MILANO – Incertezza e volatilità rimangono i leitmotiv del mercato degli arabica, che ha registrato ieri una parziale ripresa (+190 punti), dopo tre chiusure consecutive in territorio negativo.
Molto ampio il range della seduta di mercoledì, durante la quale il contratto per scadenza ravvicinata dell’Ice Futures US è oscillato tra un minimo di 167,90 e un massimo di 178,30 centesimi/libbra, per chiudere in rosso di 415 punti.
La correzione al ribasso dai massimi di marzo supera il 15%, ma il contratto spot del mercato newyorchese rimane comunque su livelli superiori di oltre il 56% a quelli di inizio anno.
Gli analisti sottolineano come al saliscendi continuo dei prezzi contribuisca non poco l’attività degli speculatori a breve. Va detto comunque che l’incertezza sulla situazione brasiliana obbliga tuttora gli operatori a navigare a vista.
“Abbiamo avuto notizia di un miglioramento del quadro meteo: un po’ di pioggia c’è stata – osservava mercoledì Edward Bell di Economist Intelligence Unit – ma sino a che non avremo una cognizione precisa del danno subito dalle colture, la situazione rimarrà esplosiva”.
Nell’immediato, tuttavia, i prezzi potrebbero addirittura scendere ancora. Questa almeno l’opinione di Rodrigo Costa – responsabile caffè per Newedge USA – che osserva nelle chart una figura “testa e spalla”, che potrebbe preludere a ulteriori ribassi, qualora il contratto “C” scendesse sotto i 170 centesimi.
Secondo Comexim – uno dei più importanti esportatori di caffè brasiliani – la siccità ha avuto un impatto differenziato nelle principali regioni di produzione del Minas Gerais.
Le conseguenze maggiori si registrerebbe nella Zona da Mata, dove il raccolto potrebbe risultare inferiore del 40-45% alle previsioni iniziali, sostiene John Wolthers, uno dei trader della società. Nel Sud de Minas, le perdite di raccolto sarebbero comprese tra il 15% e il 20%, mentre il Cerrado, grazie all’utilizzo diffuso dell’irrigazione, non dovrebbe subire danni gravi.
Critica la situazione nello stato del Paraná, dove il raccolto appare gravemente compromesso dall’effetto combinato delle gelate dell’inverno scorso e della siccità estiva.
Comexim stima attualmente la produzione di quest’anno tra i 47 e i 49 milioni di sacchi.
Le scorte di riporto al 1° luglio dovrebbero raggiungere gli 11,5 milioni di sacchi, contro i circa 14 milioni dell’anno scorso.
Solo al momento della raccolta sarà tuttavia possibile – secondo Wolthers – avere un’idea precisa sull’entità di questo raccolto e (in base allo stato delle piante) sul potenziale del prossimo.
Intanto, il forte calore degli ultimi mesi ha determinato un’accelerazione del ciclo vegetativo degli arbusti. Ciò farà sì che il raccolto di quest’anno cominci in anticipo.
I produttori di conillon dell’Espírito Santo si stanno già mettendo al lavoro, mentre le operazioni di raccolta nel Sul de Minas dovrebbero iniziare a metà mese.
Anche secondo il Consiglio nazionale del caffè (Cnc), il raccolto di quest’anno partirà almeno 15-20 giorni prima rispetto alle tempistiche consuete.