OMEGNA (Verbania) – «Per noi questa mostra è un pugno nello stomaco. Per altri forse un’operazione nostalgia, un amarcord. Per noi no». Ha il magone Antonio Novellino, ex operaio della Bialetti. Lui, al pari di una quarantina di colleghi, non ha nulla da festeggiare e gli ottanta anni della Moka sono soltanto il riaprirsi di una ferita.
«Capisco che il museo e il Forum debbano fare il loro lavoro, conservare la memoria del territorio e dell’industria – prosegue Novellino – ma di noi, di chi è in mobilità, di quanti hanno perso il lavoro, chi si ricorda più? No, noi non partecipiamo a nessuna celebrazione, ci sentiamo solo molto tristi pensando alla fabbrica che non c’è più».
Nel capannone vuoto, nessuna traccia dell’omino coi baffi
Accanto a Novelino e agli ormai ex operai Bialetti c’è il sindacato che non digerisce l’evento celebrativo e la mostra allestita al Forum. «Omegna città della Moka? Magari lo fosse – dice Marco Cristina segretario provinciale della Fiom Cgil -. Invece della caffettiera Bialetti ci sono solo le ceneri. Per dirla con chiarezza e fuor di metafora sono rimasti gli operai in mobilità a 600 euro al mese, e tra un anno non avranno nemmeno questa miseria, ed un capannone vuoto. Non hanno lasciato nemmeno più il logo Bialetti e l’omino coi baffi che campeggiava all’ingresso della fabbrica».
I ricordi, almeno quelli, sono rimasti. «Sappiamo benissimo che il passato non ritorna e di ricordi non si vive – aggiunge Novellino – ma un po’ di attenzione verso di noi, che siamo ciò che resta della Bialetti, gli organizzatori potevano anche averla».
L’addio tre anni fa: la fabbrica si sposta nel Bresciano La fabbrica di caffettiere ha lasciato Omegna tre anni fa per Coccaglio, in provincia di Brescia dopo essere stata acquistata dal gruppo Ranzoni. Dei 120 dipendenti rimasti un’ottantina hanno avuto pre pensionamenti o sono entrati nel numero degli esodati con la legge Fornero. Altri, pochi, hanno trovato occupazione.
Quanti rimasti sono in mobilità e per buona parte di loro la mobilità scade a giugno dell’anno prossimo. Poi più nulla. «La nostra non è affatto un’operazione nostalgia e non abbiamo per niente dimenticato quanti hanno lavorato in Bialetti e questo è un omaggio anche a loro – ribatte Alberto Poletti, direttore del Forum -. Vogliamo valorizzare il presente; per questo nella mostra accanto alla Moka e alle caffettiere di aziende che non ci sono più, ci sono anche quelle ancora oggi prodotte a Omegna e nel Cusio».
Fonte: La Stampa