MILANO – Come sempre quando si parla di caffè, la discussione va ben oltre la semplice tazzina. Questo rito infatti, è spesso veicolo di discussioni che coinvolgono la realtà circostanza. In questo caso specifico poi, in evidenza una questione di senso civico, posta da il noto torrefattore e imprenditore leccese, Antonio Quarta. Di solito un nome associato alla ricetta del caffè in ghiaccio alla salentina, stavolta portato in causa per un articolo su cui l’imprenditore stesso ha voluto porre la firma. Riprendiamo quindi il suo richiamo alla buona educazione e al rispetto della legge, pubblicato sul Quotidiano di Puglia.
Si tratta di un invito che coinvolge direttamente tutti i torrefattori italiani e la loro enorme flotta di furgoni impegnati nella distribuzione del caffè. Un piccolo gesto per la salvaguardia dell’ambiente e per rispettare il Codice della Strada. Anche in assenza di agenti.
di Antonio Quarta
C’è una pessima abitudine degli automobilisti che si sta diffondendo a macchia d’olio e a cui bisognerebbe porre margine: lasciare “momentaneamente” il motore della propria auto acceso, mentre si sbrigano faccende personali nei dintorni.
Ogni occasione è buona per questi concittadini menefreghisti della salute degli altri. Come comprare giornali o sigarette, fare la spesa da un fruttivendolo ambulante. Oppure, accompagnare i figli sin dentro l’edificio scolastico lasciando la macchina accesa per lunghissimi minuti.
Spegnere il motore, oltre all’ovvio risparmio del carburante, comporta un altrettanto evidente calo delle emissioni di CO2 nell’aria che respiriamo
Che di tutto ha bisogno tranne che di un “aiutino” da parte nostra. Ma di ciò a moltissimi concittadini non importa nulla. Detto questo, che attiene al buon senso e, senza offesa, alla buona educazione, mi permetto di osservare che questi comportamenti sono anche in palese contrasto con il “nuovo codice della strada“.
Il quale, all’art. 157, stabilisce che durante la sosta, il veicolo deve avere il motore spento, prevedendo – in caso di inosservanza- la sanzione da 41 a 168 euro. Il Comma 7 bis di questo articolo impone il divieto di tenere il motore acceso durante la sosta del veicolo. Anche se lo scopo è di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria del veicolo stesso; qui la sanzione amministrativa sale da 216 a 432 euro.
Come si vede, al legislatore non è sfuggita la valenza ambientalista di comportamenti così scorretti
Il problema è che i vigili urbani leccesi, ma anche delle altre città, si tengono occupati quasi esclusivamente a sanzionare i divieti di sosta! Benché parte della giurisprudenza (mi piace documentarmi quando prendo una posizione così netta) ha, tuttavia, messo risalto come questa sanzione possa essere elevata solo in caso di sosta e non di fermata, ossia di “temporanea sospensione della marcia anche se in area ove non sia ammessa la sosta, per consentire la salita o la discesa delle persone, ovvero per altre esigenze di brevissima durata”, mi pare che una presenza dei vigili urbani per contrastare il dilagare di questo brutto fenomeno sarebbe un forte motivo di dissuasione.
Quindi è bene che si sappia che la Polizia locale di qualunque comune italiano può sanzionare l’auto che sosta rimanendo accesa, con multe più salate in caso di accensione per mantenere in funzione l’impianto di condizionamento, sia in estate che in inverno.
Codice della strada alla mano.
Antonio Quarta