ROMA – Una galleria di grandi Bluesman al colore di caffè: volti di un secolo trascorso, che gridano ancora le loro storie di oppressione, razzismo e liberazione, nella mostra della pittrice Anna Cataldi, attualmente alla Vineria Moggio, nel quartiere del Quadraro a Roma. Una musica tutta da guardare. Dedicata al Blues e ai suoi più grandi esponenti del passato. L’artista reinterpreta questo canto di dolore nell’attualità del suo messaggio, e gli dà un solo colore. Quello del caffè, ingrediente principale delle sue opere, insieme alla grafite.
Perché niente come il caffè sa raccontare il colore della pelle di un popolo costretto in schiavitù, il colore della terra nelle piantagioni di cotone. La linea di un orizzonte in cui si perdono treni carichi di speranze.
Già dall’infanzia, Anna Cataldi scopre il rapporto stretto di parentela tra pittura e musica, quando la sua evidente attitudine al disegno si intreccia con lo studio del pianoforte.
Pennelli e tasti diventano i suoi strumenti privilegiati d’espressione.
Finché una goccia di caffè, caduta distrattamente sul disegno di un bluesman americano, traccia l’inizio di un percorso più consapevole di ricerca, concentrato sulle infinite declinazioni di una monocromìa.
Come ogni scoperta che nasce dalla casualità di un incidente, l’idea si sviluppa e cerca altri canali per esprimersi.
Nella mostra si apprezza l’evoluzione della tecnica pittorica di Anna Cataldi: una ricerca tesa a sottrarre sfondo e confine ai volti, per decontestualizzarli e lasciarli affiorare da un bagliore senza tempo.
Si inizia dai primi ritratti
I cui contorni si rompono in una rete di crepe ideali, come i tracciati scoloriti di una mappa, che solo il pennello può percorrere.
Si finisce, poi, con la scoperta innovativa del tulle, come supporto alternativo alla tela.
L’artista sfrutta la trasparenza della stoffa per sovrapporre più immagini, costringendo gli occhi a spostarsi da un piano all’altro del quadro.
Sguardi negli sguardi, identità che si confondono e si contendono lo stesso spazio, diventano un viaggio quasi metafisico che separa i corpi, senza mai dividerli.
Un luogo dove il dipinto rinuncia alla sua densità materica, e si fa finestra, per guardare attraverso i volti e le cose.
La mostra, già ospite della Galleria InQuadro e della Galleria Cabaret Voltaire di Roma, viaggia tra locali dove la musica è protagonista, sempre accompagnata dalle chitarre intense e vibranti di Nicola Costa e Daniele Marcante.
Ultima tappa, come già detto, la Vineria Moggio, nel quartiere del Quadraro a Roma, dove le opere resteranno per un mese, a partire dal 13 Marzo, data in cui si è tenuto il Vernissage della mostra.