Secondo la relazione di Appe, l’associazione padovana dei pubblici esercenti, quattro attività su dieci nel Padovano, fra ristoranti e bar, chiudono dopo cinque anni dall’inizio dell’attività. Fra i dati emergono anche le figure professionali più richieste: il cameriere di sala (ben 1.210), il banconiere (300), l’aiuto cuoco (270). In tutto sono 2.630 le figure ricercate nel territorio, rispetto a un totale in Veneto di 19.940. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Dimitri Canello pubblicata sul Corriere della Sera.
La relazione di Appe e lo stato dei locali a Padova
PADOVA – A cinque anni da quando sono stati avviati, nel Padovano quattro su dieci, fra ristoranti e bar, chiudono e cessano l’attività.
È quanto emerge dalla relazione di Appe, l’associazione padovana dei pubblici esercenti, presentata nella sede di via Savelli sui primi sei mesi del 2024: “Per quanto ci riguarda – spiega Federica Luni, presidente di Appe – abbiamo una spiegazione precisa, sfaccettata e divisa fra diverse motivazioni. Innanzitutto una valutazione errata del rischio d’impresa, poi la presenza di troppe attività dello stesso settore in un’unica zona, un profilo errato di clientela a cui ci si rivolge. A questo si aggiunge anche la location, che spesso non viene adeguatamente valutata. Insomma, trapela una certa impreparazione di fondo per l’attività che si svolge”.
Offerte di lavoro
Fra i dati presentati da Appe ce ne sono altri di sicuro appeal. Come ad esempio il numero di figure professionali più richieste: il cameriere di sala (ben 1.210), il banconiere (300), l’aiuto cuoco (270). In tutto sono 2.630 le figure ricercate nel territorio padovano, rispetto a un totale in Veneto di 19.940.
Riguardo, invece, alla quota di assunzioni, alcuni settori registrano un deciso aumento rispetto allo stesso periodo del 2023: “Il trend in rialzo – spiega Giulia Erba – riguarda le ristorazioni per asporto, che fanno registrare un +22%, ancor meglio le mense con un +31%, poi gelaterie e pasticcerie con un +14%. Insomma il lavoro c’è, l’unico problema è quello di trovare persone che abbiano voglia di mettersi in gioco e di faticare. Perché bisogna metterci impegno, chi fa la nostra attività sa bene quello che intendiamo”.
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