MILANO – Si chiama Cana la nuova stampante molecolare che, nelle intenzioni dei suoi inventori, è destinata a rivoluzionare il mercato delle bevande. Cana – probabile il riferimento evangelico alle omonime nozze in cui Gesù tramutò l’acqua in vino – nasce da un’intuizione avuta nel 2018 dall’imprenditore e investitore statunitense David Friedberg.
Tutto è partito da un concetto, nell’essenza, molto semplice: la maggior parte delle bevande industriali è fatta, per oltre il 90%, di acqua.
Ci sono poi zuccheri o alcol, mentre i composti chimici che attribuiscono colore, aroma e sapore sono in media appena l’1% del volume.
Perché allora non individuare e selezionare un assieme di ingredienti di base, che, combinati in vario modo, sarebbero in grado di riprodurre le caratteristiche di decine di bevande diverse.
E inserirli quindi in una cartuccia universale da utilizzare in una macchina capace – infondendo questi composti nell’acqua, attraverso una particolare tecnologia – di erogare la bevanda desiderata.
Un po’ come il famoso replicatore di Star Trek, capace di ricreare qualsiasi varietà di cibo partendo dall’energia pura o da una materia inerte.
Fantascienza? No, realtà (anche se in modo diverso rispetto a come avveniva a bordo dell’Enterprise).
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