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Arabica e Robusta: previsto un calo nella produzione mondiale

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MILANO – Efficientissimo il servizio statistico dell’Organizzazione, che ha diffuso, già nel pomeriggio di ieri, il report statistico relativo al mese di febbraio. In evidenza, in apertura, l’andamento divergente di arabica e robusta, con i primi in flessione e i secondi in consistente recupero, che ha ristretto la forbice dei differenziali tra le rispettive tipologie. Il punto La media mensile dell’indicatore composto ha subito un nuovo ripiegamento (-3,5%) scendendo a 182,29 centesimi per libbra e confermando il ciclo negativo subentrato dall’inizio della nuova annata caffearia. In calo tutti gli indicatori degli arabica. New York perde il 6,8%.

Arabica: in consistente flessione anche brasiliani naturali e altri dolci (rispettivamente –5,6% e – 5,5%)

I colombiani dolci, infine, arretrano del 4,6%. Risorgono, invece, i robusta (+5,4%), che tornano sopra la soglia del dollaro/libbra e l’indicatore del Liffe (+5,3%). La media mensile dell’indicatore composto si attesta su un livello inferiore del 15,6% a quello di febbraio 2011 e del 13,4% alla media dell’intero anno solare trascorso. Rettifiche importanti Rilevanti correzioni – a nostro giudizio non adeguatamente segnalate – si osservano intanto nella tabella riepilogativa relativa alla produzione mondiale 2011/12, la cui stima (comunque tuttora in progress) viene ridimensionata di 2,367 milioni di sacchi (-1,8%) rispetto al report di gennaio e portata a 128,546 milioni di sacchi.

Rettificati in negativo i dati di tutte le aree geografiche. La produzione dell’Africa viene tagliata di 233.000 sacchi, a seguito delle minori previsioni produttive dell’Uganda. Quella dell’Asia di 1 milione di sacchi, per effetto delle diminuite aspettative di raccolto in Vietnam, dove Vicofa ha decurtato la stima per l’annata in corso da 18,5 a 17,5 milioni di sacchi.

In Messico & America centrale, la correzione al ribasso è di 112.000 sacchi e va imputata quasi per intero a El Salvador. La produzione dell’America meridionale viene infine ridimensionata di 1.020.000 sacchi, a seguito di previsioni più pessimistiche concernenti il raccolto del Perù. Per effetto di questi nuovi dati, l’intera produzione mondiale per l’annata in corso risulta minore del 4,3% rispetto a quella del 2010/11, con il solo dato dell’Africa in ripresa sull’annata precedente.

Export di Arabica: nei primi 4 mesi dell’annata caffearia in corso, l’export segna un calo del 3% scendendo a 32,6 milioni di sacchi dai 33,6 dello stesso periodo dell’annata passata

I dati disaggregati evidenziano, anche in questo caso, andamenti opposti, con colombiani dolci (-18,3%) e brasiliani naturali (-12,3%) in calo e altri dolci (+7,6%) e robusta (+7,4%) in ripresa. Diminuisce l’export di Brasile (-12,8), Colombia (-18,7%) e India (-2,7%), mentre è in crescita quello del Vietnam (+23,1%), dell’Indonesia (+14,9%) e del Perù (+39,4%). Scorte ai minimi Le scorte iniziali del paesi esportatori sono stimate ai minimi storici di 17,4 milioni di sacchi.

Quelle dei paesi importatori si sono reintegrate al livello, relativamente rassicurante, di 22,3 milioni di sacchi, contribuendo a raffreddare il mercato dopo i picchi di maggio 2011. Consumi I consumi mondiali nell’anno solare 2010 sono stimati in 135 milioni di sacchi, in netta ripresa (+2,4%) dopo il calo dello 0,82% registrato nel 2009, sul quale incise la crisi economica globale.

Sulla base dell’andamento degli ultimi 40 anni, che hanno visto un tasso composto annuo di crescita dell’1,6%, l’Ico traccia 3 scenari potenziali di evoluzione della domanda (basso, medio e alto) di qui alla fine del decennio, che stimano i consumi nel 2020, nell’ordine, a 156,7, 164,6 e 172,8 milioni di sacchi, a seconda che il tasso di incremento sia, rispettivamente dell’1,5%, 2% o 2,5%. Dati che evidenziano – a nostro parere – l’esigenza urgente di politiche volte a pianificare un consistente incremento o rilancio delle produzioni in quasi tutti i paesi esportatori.

Conclusione

Il raccolto brasiliano si preannuncia, secondo le stime ufficiali Conab, su livelli record (50,6 milioni di sacchi, considerando il valore mediano della stima), ma vista la rapida crescita dei consumi interni, esso non impatterà più di tanto i prezzi mondiali. Inoltre, le condizioni climatiche sfavorevoli continuano a limitare l’offerta di arabica lavati, in particolare per quanto riguarda l’area latino americana. Nonostante la recente correzione al ribasso registrata dagli arabica, dunque, l’outlook di lungo termine lascia intravedere livelli di prezzi sempre elevati, anche se lo svalutarsi del dollaro rispetto alle valute di quasi tutti i principali paesi esportatori potrebbe limare i guadagni dei produttori.

Ico – Export di Arabica e Robusta di gennaio in calo del 10%

Ancora in calo l’export mondiale di caffè. Secondo le statistiche ufficiali Ico – diffuse nel pomeriggio di ieri – le esportazioni sono state pari a gennaio a circa 7,99 milioni di sacchi, in flessione del 9,95% rispetto ai 8,87 milioni dello stesso mese di un anno fa. Cumulativamente, nei primi 4 mesi dell’annata caffearia 2011/12 (ottobre 2011 – gennaio 2012), l’export registra un -3% scendendo a 32,59 milioni di sacchi, contro 33,61 del periodo equivalente del 2010/11.

Nel corso degli ultimi 12 mesi disponibili, le esportazioni hanno raggiunto quota 103.486.589 sacchi, pari al 5,44% rispetto ai 12 mesi precedenti. In lieve calo (-0,3%) l’export di arabica, che si attesta a 65,96 milioni, mentre risulta in forte crescita (+17,3%) quello dei robusta, pari a circa 37,5 milioni di sacchi.

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