MILANO – Arianna Mingardi a partire dal 5 settembre, è stata eletta nuovo presidente dell’Associazione Caffè Trieste. Un primato che è ancora freschissimo ma che in realtà è frutto di un lavoro di riflessione e sviluppo professionale durato anni, proprio con la consapevolezza che trovarsi a ricoprire un ruolo di questo tipo comporta specifiche responsabilità.
E Arianna Mingardi non si tira certo indietro, anzi.
Ma lei non si vuole far chiamare presidente, è corretto?
“Insieme alle persone che si muovono all’interno dell’Associazione Caffè Trieste, preferisco collaborare senza comandare sugli altri, esattamente così come hanno fatto tutti coloro che mi hanno preceduto da presidente. Il fatto di aver ricevuto la fiducia dei consiglieri attuali per ricoprire questa carica, non mi fa sentire superiore: lo spirito di amicizia e di collaborazione, è la cosa più importante.
Quindi invito tutti a chiamarmi Arianna: poi ovviamente sono presidente, ma credo che si lavori meglio considerandosi tutti alla pari, senza che venga messa su un piedistallo. Sento una responsabilità rispetto a questa posizione: è da qualche anno che mi veniva proposta ma ho sempre rimandato perché, nonostante mi muova all’interno dell’Associazione da 10 anni e nella azienda Amigos Caffè da 33, sentivo e sento che ho ancora tanto da imparare e scoprire.
Aggiungo continuamente nuove competenze e informazioni al mio bagaglio personale che è tutt’oggi in divenire. Certo, tutti mi chiameranno presidente, ma quando entro nel Consiglio direttivo sento il “buonasera Arianna” e quando vado via, un “arrivederci Arianna”.”
Come mai questo è stato l’anno in cui ha deciso di ricoprire questo ruolo?
“Nel 2021 ho preferito accettare prima la carica di presidente della Categoria Alimentaristi Artigiani all’interno di Confartigianato Trieste, in quanto Amigos Caffè è ancora un’azienda artigiana, come molte aziende del comprensorio di Trieste lo sono e per questo ho voluto prima mettermi alla prova nella mia “confort zone”. Ho voluto verificare che le mie conoscenze potessero portare benefici in un ambiente che considero più cucito sulla realtà della mia azienda
Poi, onestamente, c’era bisogno di riorganizzarci tutti per ripartire dalla pandemia e nel post Covid mi sono dedicata soprattutto ad Amigos Caffè. Volevo essere certa di poter portare qualcosa in più e trovarmi pronta per l’Associazione: non sono una persona che fa le cose con superficialità, pronta sempre ad aiutare tutti: non mi sottraggo mai.
Quindi, perché quest’anno?
Quando ne ho parlato in famiglia, con mio marito e con le mie due figlie, che sono il mio sostegno e con i quali mi confronto sempre, mi hanno dato il loro appoggio. Il Direttivo si è fatto avanti con la proposta e a casa mi è stato chiaramente detto: “Ora o mai più, Arianna”. Ed era quello che mi serviva.
Con questo spirito di gioia, nonostante avessi messo sul tavolo di discussione tutti i miei dubbi di fronte ai consiglieri, compreso quelli personali, il mio essere madre e nonna, gli impegni con il volontariato, ho trovato il loro completo appoggio.
C’è stata anche un po’ di emozione la sera del 5 settembre, lo confesso, quando il consiglio direttivo ha ricordato la figura di mio padre, Severino Mingardi, fondatore di Amigos Caffè, dicendomi che erano certi che sarei stata in grado a mia volta di dare la mia impronta alla filiera del caffè di Trieste, come fatto a suo tempo da lui.”
Donna, presidente e imprenditrice: cosa può dire a riguardo?
“In 133 anni, mi sento ancora più responsabile ad essere la prima presidente: sino ad oggi questo incarico non era stato mai accettato da una donna, anche se non sono informata se in passato fosse mai stato proposto ad altre donne. Non sono per niente intimorita però dall’essere alla guida, perché già educata subito da mio padre a non avere paura di affrontare qualsiasi sfida.
Da quando sono entrata 33 anni fa in Amigos, ho trovato soltanto supporto e so quindi che si può fare. È vero che però i 33 anni mi hanno completato come individuo e il fatto di essere ora presidente, mi fa innanzitutto presentare come persona e non come donna imprenditore. Sono Arianna Mingardi, ed è l’essere umano che vale, più di qualsiasi differenza tra uomo e donna.”
