domenica 22 Dicembre 2024
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Schiavon sulla fiera Gast di Lubiana: “Importante che lo sviluppo del caffè passi per la valorizzazione dei prodotti tostati localmente in Italia”

Il business development manager di Espresso Coffee Shop: "La Slovenia ha avuto subito l'influenza della cultura caffeicola dalla sua eredità austroungarica come dalle influenze del caffè turco ancora pulsanti nei Balcani. Naturalmente i torrefattori italiani potrebbero sfruttare le sinergie con la ristorazione italiana, che viene inevitabilmente assimilata dai nostri vicini"

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Antonio Schiavon, business development manager di Espresso Coffee Shop, esprime la sua opinione sulla fiera Gast di Lubiana, dedicata al mondo dell’horeca, con una particolare analisi del settore del caffè che lui stesso ha definito “sotto tono e poco visibile”. Leggiamo di seguito la sua opinione.

La fiera Gast di Lubiana

di Antonio Schiavon

LUBIANA – “La fiera Gast di Lubiana si è conclusa la settimana scorsa: l’abbiamo visitata per meglio capire come il caffè si integri nella proposta dei bar e dell’ospitalità in generale. La struttura della fiera di Lubiana è ancora fortemente connotata dall’impatto austero delle costruzioni pubbliche dei paesi che erano raggruppati dal termine “Jugoslavia”.

In questo contesto, dove il grigiore delle strutture molto datate veniva bilanciato da una certa atmosfera leggermente caotica e timidamente “balcanica”, si è tenuta la fiera di riferimento per l’hotelerie e la ristorazione che è giunta alla sua sedicesima edizione.

La presenza del settore caffè, è necessario premetterlo, era purtroppo poco visibile. In passato ci sono stati degli spazi per le competizioni di latte art o altri contest tra/per barisiti ma quest’anno il mondo del caffè era visibilmente sottotono.

Forse lo stand più rappresentativo della proposta espresso era lo stand di Elmont Bled (azienda dall’omonima deliziosa località turistica) che da anni rappresenta Rancilio, Mazzer unitamente a varie attrezzature professionali per il lavaggio. Qui era possibile gustare l’espresso di Caffè Pavin: un torrefattore della provincia di Padova che è saldamente radicato in quei territori grazie ad una attenzione pionieristica (per i volumi complessivi) dedicata all’export.

Erano molto visibili le macchine da caffè di BCF, l’azienda della famiglia Brutti, che include anche il marchio CB Royal e che si impone sempre più, non solo nell’Est Europa (in Slovenia queste macchine si trovano nelle aree di servizio lungo le autostrade) con Barcaffè, azienda della multinazionale croata Atlantic Grupa.

barcaffè espresso gast
Barcaffè Espresso a Gast (immagine concessa)

Forse l’unico torrefattore sloveno che si poteva notare tra i padiglioni (due) della fiera era Bar2000 dell’Elle-Gi di Koper (o Capodistria come noi italiani insistiamo a chiamarla).
Una presenza così ridotta del mondo del caffè all’interno della fiera stride con quanto succede fuori dal perimetro espositivo.

In Slovenia ci sono molti microtorrefattori locali tra cui: Mariposa Coffee Roasters, Coronini, Hikofi, Kolektiv22,Escobar, Coffee Iconic, Tovarna Kave, Malaprazarna ed ovviamente Stow.

Stow è stato tra i primi esponenti del mondo Specialty in Slovenia nel suo primo locale nel centro di Lubiana (dove il titolare Ales distribuisce anche macchine da caffè per i coffee lovers locali).

Un pensiero conclusivo: sarebbe importante per lo sviluppo dell’offerta del caffè in un paese così attento alla crescita del turismo passasse anche attraverso la valorizzazione dei prodotti tostati localmente.”

La Slovenia ha avuto subito l’influenza della cultura caffeicola dalla sua eredità austroungarica come dalle influenze del caffè turco ancora pulsanti nei Balcani

“Naturalmente i torrefattori italiani potrebbero sfruttare le sinergie con la ristorazione italiana, che viene inevitabilmente assimilata dai nostri vicini.

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Uno degli stand dedicati al caffè a Gast (immagine concessa)

In assenza di una alternativa si è costretti a sorseggiare la birra Lasko o Union, storici birrifici un tempo sloveni che oggi, ovviamente, appartengono ad una solite multinazionali del settore dove meno di 10 aziende controllano oltre l’80% delle birre bevute al mondo.

Non vorremmo mai che anche nel mondo del caffè venga imposto un gusto unico lasciandoci solo l’illusione di una scelta, che in realtà è impossibile.”

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