domenica 22 Dicembre 2024
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Bar aperti per i sette italiani su dieci che quest’estate resteranno in città

• Secondo l'Ufficio Studi della Fipe la maggioranza degli italiani passerà le vacanze estive a casa; il 28,9% è invece già partito o ha in programma di partire, percentuale in leggera crescita rispetto al 2015. Dal 2008 i vacanzieri estivi sono diminuiti di 11 milioni • 8,6 giorni la durata media delle vacanze, in crescita rispetto allo scorso anno • Circa il 70% dei pubblici esercizi italiani non chiuderà nel mese di agosto, con una crescita sensibile rispetto al passato e oltre un milione di addetti complessivamente impiegati durante la stagione estiva • Listini dei servizi turistici in calo dell’1,6% sul 2015

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MILANO – Città “aperte per ferie”: per 7 residenti su 10 la vacanza estiva è a casa, secondo le elaborazioni della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi. E in questo scenario la maggior parte dei pubblici esercizi del Belpaese non abbasserà le saracinesche, in una percentuale che cresce di anno in anno. Il 67% dei bar (erano il 55,6% negli anni prima della grande crisi) e il 71,2% dei ristoranti (erano il 59,1%) resteranno pienamente operativi.

Bar e locali pubblici per occupare il tempo

Bar e ristoranti sono quindi luoghi insostituibili di questa nuova dimensione del tempo libero in città. Pochi dati che fanno capire, tuttavia, quanto siano cambiate le città. In particolare le più grandi, nel corso di questi anni. Non più luoghi deserti, o nei casi più fortunati frequentati solo da turisti. Con servizi “chiusi per ferie” ma spazi urbani da vivere da parte di quei milioni di residenti che non hanno la possibilità di andare in vacanza. O, se ce l’hanno, si limita a qualche giorno.

Il lavoro si concentra nei bar e nel settore ristorazione

Per quanto riguarda il fronte occupazione, tra gli oltre 43 milioni di residenti che non faranno vacanza in questi mesi estivi ci sono le centinaia di migliaia di lavoratori (dipendenti e indipendenti). Questi dovranno assicurare i servizi di ristoranti, bar, stabilimenti balneari e discoteche. In estate si tocca il picco massimo dell’occupazione. Con un incremento di 94 mila lavoratori sulla media dell’anno determinato in parte dalla riapertura di imprese a carattere stagionale. In parte dalla più generale intensificazione dell’attività.

Anche da chi sceglie di andare in vacanza durante l’estate qualche segnale incoraggiante. La percentuale, dopo il periodo “nero” compreso tra il 2008 e il 2015, sale al 28,9% dal 28,3% nel 2015.

Lino Enrico Stoppani afferma

“Dopo sette anni torna il segno più anche per il turismo nazionale – commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe. I tempi d’oro restano purtroppo un miraggio. Pensiamo al 2008. La crisi non si era  ancora fatta sentire al di qua dell’oceano. La percentuale di chi sceglieva di fare una vacanza, in Italia o all’estero, tra luglio e settembre sfiorava il 50%.

Da allora il turismo italiano della stagione estiva ha perso 11 milioni di viaggiatori. Confidiamo di poter proseguire nell’incrementare, seppur gradualmente, questo trend positivo. Concentrando gli sforzi sull’efficienza e la qualità dei servizi. Secondo i dati Fipe alloggio e ristorazione si confermano servizi fondamentali con una quota di oltre il 50% sul totale della spesa turistica”.

Stime reali diverse da quelle ufficiali

“Questi dati sono meno esaltanti rispetto alle prime evidenze sul movimento nelle strutture ufficiali nel corso del 2016. In quanto il turismo estivo, in particolare quello degli italiani, si fa nelle case più che negli alberghi. 7 pernottamenti su 10 sono in alloggi privati – prosegue Stoppani -. Per avere una misura di questo fenomeno dobbiamo ricordare che se le presenze estive “ufficiali” non arrivano a 50 milioni, quelle reali superano i 160 milioni.

La conseguenza è che un vero bilancio della stagione, pur senza sottovalutare il ruolo del turismo internazionale, non può essere fatto. Non senza un’attenta analisi del movimento turistico dei residenti. Soprattutto in un periodo, come quello estivo, in cui le destinazioni balneari vivono principalmente di domanda interna”.

Cifre più nel dettaglio

Entrando nel dettaglio dei dati, la spinta della prima parte dell’anno, sostenuta anche dalla crescita della fiducia dei consumatori, si è progressivamente attenuata. Dapprima con un avvio di stagione pesantemente condizionato dal maltempo. E successivamente per effetto di uno scenario sempre più preoccupante. Le condizioni geopolitiche giocano a favore del nostro Paese. Non solo in termini di attrattività verso i flussi stranieri. Ma anche verso quelli interni scoraggiati ad andare all’estero. La Francia è la prima meta del turismo italiano verso l’estero durante i mesi estivi. Mentre quelle di contesto economico (Brexit, crisi bancarie, aspettative di crescita al ribasso) agiscono da contrappeso negativo.

Il risultato è che la propensione degli italiani a viaggiare nel periodo più vocato dell’anno. Si pensi che la metà dei viaggi si fa nei tre mesi estivi con il 65% dei pernottamenti. E questo migliora solo di qualche decimo di punto percentuale. Quanto basta, tuttavia, almeno ad invertire il lungo trend di declino iniziato nel biennio 2009/2010. Nel giro di pochi anni infatti i viaggi effettuati dai residenti si sono dimezzati. Dal picco massimo di 44,5 milioni del 2009 siamo scesi ai 23,5 milioni previsti per l’estate 2016. In leggera crescita rispetto ad un anno fa.

Gli italiani preferiscono non pernottare

L’impatto sulle presenze, anche per effetto di una significativa riduzione della permanenza media, risulta ancora più evidente. Le notti trascorse fuori casa per vacanza dai residenti sono attese a fine estate pari alla metà di quelle rilevate nella stagione 2009. Anche in questo caso, come per i viaggi, il 2016 dovrebbe chiudersi con una previsione di crescita (+3,4% sull’estate 2015). E questo interrompe una lunga serie negativa. Per quanto riguarda invece la durata dei viaggi, la permanenza media per le vacanze estive è inferiore a 9 giorni. In linea con quella registrata negli ultimi due anni. Ma in sensibile riduzione rispetto al quinquennio che va dal 2008 al 2013.

In termini di valore, il turismo estivo degli italiani vale poco più di 25 miliardi di euro. È il 4,8% più dell’anno scorso. In parte per l’aumento delle presenze. Ma anche per effetto della minore propensione degli italiani a trascorrere all’estero le vacanze estive. Rivolgendosi, invece, al mercato interno.

Il solo mese di agosto vale 10 miliardi di euro.

L’andamento dei prezzi del turismo: un’estate al ribasso

Rispetto ad un anno fa i prezzi del turismo sono più bassi di circa due punti percentuali. Un dato che contribuisce a rafforzare il potere d’acquisto dei turisti. Il calo dei prezzi è dovuto principalmente ai trasporti (-2,8%), agli alloggi (-2,7%) e alle vacanze organizzate (-1,3%). L’aumento dei prezzi della ristorazione si attesta, invece, al +1,3%.

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