Quali sono i suoi propositi e il programma che lei ha in mente a capo dell’associazione?
“E’ troppo presto parlare di obiettivi per il futuro. Dal 5 settembre a oggi, così come ho scritto ai soci in una lettera, ho preso in carico ciò che mi è stato consegnato dalla precedente presidenza e che deve essere portato a compimento. Ci sono ancora situazioni, eventi, workshop, Festival e la TriesteEspresso Expo che devono essere conclusi nel mese di ottobre che è molto vivace a Trieste per l’Associazione Caffè.
Uno dei miei obiettivi poi a lungo termine, è cercare di creare coesione e sinergia tra le aziende del territorio, tra quelle del caffè e di altri comparti: credo sempre nella comunione di intenti. È difficile, ma ho potuto già notare ad Host Milano, il successo dello stand collettivo con Demus: ci sono state delle perplessità ma non mi arrendo.
È stata un’esperienza valida che ha stuzzicato gli altri soci e partiremo di nuovo da questo punto per dimostrare che si può lavorare insieme pur rimanendo competitivi anche in visione di tante altre Fiere e manifestazioni.”
Quindi lei, anche dal punto di vista di titolare di impresa, trova oggi utile fare parte ed essere rappresentati da un’associazione?
“Ne sono assolutamente certa. Credo che l’Associazione (forte anche dell’esperienza come presidente degli alimentaristi Confartigianato) per la nostra città, abbia ancora motivo di esistere.
Ci sono sfide sul mercato internazionale che conosciamo tutti e che ci attendono. Le quotazioni attuali della materia prima, tra speculazioni, regolamenti e cambiamento climatico, la chiusura di rotte di navigazione, i conflitti che continuano a peggiorare la situazione economica non solo sul piano internazionale danneggiano la filiera del caffè e rendono ancora più necessaria l’esistenza di un’Associazione sul nostro e per il nostro territorio che ha un indotto importante.
Già il post Covid era il principio di una situazione di continuo stress per il nostro settore, che è culminata quest’anno e che ci accompagnerà nel 2025 e oltre. Ci saranno sempre dei fattori straordinari da gestire: il fatto di poter trovare soluzioni e confrontarsi, essere coesi, è fondamentale
Ha contato su dei presidenti di estremo valore: alcuni li ho conosciuti e altri tutt’ora li conosco. l’Associazione caffè Trieste è una delle poche rimaste attive e ne sono orgogliosa.
Per questo può ancora agire, e fare qualcosa, aiutandoci a farci ascoltare anche di fronte alle istituzioni del territorio. Ne abbiamo bisogno, perché siamo spesso considerati come un settore che non ha bisogno di sostegno.
Come mai?
Probabilmente perché il prodotto di cui ci occupiamo è il bene coloniale per eccellenza, infatti il caffè, assieme al tè, alle spezie e al cioccolato, rappresenta la materia prima più esportata al mondo sul totale del valore mondiale delle esportazioni e per questo, trova maggiore difficoltà ad attirare l’attenzione.”
Parliamo invece dell’altra anima di Arianna Mingardi, Amigos Caffè: ora che TriestEspresso Expo è alle porte, che cosa possiamo anticipare di ciò che attende gli ospiti allo stand? Ormai nelle edizioni precedenti, li avete abituati bene.
“Senza svelare troppi dettagli, che attendono giustamente l’elaborazione completa in vista della fiera: proporremo uno stand rivisitato, che farà capire a chi ci verrà a trovare che stiamo attuando un nuovo cambiamento nella comunicazione. Si noterà che stiamo puntando su una diversa immagine dell’azienda, una nuova brand identity.
Il nostro intento, sin dal 2016, è stato quello di far prima conoscere la nostra famiglia, le persone, l’impegno e la professionalità. Ora crediamo sia giunto il momento di far comprendere anche la nostra passione e il nostro know how.
Vogliamo continuare a portare il messaggio che la bevanda caffè non è da bere soltanto frettolosamente: il prodotto caffè è un viaggio, che non deve essere fatto solo raggiungendo paesi attraverso i vari mezzi di trasporto, ma ci sono anche altri strumenti sui quali Amigos vuole far riflettere i propri visitatori.”