MILANO – Ne abbiamo già parlato nel 2019, quando avevamo dato la notizia del caffè molecolare che la startup di Seattle Atomo Coffee aveva ricreato in laboratorio attraverso un processo sostenibile e a zero emissioni. Una scoperta che aveva trovato l’interesse della società di venture capital Horizon Ventures, che aveva fatto un investimento di 2,6 milioni di euro. Adesso torna a far parlare di sé con l’arrivo in Italia di lattine contenenti questa straordinaria bevanda. Leggiamo i dettagli dall’articolo su repubblica.it.
Atomo Coffee tra poco in lattina
Un laboratorio per la produzione di caffè, dove non c’è nemmeno l’ombra di caffè. A Seattle, nella sede della startup Atomo Coffee, una squadra di scienziati ha analizzato i chicchi dal punto di vista chimico e ha individuato i composti da cui derivano colore, aroma e gusto della bevanda che ne viene estratta. Ebbene, questi composti sono presenti anche in altri elementi naturali.
Così, dopo più di due anni di lavoro, i ricercatori sono riusciti a creare una “miscela molecolare” praticamente identica (assicurano loro) al caffè: si utilizzano ingredienti riciclati, come gusci di semi di girasole e semi di anguria, che subiscono un processo brevettato fino a riprodurre le tipiche caratteristiche del caffè. Caffeina compresa.
Un laboratorio per la produzione di caffè, dove non c’è nemmeno l’ombra di caffè
A Seattle, nella sede della startup Atomo Coffee, una squadra di scienziati ha analizzato i chicchi dal punto di vista chimico e ha individuato i composti da cui derivano colore, aroma e gusto della bevanda che ne viene estratta. Ebbene, questi composti sono presenti anche in altri elementi naturali. Così, dopo più di due anni di lavoro, i ricercatori sono riusciti a creare una “miscela molecolare” praticamente identica (assicurano loro) al caffè: si utilizzano ingredienti riciclati, come gusci di semi di girasole e semi di anguria, che subiscono un processo brevettato fino a riprodurre le tipiche caratteristiche del caffè. Caffeina compresa.
This is Atomo Coffee from Atomo Coffee on Vimeo
Andy Kleitsch e Jarret Stopforth, fondatori della startup, annunciano che il loro prodotto arriverà sul mercato entro l’anno in forma di lattine di caffè freddo; ma hanno in programma di espandersi a macinato e grani interi. L’intenzione è di anticipare una tendenza. L’industria del caffè, infatti, vale 100 miliardi di dollari, ma è una delle più vulnerabili rispetto al cambiamento climatico. Le piante da cui nascono i chicchi di Arabica prosperano in regioni fredde, con stagioni piovose e secche separate, che il riscaldamento globale sta cancellando. Secondo un rapporto del 2019 del Royal Botanic Gardens di Kew (Regno Unito), l’Arabica perderà almeno il 50% del suo habitat nei prossimi settant’anni. E se i coltivatori spostano le piantagioni alla ricerca di temperature più fresche, aumenta la deforestazione.
Dal canto suo, Atomo Coffee dovrà certificare che la sua miscela proviene da fonti sostenibili
Dal 2019, quando è stata lanciata la campagna di crowdfunding per sostenere l’iniziativa, la società ha raccolto circa 11,5 milioni di dollari. Tra i suoi finanziatori ci sono Horizons Ventures, che ha investito in Impossible Foods, e S2G Ventures, il cui portafogli include Beyond Meat. Cioè i nuovi colossi degli alimenti a base vegetale. Un affare in cui si sono cimentate pure multinazionali come Nestlé, con i cioccolatini vegani o i sostituti delle salsicce, come McDonald’s, che sta testando il suo primo hamburger senza carne in Europa, e come la più grande azienda di carne americana, Tyson Foods, che ha presentato una linea 100% vegana.
Questi cibi vegetali hanno già accumulato una quota di mercato importante, ma devono affrontare la sfida dei produttori tradizionali sul terreno della normativa e della possibilità di etichettare i loro alimenti come “carne”, “latticini” e così via. Probabilmente anche ad Atomo Coffee verrà contestata la facoltà di definire caffè la sua bevanda. A differenza di altri ingredienti, però, negli Usa il caffè non è regolamentato dalla Food and Drug Administration; quindi, la legge non impone che provenga da un luogo o da una pianta in particolare. Resta il fatto che ci si confronta con una tradizione radicata, una cultura che cambia da Paese a Paese. Chissà se gli amanti dell’espresso napoletano si lasceranno conquistare dal macinato di semi di girasole.
Perciò, Kleitsch e Stopforth stanno cercando di far nascere collaborazioni commerciali con catene di caffetterie interessate a ridurre il loro impatto ambientale e con una fascia alta di clientela. Non solo. L’idea è di vendere il caffè anche online.