MILANO – Come sta andando la fase di ripresa per i locali in tutta Italia? Nessuno può descrivere meglio il contesto di chi ne fa parte e ha un contatto diretto con i pubblici esercizi: ecco l’intervista per il Quotidiano di Puglia, al patron Antonio Quarta, Quarta Caffè.
Antonio Quarta sul post pandemia
«Effetto lockdown sul turismo? Non in Puglia: sono sicuro che saremo la meta
più gettonata dell’estate 2020. E poi, basta pessimismo: nove bar su dieci hanno ripreso a
lavorare nel post pandemia».
Al bando le Cassandre: Antonio Quarta, presidente della Quarta Caffè, è ottimista sulla ripresa degli esercizi commerciali e delle strutture ricettive, dopo due mesi e mezzo di chiusura totale.
Presidente Antonio Quarta, due mesi e mezzo di lockdown hanno inciso pesantemente sul business di tanti settori, ma principalmente proprio sul turismo
“Sì, ma non è il caso di fare terrorismo psicologico. C’è stato un black out di due mesi e ora stiamo rimettendo la spina nella presa. Ma non abbiamo le macerie della distruzione tipiche di una guerra, possiamo riprendere da dove avevamo lasciato. È vero, il Pil al ribasso in aprile, che è un mese importantissimo per il turismo insieme a luglio e agosto, è stata una legnata. Si sono perse tutte le celebrazioni tipiche della primavera, come matrimoni, prime comunioni, cresime.
Senza dimenticare il turismo straniero, che predilige i mesi miti per venire da noi.
Ma quel che è perso è andato, possiamo solo recuperare.”
Secondo il Codacons, la Puglia sarà la metà estiva 2020 più gettonata, scelta da quasi un villeggiante su tre. A seguire, c’è sempre il Sud, ovvero Sicilia e Sardegna. Giugno è ormai al termine, come vede i mesi di luglio, agosto e settembre?
Andranno molto bene, le stime sono molto positive: al Sud verrà tanta gente e avremo lo stesso effetto causato dal terrorismo islamico alcuni anni fa. Non a caso solo il 20% degli italiani che vanno in villeggiatura sceglierà Grecia, Spagna, Egitto e Tunisia; mentre 8 su 10 resteranno in Italia. Un motivo in più per arrivare da noi in automobile, per poi ripartire carichi dei nostri prodotti locali. Inoltre, rispetto al Nord avremo un vantaggio competitivo, perché nelle città d’arte verranno pochi turisti d’oltreoceano.
Ritengo che, al netto di quelle famiglie che, purtroppo, sono state colpite maggiormente dal lockdown, la maggior parte della gente in questi mesi abbia risparmiato sulle spese familiari in genere. Lo dicono i dati della Banca centrale europea: solo a marzo, gli italiani hanno risparmiato 16,8 miliardi di euro, di contro ai 3,4 miliardi nello stesso periodo dello scorso anno. Figuriamoci ad aprile…”
Anche i bar e i ristoranti, che pure hanno riaperto dal 4 maggio, sono ancora gravati da molte limitazioni
Continua Antonio Quarta: “Bisogna rimettersi in moto con impegno ed entusiasmo
e non sono parole al vento. Innanzi tutto, alcune stime avevano previsto che il 20% di bar e ristoranti non avrebbe riaperto: nulla di più sbagliato, visto che sono tornati in pista il 93% degli esercenti.
È chiaro, le difficoltà ci sono: con gli ingressi contingentati, si consuma un chilo di caffè
in dieci ore, che vuol dire non più di 150 clienti al giorno. Il bar ha bisogno di uno scontri-
no medio più alto per far quadrare i conti.”
Come accelerare la ripresa?
“La rotta è sempre quella: puntare su professionalità e qualità. Il segmento delle torrefazioni ha investito moltissimo nei corsi per barman, con le varie specializzazioni: come azienda, da anni organizziamo corsi su “Espresso perfetto” e cappuccino “latte Art”.
Inoltre, mio figlio Edoardo ha allestito un laboratorio tutto suo sull’analisi sensoriale e
sul controllo di qualità delle varie origini di caffè, sull’uso dei termini tecnici e l’impiego
di attrezzature.
Ma il lockdown dei bar e dei ristoranti ha fatto riemergere prepotentemente l’utilizzo della moka: lei la usa ancora?”
