lunedì 23 Dicembre 2024
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Un espresso migliora i tempi di reazione anche degli anziani

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MILANO – Adesso non ci son o più scuse. Sì perché per molti un caffè espresso è indispensabile per cominciare una giornata. Berlo infatti aiuta a svegliarsi e a stare più attenti a quello che si fa.

Ora pero’ uno studio dell’Universita’ di Bristol fa luce su un altro effetto importante di questa bevanda. Secondo i risultati, presentati in occasione del meeting annuale della Cognitive Neuroscience Society, la caffeina puo’ migliorare i tempi di reazione, specialmente negli anziani.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che gli anziani che assumono compresse di caffeina, l’equivalente di due tazze di caffe’, ottengono punteggi piu’ alti ai test sull’attenzione.

Questi risultati aprono la strada a nuovi trattamenti per migliorare la capacita’ cognitiva delle persone affette da demenza. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto nello studio 20 anziani in buona salute, sottoposti a test di valutazione per nove giorni.

Prima dello studio ciascun partecipante non ha consumato caffeina per una settimana.

Gli scienziati hanno poi poi dato ai soggetti pillole caffeinate o decaffeinate a giorni alterni.

“Se hanno ricevuto la decaffeinata il primo giorno hanno avuto la caffeina il secondo giorno, e cosi’ via”, ha spiegato Kanchan Sharma, autore dello studio.

Le dosi di caffeina venivano anche alternate da 62 mg a 100 mg. I partecipanti sono stati poi sottoposti a test di valutazione dell’attenzione, compresi i tempi di reazione.

“C’e’ stato un test dove appena vedevano un quadrato rosso sullo schermo del computer dovevano premere un pulsante rosso su un controller”, ha detto Sharma.

“Abbiamo scoperto che, quando si deve scegliere tra un quadrato rosso e uno blu su uno schermo, le reazioni migliorano con la caffeina”, ha aggiunto.

Cosi’ gli scienziati hanno capito che una dose elevata di caffeina migliora i tempi di reazione cognitiva.

Tuttavia, lo studio e’ ancora alle fasi iniziali e si e’ appena spostata l’attenzione sulle persone con la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson.

 

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