LAMBARI (Brasile) – Sesto giorno di Barista & Farmer, il talent show dedicato al mondo del caffè di qualità creato dal campione italiano Francesco Sanapo. I dieci baristi internazionali selezionati per questa edizione hanno lasciato la fattoria di O’Coffee a Pedregulho ed hanno raggiunto zona di Lambari, legata al progetto di ecosostenibilità di Lavazza. Prima della partenza, c’è stato il tempo per un ultimo tour della fattoria, per osservare più da vicino i tanti animali presenti nella zona. Tra i giudici di questa edizione troviamo, per la prima volta, l’islandese Sonja Bjork Grant, capo giudice delle competizioni Wbc (World Barista Championship) che ha, in buona parte, contribuito lei stessa a creare nel 2000. Il lungo viaggio in autobus, dieci ore, è un’ottima occasione per fare il punto della situazione sul mondo delle gare per baristi e su come queste possano aiutare a veicolare la cultura del caffè di qualità nel mondo.
“Inizialmente come Wbc – afferma la Grant – volevamo semplicemente avere un caffè migliore ma le motivazioni, per i baristi, erano scarse. Il lavoro del barista era considerato come un lavoro che non richiede particolari abilità, come lavorare in un videonoleggio o in un negozio di caramelle. Le gare hanno alzato l’asticella. Voglio dire, una gara dura solo 15 minuti ma il percorso per arrivare a realizzare quei 15 minuti, è un percorso di apprendimento sul caffè, sui clienti, su sé stessi. Tutti questi aspetti vengono tenuti in considerazione.”
“Quando abbiamo iniziato – prosegue l’islandese – non avevamo neanche un metodo di giudizio condiviso, per cui la valutazione di un giudice americano poteva essere completamnte diversa da quello di un italiano e questo metteva i baristi in difficoltà. A partire dal 2003, abbiamo iniziato ad avere dei corsi e delle certificazioni per i giudici e da quel momento le cose hanno iniziato a farsi più serie, perchè avere dei giudici professionali significa avere dei baristi professionali. Avevamo preso la giusta direzione, continuando ad alzare l’asticella, ed è quello che continuiamo a fare. I baristi adesso cercano sempre di andare oltre, non sempre ci riescono, ma l’idea è di allargare l’orizzonte. Capita infatti che i baristi, a volte, tentino nuove cose che poi non producono risultati concreti. Fa parte del gioco. A volte, invece, arrivano innovazioni dopo le quali diventa poi difficile tornare indietro, ed in quel caso è meraviglioso essere un giudice.”
“Ricordo, ad esempio, nel 2008, Stephen Morrissey, servire due bevande al caffè senza usare il vassoio. Lui quindi cercò di cambiare più cose possibili, rimanendo comunque all’interno delle regole del gioco. Fu il primo a provare qualcosa del genere. E poi, ovviamente, il 2013, un grande cambiamento, quando il grinder EK43 fu reintrodotto al mondo da Matt Pergers. Abbiamo adesso 16 baristi campioni del mondo, se mi guardo indietro vedo il percorso che abbiamo fatto. La competizione è, di base, l’unico momento in cui questi professionisti possono confrontarsi e questo serve ad ognuno ad alzare la propria personale asticella. E quando il barista tornerà nel proprio paese, farà la stessa cosa veicolando il messaggio grazie anche ad una nuova sicurezza nei propri mezzi mutuata dalla gara stessa.”
“Questa è la mia prima esperienza a Barista & Farmer – conclude Sonja Bjork Grant – devo dire di esserne rimasta colpita. Mi piace il progetto, è chiaro che i baristi vogliono essere qui. Li aiuterà quando torneranno a casa, a riprendere il proprio lavoro e parleranno con i propri clienti di questa esperienza, di quello che hanno imparato o che hanno visto per la prima volta, come il contatto con la piantagione o la raccolta delle ciliegie. Questo programma è un esempio perfetto di come si veicola la cultura del caffè di qualità.”.