Antonio Quarta: “Assolutamente sì. La pandemia ha permesso di riapprezzare l’importanza della moka, poiché si è stati portati a scandire il tempo nella propria casa. Riscoprendo così il gusto di un buon caffè e coinvolgendo tutti i sensi: olfatto, vista, gusto, udito e anche tatto. La preparazione del caffè con la moka è oggi l’unica poesia rimasta tra le mura domestiche: siamo italiani e dobbiamo difendere le nostre radici, non ci possiamo omologare agli stranieri.
A chi usa le capsule cosa risponde Antonio Quarta?
“Quarta caffè è sempre stata molto attenta all’ambiente e alla salute dei consumatori.
Consiglio di consumare le cialde: noi produciamo cialde con una miscela di alta qualità, ora anche decaffeinate, in carta biodegradabile, più economiche rispetto alle capsule, sulle quali c’è un grosso problema di smaltimento. Il nostro slogan made in Italy non cambia: espresso al bar, moka a casa.”
I l buongiorno si vede – e si gusta – anche con una tazzina di caffè. Un approccio sinestetico al mondo, quello di Antonio Quarta, che è anche una filosofia di vita: guardare sempre al bicchiere mezzo pieno, o meglio alla tazzina sempre mezza piena, lavorare
con impegno, investire nel futuro con consapevolezza, rispettare l’ambiente e la salute. Oggi, Quarta Caffè è local leader del settore, arrivando sia nelle case dei salentini, che sui tavolini di bar e ristoranti: la sua grande forza è sempre stata la filiera corta, che ha permesso al caffè di giungere nella tazzina fresco, fragrante e pro-
fumato.
Dagli anni Settanta in poi, la piccola torrefazione è diventata una vera e propria grande azienda, in cui i processi di industrializzazione hanno rafforzato il marchio, esteso la produzione e le vendite anche oltre il confine regionale e nazionale, e perfezionato le tecniche di packaging per mantenere inalterata la fragranza e la qualità. Ciò è stato reso possibile continuando da sempre a produrre miscele di caffè non sottovuoto, ma macinato fresco, ovvero “caffè vivo”.
Alla terza generazione di una conduzione imprenditoriale nata negli anni Cinquanta, da 8 anni Antonio Quarta è affiancato nella gestione della torrefazione dai figli Gaetano ed Edo-
ardo, che hanno introdotto ulteriori elementi di innovazione all’interno dell’azienda. Ed ecco che oggi Quarta Caffè scommette anche sull’e-commerce e su una produzione di nicchia di specialty coffee.
Senza dimenticare mai, però, quella tradizione che identifica il concept della Quarta Caffè caffè fresco e di qualità. Fu don Antonio Quarta senior a introdurre nel Salento una vera e propria cultura della degustazione del caffè: il primo esercizio pubblico di somministrazione fu aperto da lui negli anni Cinquanta, nel cuore barocco di Lecce, nei pressi di piazza Sant’Oronzo, e fu chiamato “Avio Bar”, in onore del colore blu del-
la divisa dei tantissimi avieri di stanza all’aeroporto di Galatina. Il primo e più folto pubblico del bar furono proprio quegli aviatori forieri di sogno e di futuro.
E fu in quel bar che nacque il caffè in ghiaccio, una rimodulazione del gustare questa antica bevanda che oggi è sinonimo di leccesità: «A differenza del caffè freddo – specifica Antonio Quarta junior – il caffè in ghiaccio ha tutta la fragranza di quello appena estratto dalla moka o dalla macchina professionale per espresso; sapendo al contempo donare refrigerio nelle calde estati salentine».
Negli ultimi anni, oltre alla presenza da leader nella produzione del caffè, l’imprenditore Antonio Quarta ha investito anche in strutture ricettive e in uno stabilimento balneare che rappresentano uno dei tanti fiori all’occhiello dell’accoglienza salentina. Ecco il Lido Orangesun e lo storico Hotel Club Azzurro a Porto Cesareo, perla jonica dai mari cristallini, e il boutique mari time hotel a 4 stelle Corte di Nettuno: quest’ultimo è a pochi passi
dal porto turistico di Otranto, ospita al proprio interno una statua del dio Nettuno ed espone una collezione privata di reperti di antica marineria. Un piccolo museo a portata di mano, che arricchisce l’esperienza di soggiorno.