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venerdì 22 Novembre 2024
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Bar caffetterie e ristoranti, qui quali sono i protocolli per riaprire al più presto

Se non fossero state vietate le zone gialle dall’ultimo decreto legge, cinque regioni (Alto Adige, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise) avrebbero potuto riaprire bar e ristoranti a pranzo da lunedì 12 aprile

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MILANO – Come andrà a finire la vicenda della, urgente, necessaria e inevitabile riapertura di bar, caffetterie e ristoranti anche in Italia e argomento di grande discussione. E di sempre discutibili prese di posizione di alcuni esponenti politici. Ma come andrà a finire interessa tutti e quindi affrontiamo l’argomento riprendendo la sostanza dell’articolo di Andrea Carli apparso sul quotidiano economico Il Sole 24 Ore e sul sito della stessa testata.

Non ancora una porta aperta, ma un primo spiraglio probabilmente sì. Sebbene ancora una data ufficiale non ci sia, l’attenzione di ristoratori, gestori di cinema, teatri e palestre è focalizzata sul giorno in cui si riaprirà.

Una boccata d’ossigeno dopo una serie di misure restrittive che, tra Dpcm e decreti legge, hanno travolto intere categorie. «Vogliamo riaprire il Paese in sicurezza – ha spiegato Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionali -. In questo mese abbiamo riaperto le scuole, fatto ripartire i concorsi, maggio deve essere il mese della riapertura delle attività economiche e ci auguriamo, ovviamente sulla base dell’andamento dei contagi e delle vaccinazioni, che si possa aprire qualcosa già dal 20 aprile».

Una speranza, quella di ripartire, che è di tutti gli italiani. Ma prima bisogna liberare gli ospedali, mettere in sicurezza gli anziani e le persone fragili con il vaccino. Il ministro della Salute Speranza e il Cts stanno lavorando per mettere a punto un indicatore da utilizzare per le prossime scelte sulle riaperture. Già dalla prossima settimana il Governo potrebbe fare il punto.

I criteri indicati da Draghi

Che bisogna ripartire, d’altronde, lo ha detto chiaramente anche il presidente del Consiglio Draghi nella conferenza stampa di giovedì 8 aprile, indicando le «prossime settimane» come quelle in cui si parlerà di «riaperture e non di chiusure». Legando la ripresa alla capacità delle regioni di vaccinare la popolazione più anziana. Più vaccini saranno somministrati, prima si potrà tornare alla normalità. Se non fossero state vietate le zone gialle dal decreto legge anti coronavirus attualmente in vigore, cinque regioni (Alto Adige, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise) potrebbero riaprire bar e ristoranti a pranzo da lunedì.

“Parola” ai protocolli di sicurezza

Se la linea è quella di cominciare a entrare nell’ottica di riaprire, bisognerà farlo in sicurezza. I prossimi giorni serviranno a fare il punto sui protocolli, che dovranno individuare regole e paletti per i singoli settori. Gli attori di questa fase della trattativa sono Governo, Comitato tecnico scientifico e le associazioni in rappresentanza degli operatori dei diversi comparti.

Ristoranti aperti a pranzo

La ristorazione chiede di riaprire in sicurezza le attività con un allungamento degli orari. Il comparto preme per definire rapidamente una road map per far ripartire il settore eventi che rischia di veder andare in fumo quasi due anni di fatturato. Una richiesta che ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie avanzano anche ricordando gli sforzi già compiuti sul piano della sicurezza: hanno adeguato le proprie attività alle regole dei protocolli. Il settore chiede al governo di prolungare l’esercizio delle attività di ristorazione fino alle ore 23 prevedendo il vincolo di consumo al tavolo e l’accesso al locale entro le ore 21. Inoltre l’obbligo di prenotazione con la quale fornire una serie di informazioni quali generalità di chi la effettua, numero delle persone e stato di convivenza.

Per quanto riguarda il comparto eventi, la proposta degli operatori è di prevedere che in una prima fase l’apertura riguardi solo le cerimonie civili e religiose, paragonabili al pranzo in ristorante in zona gialla con relativi protocolli ma con alcune condizioni aggiuntive: informare le autorità competenti almeno sette giorni prima della cerimonia, predisporre l’elenco degli invitati, assicurare il distanziamento di almeno un metro e mezzo tra gli ospiti, divieto dell’attività di ballo. Fin qui le proposte degli operatori.

L’ipotesi che il Governo potrebbe sottoporre al Cts per riaprire dopo il 20 aprile potrebbe prevedere il via libera dei ristoranti aperti a pranzo sebbene sulla base di un orario ridotto, ad esempio alle 15 o alle 16. Una soluzione che consentirebbe di scongiurare gli assembramenti fuori dai locali nell’orario dell’aperitivo.

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