MILANO – Siamo entrati nella Vigna di Leonardo, in uno spazio all’aperto che ha fatto respirare tutti i presenti un’aria diversa da quella di chiusura del periodo pandemico, per assistere al primo evento in Italia organizzato dall’azienda australiana produttrice di macchine per espresso Sage. All’ingresso a dare il benvenuto agli invitati, i 4 modelli del lancio Bambino Plus, Barista Express, Barista Pro e The Oracle Touch, tutti dedicati al consumo domestico: uno attualmente più consapevole, più attento alla qualità della bevanda e che quindi è pronto ad accogliere l’offerta Sage.
Per valorizzare questo ingresso sul mercato italiano, lo specialty Unordinary di Lotzero in espresso e la sapienza della campionessa in carica italiana di Latte art Carmen Clemente e l’iridata ai mondiali 2019 Manuela Fensore per decorare le colazioni.
A tenere lezione sullo specialty, un’altra ambassador d’eccezione, la trainer Chiara Bergonzi: con energia ha coinvolto gli spettatori in una riflessione essenziale se si vuole fare un vero salto di qualità nel caffè servito nei bar italiani.
Sage: le macchine per chi vuole essere il barista di casa propria
Una gamma di modelli che hanno dei prezzi interessanti, dai 500 euro per la Bambino Plus, compatta e ideale per un primo passaggio dal monoporzionato ai grani, sino ai 2.500 euro per le macchine a doppia caldaia, accomunati però tutti da 4 elementi chiave: dose, pressione, temperatura, vapore.
Il viaggio inizia con la Bambino Plus: il primo elemento ripreso dalle macchine professionali è il portafiltro, utilizzato per riuscire a dosare al meglio la quantità di caffè, ovvero tra i 18 e i 22 grammi, corrispondenti a portafiltri da 54 mm e, sulle macchine a doppia caldaia, a quelli classici a 58 mm.
Per riuscire a misurare con esattezza la dose, Sage ha pensato a un piccolo accessorio da sostituire al bilancino, il Razor, che dopo aver macinato e pressato il caffè, di valutare la variabile di quantità.
Barista Express è il modello più venduto al mondo di Sage, e possibile top seller anche in Italia, che corrisponde a tutte le necessità dei consumatori dentro casa, che vogliono godersi espressi e “americani”. Può essere una macchina per chi gusta per lo più gli espressi, dotato di un controllo volumetrico: grazie al manometro si può controllare la pressione all’interno del portafiltro.
Parlando della temperatura ci si sposta al modello più avanzato, dotato di display, Barista Pro, che riprende il concetto di stabilità di questo parametro garantita dalle macchine automatiche. La temperatura resta costante dall’inizio alla fine dell’estrazione nelle proposte Sage, tutte settate sui 93 gradi, un buon compromesso per qualsiasi tipo di caffè scelto a casa.
Si può agire su 5 livelli di temperatura per l’infusione, e sui modelli a doppia caldaia, è possibile arrivare a un controllo sino a un grado di precisione. Una particolarità: appena si chiude la macchina, il vapore viene creato quasi istantaneamente su un blocco termico diverso rispetto a quello ottenuto dalla caldaia. E si possono comunque raggiungere i 130 gradi, così da permettere una migliore montatura del latte, con minor livello di diluizione della bevanda.
Ultimo step con l’Oracle Touch, che è molto vicina a una macchina automatica, con un limite di circa 50 tazzine al giorno: la pressatura, la lancia a vapore, la macinatura, tutti automatizzati, con sistema a doppia caldaia. Con lo schermo intuitivo si può scegliere la ricetta preferita. Per il vapore si può decidere la temperatura, la densità a cui scaldare il latte: 65 gradi è quella ideale per ottenere un latte più dolce e digeribile.
Sage ha creato questa linea non per i baristi, ma per un consumatore che ama il caffè a casa propria. E stimolare l’interesse per il marchio che arriva solo ora in Italia e che fa rete con le micro roastery presenti lungo lo Stivale.
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