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venerdì 22 Novembre 2024
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LAVAZZA – Provata per la prima volta la macchina per caffè spaziale

La macchina realizzata da Lavazza e Argotec con l’aiuto dell’Agenzia spaziale italiana e della Nasa che produce un caffè in busta da bere con una cannuccia

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TORINO – È stata provata domenica 26 ottobre per la prima volta, sotto gli occhi del pubblico del Salone del Gusto, la macchina espresso realizzata da Lavazza insieme con Argotec e in collaborazione con la Nasa, in grado di scodellare un caffè spaziale. Un espresso ad alto contenuto scientifico in grado di sgorgare all’interno di una navicella spaziale e di essere apprezzato dagli astronauti grazie a un capolavoro ingegneristico.

Basti pensare che quando Lavazza propose all’Agenzia Spaziale l’idea, la risposta fu: «Ma voi siete matti!». E invece ieri a mezzogiorno a La Stampa Point si è realizzato il miracolo: il caffè – come sarebbe piaciuto a Battiato – si è dimostrato in grado di superare le «correnti gravitazionali» ed essere consumato nei dintorni della Luna.

Ad azionare il magico pulsantino che ha fatto confluire l’espresso in uno speciale contenitore di plastica da cui poteva essere sorbito con una cannuccia, un ingegnere dell’Argotec, l’azienda che ha prodotto, insieme con Lavazza e sotto l’occhio vigile dell’Agenzia spaziale italiana, quel caffè di cui l’astronauta Luca Parmitano lamentò una grande mancanza durante le sue lunghe giornate nello spazio.

«Dopo quella frase – ha raccontato ieri Giuseppe Lavazza vicepresidente dell’azienda di famiglia – decidemmo di tentare l’impresa: non era certo facile riuscirci in condizioni di microgravità, ma ce l’abbiamo fatta». Sarà l’astronauta Samantha Cristoforetti (FOTO) che partirà per una missione sulla Iss il 23 novembre prossimo, la prima a provare il caffè espresso italiano spaziale uscito da IssPresso, la macchina espresso a capsule capace di lavorare nello spazio. Ad un primo sguardo sembra soltanto un bel marchingegno. In realtà il suo sportello è fatto con lo stesso materiale dei vetri dello Shuttle. Insomma, un gioiello.

Ad assaggiare questo prodigio scientifico, i vicedirettori de La Stampa Massimo Gramellini e Luca Ubaldeschi. Il primo commento? «È proprio un caffè», ha detto Gramellini. E Giuseppe Lavazza di rimando: «Mi ha fatto il complimento più bello possibile. Un vero caffè, come quelli che si bevono ogni giorno al bar o a casa, di più non poteva dire».

Eccolo, il primo test sulla Terra, dell’espresso in grado di sgorgare dal beccuccio della macchina espresso ed essere bevuto dagli astronauti che si cullano nella stratosfera, magari affacciati a un oblò con vista sl nostro Pianeta.

L’esperimento, che si è concluso con un successo anche nella variante più sofisticata del cappuccino (sì, esiste anche quello ed è una specie di meringa che esplode dolcemente sul palato) ha soddisfatto anche il pubblico. «C’è qualcosa di materno nel bere questo espresso avvicinando la bocca alla bustina di plastica, è un ritorno a essere bambini, sembra di succhiare il latte dalla mamma: è caldo e materno, risveglia qualcosa di estremamente positivo».

Gramellini ha poi chiesto a Lavazza come mai un colosso simile non abbia mai tradito Torino (sta realizzando il suo nuovo quartier generale, la «Nuvola» proprio nel quartiere Aurora dove un tempo c’era la seconda sede). E Giuseppe Lavazza: «Noi siamo un po’ scaramantici: e Torino ci ha sempre portato fortuna, quindi, città che vince non si cambia».

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