TRIESTE – Ha preso il via nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior il nuovo ciclo 2024-2025 degli incontri dei Cenacoli del caffè, organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste e giunti ormai al traguardo della ottava edizione, grazie al costante e qualificato impegno del sodalizio guidato da Gianni Pistrini.
Il primo appuntamento dei Cenacoli del caffè a Trieste
L’ampio programma degli appuntamenti, stavolta incentrati attorno al tema-guida “La trasversalità del caffè” e coordinati anche quest’anno da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria e cultrice del mondo del caffè) assieme al vicepresidente della AMDC Doriano Simonato, è stato inaugurato, con la presenza di un numeroso e qualificato pubblico, dall’intervento dell’ingegnere chimico Marino Petracco, per oltre un trentennio ricercatore scientifico presso illycaffè e vero e proprio specialista del ramo.
Petracco infatti, accanto al suo ruolo nella storica azienda triestina, ha maturato una vastissima esperienza su tutti gli anelli della catena del caffè espresso, pubblicando articoli e studi su agricoltura, fisica e chimica del caffè e rivolgendo il suo interesse in particolare sugli influssi della bevanda sull’organismo umano.
Anche per tali motivi è stato presidente del comitato globale ISO per le normative sul caffè, ha presieduto in due riprese il Comitato scientifico dell’industria europea per gli studi sugli effetti fisiologici del caffè (ISIC) ed è tra gli autori dell’unico libro dedicato alla chimica del caffè espresso.
E proprio nella sua veste di appassionato comunicatore e divulgatore, l’ingegner Petracco ha intrattenuto i partecipanti al “Cenacolo” di apertura del nuovo anno sociale della AMDC, affrontando i più importanti aspetti dell’intrigante connubio-dilemma “Caffè e salute”.
In tal senso il relatore ha guidato l’uditorio in una esplorazione degli effetti fisiologici del caffè sull’organismo umano: una carrellata iniziata fin dalla preistoria e poi dalle ragioni per le quali il caffè è diventato la più diffusa bevanda nel mondo, per passare quindi alle leggende e ai primi studi che misero in evidenza la presenza di caffeina nel “chicco verde”; fino ad arrivare ai più recenti studi della scienza medica che, nella sua branca più matematica ovvero l’epidemiologia, ha messo chiaramente in luce come chi più beve caffè – “ma intendiamoci, sempre con una certa moderazione”, ha tenuto a precisare Petracco – meno corre il rischio di ammalarsi di certe specifiche patologie.
“E non parliamo di patologie minori – ha sottolineato – ma di cose non da poco, come la prevenzione del diabete, del morbo di Parkinson e altre ancora.” “Naturalmente – ha concluso l’ingegner Petracco – necessitiamo ancora di ulteriori ricerche per arrivare alle spiegazioni intime di questi effetti e ci auguriamo che nei prossimi anni o nelle prossime generazioni l’investimento nella ricerca non diminuisca e permetta di arrivare a una completa comprensione di questi fenomeni che però sussistono e sono ben che tangibili”
Il successivo incontro sarà giovedì 5 dicembre, ancora al Savoia Excelsior e sempre con inizio alle ore 17.30 e ingresso libero, e vedrà come relatore il titolare di “Primo Aroma” Fabrizio Polojaz su “Non chiamiamoli scarti: il caffè ci viene in soccorso”.