BARI – Il lavoro di barista è sicuramente in evoluzione: le giovani generazioni, ispirati dai modelli dei campioni nazionali, stanno sempre più dando importanza alla formazione. Soprattutto, la passione è diventata quasi un requisito imprescindibile per lavorare dietro al bancone di una caffetteria. Una qualità essenziale poi per trasmettere e comunicare al meglio la rivoluzione qualitativa che sta coinvolgendo proprio la materia prima.
Il problema però resta un po’ invariato, anzi, forse in periodo di crisi è persino peggiorato: dare il giusto valore a un mestiere, passa soprattutto da chi assume. Già in un’altra occasione avevamo segnalato l’esempio di un annuncio poco vantaggioso e concentrato sul genere del barista ricercato. Guarda caso, donna e di bella presenza, magari simpatica al fine di arrotondare uno stipendio risicato con le mance.
Ora sul web sta facendo discutere la proposta di un locale di Bari. Un’offerta di lavoro piuttosto assurda, mal pagata per un monte ore impressionante, sempre rivolta – ancora un caso? – al genere femminile. Lascia un po’ scoraggiati tutti coloro che ogni giorno da tempo, si impegnano a dare un nuovo significato alla figura dell’operatore. Nobilitando quello che non è una semplice operazione automatica di servizio: per quello bastarebbero i robot, che per altro ultimamente prendono piede; oppure una vending machine o anche una super automatica.
E poi, perché fissarsi con un genere piuttosto che sull’altro? Potremmo esser positivi e credere che sia una mossa d’avanguardia femminista: i datori di lavoro vogliono dare più opportunità lavorative al gentil sesso. Oppure, per essere più realisti, l’aspetto – un bel sorriso, magari un bel fisico e un approccio piacente – ancora oggi è una caratteristica che precede qualsiasi altro.
Per dire: lo stesso imprenditore che cerca una barista, assumerebbe prima una che ha investito nella sua formazione, qualificatissima e attenta a ogni passaggio, oppure una ragazza bellissima che sa soltanto qualcosina di come si monta il latte?
E a un uomo, si proporrebbe di gestire il locale, facendo nella pratica da titolare, per ben 14 ore al giorno, alla modica cifra di 1000 euro mensili?
O è una cortesia riservata solo alle donne? Che però – a sognare ancora l’annuncio – poi il sabato possono andare a ballare.
Bari, 14 ore no stop, ma è possibile sedersi: così recita l’annuncio
La barista deve saper usare bene la macchina del caffè, e soprattutto “deve sentirsi responsabile e titolare”. Inoltre, una grande concessione, “considerate le ore può stare comodamente seduta quando non c’è nessuno”. Perché, il cliente che vede una donna inadempiente scatta subito sulla sedia?
Infine, la chicca: il giorno di riposo è la domenica, “così il sabato potete andare a ballare“. E già, perché le ragazze poi devono divertirsi in discoteca. Bisogna lasciarle libere queste giovani donne del nuovo millennio. Quel che è giusto è giusto. Un datore di lavoro illuminato davvero.
Peccato che dopo una settimana così massacrante, non rimangano neppure i piedi per tornare a casa il sabato sera. Per non parlare poi dello stipendio: per mille euro al mese, sicuramente ce n’è d’avanzo per andare a divertirsi la sera.
Ovviamente un tempo libero gentilmente concesso, da dedicare a un nuovo tipo di caccia agli uomini, andando a esibire la bella presenza in discoteca. Mica una che fa la barista “dinamica” – così recita l’annuncio – poi il sabato sera vuole andare alla presentazione di un libro, o al cinema?
Si cerca una figura che “deve sentirsi responsabile e titolare”
E che praticamente per sei giorni alla settimana lavora 84 ore. Facendo due conti, si guadagna meno di tre euro all’ora. Qualche utente non ci sta, e nei commenti invita gli altri a scrivere all’ispettorato del lavoro per segnalare l’anomalia.
“Il problema è che se ne approfittano del fatto che non c’è lavoro. – scrive una donna. – Assurdo lo stipendio, spero almeno che facciano un regolare contratto“; “una vergogna scandalosa”. Dice un altro.
Al telefono il proprietario conferma tutto, ma è più accomodante
“Non c’è una pausa, ma posso inserirla in base ai miei turni. Ho cambiato lavoro e devo stare fuori Bari, ma possiamo venirci incontro”. Sì, la barista deve stare da sola nel locale, che serve soprattutto “un centinaio di cornetti e caffè a prezzo bassissimo“.
E quei mille euro sono netti, con assicurazione. “Se c’è bisogno – aggiunge il titolare – si possono avere anche due giorni di riposo. Quando io sono impegnato si intrattiene lei”.
E per quel posto qualcuno si è già candidato
Visto che il proprietario ammette che “nei prossimi giorni viene una persona in prova”. A ben guardare non è la prima volta che la stessa attività inserisce questo tipo di annunci. Nel solo mese di gennaio ne sono stati pubblicati diversi. E lo stipendio mensile è passato prima da 800 a 900 euro, ora si attesta a mille. Gli orari sono cambiati di conseguenza: prima dalle 4 alle 16, poi alle 17, ora fino alle 18.
Resta una costante: la barista “naturalmente si può sedere quando vuole, non deve essere comandata da nessuno, deve sentirsi titolare”
Ma deve anche “occuparsi delle pulizie della macchina e del bar”. Nei primi annunci si parlava anche della necessità di saper usare “affettatrice, cassa e tutti i macchinari” e “occuparsi delle pulizie giornaliere”.
Ora queste richieste non ci sono più ma spunta il requisito “possibilmente donna” che il sabato, dopo un turno di 14 ore, può “andare a ballare” perché la domenica riposa.
Riposa? Siamo sicuri che non debba sbrigare qualche faccenda di casa come cucinare il pranzo domenicale, stirare le camicie e pulire il bagno?
In alternativa i titolari del bar offrono due part time da 500 euro mensili. Spalmati su due turni: dalle 4 alle 11 e dalle 11 alle 18. Sette ore di lavoro per sei giorni, 42 il totale per una settimana, e le divisioni danno sempre lo stesso risultato. La paga è di meno di tre euro all’ora.
Accanto a questo continuo ripetersi di annunci, però, se ne scovano altri: la stessa attività è in vendita “a malincuore”, comprese macchina per il caffè, macinini, frigorifero e lavastoviglie.