TRENTO – Formazione, professionalità, mondo della scuola e del lavoro: bisogna lavorare su tutti questi punti per tentare di risolvere uno dei problemi che affliggono il settore horeca, ovvero, la mancanza di personale qualificato a servizio dei locali. Se si vuole riportare i giovani a investire su questo duro mestiere, è necessario dare esempi di crescita, carriera stabilità concreta, mettendo le mani in pasta. Un esempio è il bar della Regione a Trento, che ha dato la possibilità agli studenti usciti dagli istituti alberghieri di lavorare dietro al bancone. Leggiamo i dettagli di questo progetto dall’articolo su lavocedeltrentino.it.
Bar della Regione: una via per diventare professionisti horeca
Sviluppare le competenze dei ragazzi usciti dagli istituti alberghieri, o a rischio di dispersione scolastica, affinché possano acquisire la necessaria esperienza per essere inseriti nel mondo del lavoro.
È con questo obiettivo che ha riaperto questa settimana il bar della Regione su proposta degli assessori Waltraud Deeg e Lorenzo Ossanna. “Sono molto contenta che la Regione abbia colto quest’occasione di rinnovo dell’affidamento del bar per realizzare questo progetto di formazione dei giovani – ha spiegato Deeg – si tratta di un’occasione formativa e un contributo alla soluzione dell’abbandono scolastico”.
“Questo è un progetto forse unico nel nostro Paese – ha ricordato Ossanna – mi auguro che questa iniziativa possa essere riproposta in altri enti pubblici”. Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con l’impresa sociale/formativa “Blooming Srl”, che è nata proprio per potenziare le competenze di questi ragazzi, attraverso una metodologia “in assetto lavorativo”, cioè gestendo direttamente attività di impresa nei settori dell’ospitalità e della ristorazione.
“Sono quattro i giovani già al lavoro – ha spiegato Mattia Gallina Presidente di Blooming. Abbiamo due tutor Stefano e Pietro di 35 e 25 anni (uno in cucina e l’altro al bancone) che vengono da un passato difficile, ma hanno già avuto esperienza lavorative, che insegneranno il mestiere a Mattia e Filippo entrambi di 17 anni che arrivano dal progetto scuola non scuola”.
L’istituto alberghiero di Levico, invece, sarà la prima scuola a mandare a rotazione 2/3 ragazzi per fare uno stage di 4/6 settimane
“Abbiamo costruito questo progetto per quei ragazzi che fanno fatica a rimanere a scuola – ha spiegato l’insegnante Fulvio Cappello. La nostra idea è di allargare la partecipazione anche agli altri istituti alberghieri di tutta la Regione”.
“In occasione poi del consiglio provinciale o quello regionale sarà riaperta la buvette – ha ricordato la cicesegretaria generale della Regione Antonella Chiusole. Daremo quindi ai ragazzi la possibilità di imparare all’interno di un contesto istituzionale come muoversi nel mondo del lavoro”