MILANO – L’evento Art & Caffeine Faema prosegue fino al 13 aprile in Via Ventura 3, nella storica sede del primo stabilimento della Faema macchine per caffè.
In questi giorni, come da programma visibile sotto, nell’ambito dei Roaster day una serie di torrefazioni stanno proponendo ai visitatori, tutti addetti ai lavori e appassionati di (buon) caffè, il meglio della loro produzione.
Ognuna delle torrefazioni coinvolte ha una storia da raccontare.
Per questo abbiamo deciso di intervistare i protagonisti dei Roaster Day.
Oggi cominciamo con Paolo Scimone della Torrefazione His Majesty Coffee di Villasanta nei pressi di Monza, vicino a Milano, che ha animato l’evento di giovedì 23 insieme con la Torrefazione Griso di Seveso: l’intervista con il titolare di quest’ultima realtà seguirà nei prossimi giorni.
E sempre nei prossimi giorni parleranno tutti gli altri protagonisti. Intanto riproponiamo il calendario aggiornato.
Paolo Scimone è un microraster e consulente di 34 anni. È nel mondo del caffè da sempre: racconta di aver iniziato nel bar di famiglia a 11 anni. L’attività attuale, dove fa tutto da solo senza aiuti, è la His Majesty Coffee, una microtorrefazione che ha sede a Villasanta di Monza in Via Benvenuto Cellini 17, in zona circuito automobilistico. “Si tratta della sede nuova che sarà pronta entro aprile, stiamo montando i macchinari”, spiega Scimone.
I prodotti di punta sono due miscele una ispirata al gusto italiano, la seconda al gusto inglese: la prima si chiama Modoetia, il nome antico di Monza, 100% arabica. La seconda si chiama Londinium ed è di gusto più internazionale, sempre 100% arabica.
Come è arrivato all’evento di Via Ventura 3?
Collaboro da due anni con Gruppo Cimbali. Luigi Morello e Filippo Mazzoni mi hanno invitato a questa iniziativa. Chiamandomi per la prima giornata dopo l’apertura.
Che tipo di attività ha svolto?
Intanto ho coinvolto alcuni amici, quelli della Micro Torrefazione Griso di Seveso (che parleranno prossimamente; ndr). Loro hanno realizzato abbinamenti tra alcune monorigini e biscotti. Io ho portato sette singole provenienze, le stesse che uso per preparare i miei blend.
Qualche nome?
Ho usato un Brasile Bourbon naturale, un’Indonesia tipica Sumatra lavato, un Etiopia Yirgacheffe lavato, poi Kenya, Perù e India.
Che attività ha svolto?
Chi è arrivato, clienti, appassionati coffee lover, in Via Ventura sfidando la giornata di diluvio, ha potuto creare la sua miscela personale. Chiedendomi le quantità di caffè necessarie per preparare la miscela secondo i loro desideri e le relative percentuali. Per esempio venti per cento di India, 30% di Indonesia, eccetera. Nessuna istruzione da parte mia. Ognuno si è creato il suo blend. Preparata la miscela veniva estratta e valorizzata utilizzando la Faema E71. Immediatamente si commentava il profilo organolettico espresso dai vari blend. Per esempio se era equilibrato o acido. Un po’ un laboratorio per la creazione di miscele con caffè speciali.
Qualche miscela interessante.
Una sicuramente, un blend riuscito molto equilibrato, molto buono all’assaggio.
Soddisfatto della manifestazione?
Molto interessante il rapporto con gli appassionati presenti. Peccato che la pioggia ne abbia dissuaso alcuni. Ma chi è arrivato in Via Ventura ha potuto apprezzare l’iniziativa interagendo bene.
Guardando fuori da Via Ventura: a Milano sta arrivando Starbucks, funzionerà?
Sono sicuro di sì sia per la location sia per i mezzi che Starbucks metterà in campo e che gli permetteranno di accedere al top del mercato per origini e attrezzature. Poi il modo in cui sarà tostato il caffè permetterà a tutti di esprimere la sua opinione, a chi piace a chi non piace. Il nuovo format della caffetteria torrefazione funzionerà.
Lei andrà a provare?
Certo, non appena apre, perché la prima settimana Starbucks sarà inaccessibile. Ma dopo ci andrò.