SONDRIO – Non solo storie che finiscono male a comporre il quadro dei pubblici esercizi italiani. Se è vero che molti chiudono perché non più in grado di sostenere le spese, tanti altri invece vanno avanti anche dopo 50 anni di attività. E non solo: leggiamo il traguardo raggiunto dal bar Italo di Sondrio, dal sito ilgiorno.it, dall’articolo di Fulvio d’Eri.
Bar Italo finalmente riconosciuto come bar storico
Cortesia, qualità e tradizione. Queste sono alcune delle caratteristiche vincenti del Bar Italo di Sondrio che nei giorni scorsi è stato riconosciuto da Regione Lombardia come una delle attività storiche valtellinesi. Un bel traguardo per il bar di via Milano, diventato negli anni un punto di riferimento per tutta la zona. L’ultima ristrutturazione, datata 2018, l’ha reso un locale dal carattere moderno senza fargli però perdere qualità e i tratti distintivi della sua lunga tradizione. A gestire il bar è Roberto “Bobo” De Gianni. Coadiuvato dalla mamma Elena Bongio che racconta come è nato questo esercizio pubblico alla fine degli anni ’60.
«Il Bar Italo è nato l’1 luglio 1969 – dice la signora Elena – e Italo è il nome di mio marito (scomparso nove anni fa) col quale abbiamo aperto questa attività e l’abbiamo gestita. Il bar era presente già da tempo ma la nostra gestione parte dal 1969. La sede, nei primi anni, era qui davanti in un edificio poi abbattuto e sostituito ora da un condominio, poi dal 1979 ci siamo trasferiti qui e non ci siamo più mossi. Tutti i miei figli sono praticamente nati nel bar perché io ho sempre lavorato fino all’ultimo giorno e, direi, all’ultima ora. Solo al momento delle doglie raggiungevo l’ospedale. È stato sempre un bar a gestione famigliare, i miei 4 figli hanno sempre dato una mano».
Ora è lei ad aiutare Roberto a gestire il bar Italo
«Ho cominciato da giovane, non ho studiato, ho preferito andare a fare la stagione dopo la scuola dell’obbligo. All’inizio l’idea era quella di frequentare la scuola alberghiera, quella di Sondrio era di basso livello e così le prospettive erano quelle di andare a Bellagio o a Chiavenna. E così ho scelto di andare a lavorare sul lago, sono stato fortunato perché ho trovato le persone giuste che mi hanno insegnato molto e con le quali il rapporto umano è proseguito. Uno è il mio testimone di nozze…». Per la tua crescita professionale c’è qualcuno che devi ringraziare… «Nell’arco degli anni la S. Salvador, perché loro tengono molto alla cultura del caffè e vogliono che anche i gestori che usano le loro miscele siano competenti».
A livello di clientela…
«Nel corso degli anni sono cambiate tante dinamiche in via Milano, a partire dalla viabilità per proseguire con la chiusura o lo spostamento di certe attività. Si naviga sempre a vista… Noi abbiamo una clientela varia di fascia media, apriamo alle 7 e chiudiamo alle 20.30 (venerdì e sabato alle 22). Partiamo con le colazioni e caffè, a mezzogiorno panini e piadine e poi concludiamo con gli aperitivi. Per me è importante offrire prodotti di qualità».