MILANO -Nella fotografia a fianco l’amministratore delegato del colosso della ristorazione, Gian Mario Tondato. La società Autogrill (famiglia Benetton) – – , approderà con World Duty Free alla Borsa italiana da ottobre.
Autogrill si quota in borsa
Secondo fonti vicine al colosso del gruppo di Treviso, proprio in questi giorni sta proseguendo intensamente, ma senza criticità e problemi, il confronto con la Consob; per stilare il prospetto di quotazione della società nata dalla scissione parziale proporzionale del business Travel Retail & Duty Free di Autogrill.
Rispetto alle scadenze di massima che i manager si erano dati all’inizio del progetto di scissione, lo sbarco a Piazza Affari della matricola, originariamente previsto per la fine del mese di settembre, avverrà quindi sostanzialmente in linea con le previsioni. L’operazione di scissione è stata preceduta da un’accurata separazione dei crediti delle due entità, con l’avallo delle banche creditrici.
Alcuni dettagli
Nel consiglio di amministrazione sulla semestrale, in calendario mercoledì 31 luglio, verranno forniti ai consiglieri dettagli sullo stato di avanzamento dell’operazione. Essa prevede lo spin off nel rapporto di 1 a 1, ovvero un titolo Wdf per ogni azione Autogrill posseduta. Intanto a Piazza Affari il titolo sta accusando debolezza ed è in calo.
Intanto in un’intervista l’amministratore delegato di Autogrill, Gian Mario Tondato, ha affermato che la società potrà vedersi costretta alla scelta dolorosa di lasciare l’Italia. Questo se non si rivede l’intero sistema delle concessioni delle aree di servizio lungo le autostrade. Ha infatti lanciato l’allarme contro il raddoppio dei ristoranti lungo la rete autostradale che genera una sovraofferta di aree di servizio rispetto alla domanda.
Prosegue Tondato sulle condizioni del Gruppo
Tondato ha poi parlato di una crisi infinita che in 9 anni ha fatto scendere di 30 punti il peso dell’Italia sul totale del gruppo. Nel 2003 il solo business autostradale faceva quasi la metà del margine di tutta Autogrill ma l’anno scorso il peso dell’Italia è caduto al 14%. Se il calo dovesse continuare a questi ritmi, tra 3 anni la redditività dell’Italia sarà pari a un microscopico 3% e “a quel punto restare qui, non avrebbe più senso”.
Tuttavia, “di fronte a un quadro ragionevole e adeguato ai tempi di crisi, Autogrill sarà pronta a rilanciare anche in Italia”, ha assicurato il top manager.
Nuove prospettive di Autogrill
La società ha già manifestato la necessità di rivedere il sistema (numero di punti di vendita, affitti, orari e giorni di apertura dei locali); per rendere efficiente la gestione dell’attività, soprattutto in un contesto gravato da un pesante calo del traffico e dei consumi.
In quest’ottica, dato che nel 2013 giungeranno a scadenza alcuni importanti contratti di concessione storicamente gestiti da Autogrill sulle autostrade italiane. Nelle stime gli esperti assumono una percentuale di rinnovo inferiore alla media storica. Paradossalmente, ha fatto notare un esperto all’agenzia MF-Dowjones, le attività che hanno dato il nome al gruppo, gli autogrill appunto, saranno fortemente ridimensionati dopo la scissione delle attività F&B da quelle Travel Retail & Duty Free.
Sulla rete autostradale italiana ci sono troppe aree di sosta, una ogni 25 chilometri di rete; ma per garantire una redditività adeguata servirebbe che ce ne fosse una ogni 60 chilometri. L’eccesso di offerta causa incassi insufficienti e la soluzione, quindi, è l‘uscita dal business.
Una decisione di questo tipo avrebbe anche effetti paradossali all’interno della costellazione delle società che fanno capo alla famiglia Benetton; nel senso che Atlantia potrebbe subire ripercussioni negative, in termini di minori incassi dalle aree in asta, dalla decisione di Autogrill.