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Assumere 30 g di caffeina in pochi secondi: l’esperimento finito quasi in tragedia per una virgola messa male

Nel 2015 vennero somministrati per errore 30 grammi di caffeina al posto di 0,3 a due studenti per una ricerca scientifica. L'errore fu quasi fatale

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MILANO Gli studenti Alex Rossetto e Luke Parkin si sono offerti per partecipare a un esperimento chiamato test di Wingate: assumere 0,3 grammi di caffeina in polvere e pedalare subito dopo su una cyclette. Lo scopo era capire se la caffeina avrebbe influito sulla potenza anaerobica di Alex e Luke. Per un errore gli vennero somministrati 30 grammi di caffeina e i due ragazzi in preda alle palpitazioni vennero portati al pronto soccorso. Riportiamo di sotto l’articolo di Vincenzo Giordano per il portale di ScienceCuE.

L’esperimento: 0,3 grammi di caffeina per testare la potenza anaerobica

Riuscite ad immaginare come potreste sentirvi dopo aver bevuto 300 tazze di caffè in pochi secondi? Questo è ciò che hanno affrontato due studenti del secondo anno del corso di laurea in scienze dello sport alla Northumbria University, dopo che un esperimento scientifico finalizzato a monitorare gli effetti della caffeina sull’esercizio fisico è andato storto, lasciandoli con effetti collaterali “potenzialmente letali”, sospesi tra la vita e la morte in terapia intensiva.

Nel marzo 2015 Alex Rossetto e Luke Parkin si offrirono volontari per un usuale studio sulle prestazioni, noto come test di Wingate. Dopo aver assunto 0,3 grammi di caffeina in polvere, sciolta in una miscela di succo d’arancia e acqua, i due giovani studenti avrebbero dovuto pedalare più energicamente possibile su una cyclette, per vedere se la loro potenza anaerobica ne risultava influenzata.

L’errore quasi fatale: 30 grammi di caffeina al posto di 0,3 grammi

Ho detto “avrebbero dovuto” perché, poco dopo aver ingerito la bevanda a base di caffeina e ancor prima di arrivare alla cyclette, i due iniziarono ad avere palpitazioni, offuscamento della vista e capogiri. Portati immediatamente al pronto soccorso, furono sottoposti a dialisi. Alex Rossetto perse 12 chili dopo un periodo di 6 giorni in ospedale e Luke Parkin di chili ne perse 10, trascorrendo due giorni in cure. Probabilmente nessuno dei due avrà mai più voglia di vedere una tazza di caffè.

L’errore si è verificato perché i ricercatori che eseguivano il test avevano digitato la virgola decimale nei loro cellulari due posti troppo a destra, di modo che, invece di 0,3 grammi di caffeina in polvere, ne somministrarono 30. In tal modo Alex e Luke ingerirono l’equivalente di circa 300 tazze di caffè. In certi casi, 18 grammi sono stati fatali per un adulto.

Le conseguenze del posizionamento sbagliato di una virgola non sono state tragiche solo perché Alex e Luke erano giovani e godevano di buona salute, al punto da sopportare l’overdose di caffeina con pochi effetti a lungo termine. L’ottantacinquenne Mary Williams, una pensionata che soffriva di diabete, invece, non ce la fece.

Colpa del sistema decimale

Il 2 giugno 2007 un’infermiera a domicilio, Joanne Evans, iniettò nel braccio dell’anziana 3,6 millilitri di insulina, invece di 0,36 millilitri: dieci volte tanto. Chiamare tempestivamente un medico si rivelò inutile: un attacco cardiaco mortale indotto dall’insulina aveva già colpito la signora. La gravità delle conseguenze di una virgola fuori posto va attribuita, in parte, al nostro sistema decimale. In un numero come 666, ciascun 6 rappresenta un numero diverso: 6, 60 e 600, ognuno 10 volte più grande del precedente.

Se utilizzassimo il sistema binario (quello su cui si basa la moderna tecnologia informatica), in cui ogni numero è solo il doppio del precedente, potremmo contenere gli effetti di errori simili. Somministrare una dose quadrupla di caffeina o iniettare una quantità doppia di insulina avrebbe conseguenze meno drammatiche.

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