proprio nome in uno di quei negozi che vanno tanto di moda, sarà possibile ricevere il caffè fumante non appena si arriva al chiosco;
grazie al sistema di geolocalizzazione dello smartphone con cui il software di Cafe X Technologies calcola i tempi di percorrenza del cliente per arrivare a destinazione.
Una volta di fronte al vetro l’acquirente potrà digitare il pin assegnatogli al momento dell’ordine e ricevere il caffè ordinato dall’instancabile robot.
Naturalmente il macchinario taglia i costi del personale e aumenta in linea teorica la produttività
Anche se non è dato sapere quanti caffè riesce a servire in un’ora. Ma è comunque piuttosto costoso, perciò il team spera di poter trovare gli investimenti per iniziare disseminare il suo chiosco in alcuni punti strategici delle metropoli americane.
Ma anche in grandi centri commerciali, aeroporti e stazioni ferroviarie, sicuro che almeno all’inizio il barista robotico sarà in grado di attirare la curiosità dei passanti. L’alba dei caffè robotici è appena cominciata?