COMO – In un era in cui tutti hanno a cuore le pubbliche relazioni è difficile incontrare due giovani comaschi come Ezio Vasile Lacatusu di Lomazzo e Mattia Corigliano di Guanzate, poco preoccupati della loro immagine e intensamente protesi a lavorare che, nel loro caso, significa anche “creare” nuovi prodotti.
Da un modesto laboratorio artigianale sono passati a qualcosa che ha buone basi per assomigliare ad un possibile futuro impero del gelato.
Incuriositi (perché anche noi non disdegnano il gelato) siamo andati a dare una sbirciatina tra i ferri del mestiere dei due intraprendenti giovani e soprattutto per capire su che cosa appoggia la loro cultura aziendale.
Yulty (you=tu e healthy=benessere, cioè “il tuo/vostro benessere”) è un gelato con scarso apporto calorico ed elevate capacità proteiche. Ezio ha la passione del fitness e dell’alimentazione ed è convinto che non esiste alcun alimento che non ingrassi e che tutto dipenda dalla quantità.
Questo gelato è nato in un laboratorio artigianale del Basso Comasco, senza alcun aiuto finanziario ai suoi produttori da parte delle Istituzioni, che dovrebbero investire sui giovani artefici di start up o di elementi innovativi.
Il gelato ha quattro ingredienti fondamentali: latte fresco, proteine del latte, fibre vegetali, zucchero. Il prodotto dei due giovani imprenditori si differenzia in questo ultimo ingrediente perché è principalmente destinato a chi abitualmente pratica sport, quindi lo zucchero è sostituito con il fruttosio (zucchero della frutta), mentre la linea che verrà offerta nella grande distribuzione prevede uso di zucchero di canna.
La linea per sportivi è composta di tre gusti: cacao, vaniglia, cocco; quella destinata al grande pubblico attraverso i supermercati avrà come gusti cacao, fior di latte e caffè. Il tutto sarà disponibile per la prossima primavera/estate.
Yulty è un gelato rivolto ad un grande pubblico con gusti variegati per soddisfare ogni palato perché, come afferma Ezio, «l’importante è puntare sul sapore perché il pubblico compra per il gusto del piacere».
Una cosa è certa, due giovani comaschi di appena ventiseianni, nel prossimo futuro sfideranno grandi marchi che tenteranno di capire cosa e quanto inciderà il loro prodotto sul mercato dell’alimentazione, ma forse, Mattia e Ezio, hanno compreso una regola fondamentale del business: “Se si comprende ciò che il consumatore desidera tutto il resto va da sè”.
Per approfondire meglio la “storia” dei due amici, abbiamo chiesto a Ezio come è nata la loro idea.
Sono un amante del fitness e come tale l’alimentazione occupa un ruolo fondamentale. Condurre uno stile di vita sano, soprattutto a tavola, può non essere semplice.
Ero stufo di dover rinunciare ai piccoli piaceri, così ho deciso di migliorare da un punto di vista nutrizionale dei cibi di cui siamo tutti golosi, ma senza ripercuotersi sul gusto, facendo così nascere Yulty.
Quante e quali difficoltà avete incontrato per far decollare il progetto?
Fortunatamente la voglia di fare ha sempre dato buoni risultati e i buyer con i quali abbiamo avuto a che fare hanno immediatamente capito le potenzialità del nostro progetto. Nonostante il desiderio di voler espandersi facendo conoscere Yulty a quante più persone possibili, la difficoltà maggiore per noi è stato l’autofinanziamento.
Secondo lei che cosa deve avere un gelato per essere di qualità?
Siamo abituati a mangiare cibi che non hanno più sapore e pieni di ingredienti superflui per permettere a loro di mantenersi a lungo sullo scaffale. Credo che spesso la qualità stia nella semplicità stessa e nell’accortezza della selezione degli ingredienti.
Avete scelto gusti differenti da destinare alla linea sportiva e commerciale, perché?
Nell’ambito sportivo i gusti che vanno per la maggiore sono sempre stati cacao, vaniglia e cocco. Per chi segue un alimentazione rigida può essere un ostacolo mentale pensare al gelato, quindi, usando dei gusti più famigliari siamo riusciti ad avvicinare e a far apprezzare chiunque, non solo gli sportivi!
Data la risposta positiva del mercato, quest’anno abbiamo inoltre deciso di creare una linea “meno tecnica”, introducendo due nuovi gusti come il caffè e il fior di latte, per soddisfare anche un’altra tipologia di cliente.
Donatella Salambat