NEBBIUNO (Novara) – Tutte le mattine Anna (FOTO sopra), 91 anni, alza la saracinesca del suo bar alle sette in punto. Lo fa da 58 anni, davanti al municipio di Nebbiuno, tra le colline del Lago Maggiore.
Quando giocava Rivera
Anche se non sono più i tempi in cui serviva l’aperitivo al «golden boy» Gianni Rivera in ritiro con il suo Milan, Anna è sempre presente fino alle nove di sera, dal lunedì alla domenica. Per un caffè o un gelato. Per un’informazione o una chiacchierata. Molte volte per dare dritte ai turisti, proprio lei che, pur sognando di viaggiare, non ha quasi mai lasciato il suo paese. Per loro raccoglie depliant, suggerisce itinerari e regala, dopo una consumazione, cartoline dei comuni della provincia. Per tutto l’Alto Vergante Anna è una vera istituzione.
Il lavoro negli alberghi
Occhi vispi, spigliata e repentina nei movimenti. Sembra impossibile che il prossimo 16 novembre Anna Possi compirà 92 anni. La conoscono tutti come Anna «Renè» per via del nome del marito, nato nella Svizzera francese. Lei invece è originaria di Vezzo, oggi frazione di Gignese, sopra Stresa. I suoi avevano il ristorante «Delle Alpi» che nel ‘44 fu occupato dalla «X Mas». Aveva quasi vent’anni all’epoca della guerra e aveva appena concluso gli studi magistrali all’istituto delle Marcelline di Arona. Poi il lavoro negli alberghi degli zii, prima a Novara, poi a Genova. «Avrei voluto studiare ragioneria e infatti incominciai a lavorare come contabile negli alberghi». Nel 1950 sposa Renè Guazzi e nel ’58 apre con lui il bar Centrale che, vedova dal 1975, gestisce da sola sotto casa: la figlia Cristina è impiegata comunale e il figlio Alberto perito chimico.
Ma oggi Anna ha i clienti «contati: «So di preciso a che ora arrivano. Tre li ho persi pure quest’anno: sono morti e non c’è il ricambio. Poi ci sono quelli di passaggio, ma non è più come una volta…».
I ricordi scavalcano gli anni, quando i turisti arrivavano con i pullman nel fine settimana, quando nessuno aveva la macchina «se non il figlio di un notaio di Arona». Come dimenticare poi l’estate del ’76: «Venne in ritiro il Milan. I calciatori arrivavano al bar all’ora dell’aperitivo e c’era la fila per gli autografi. Tante belle ragazze stravedevano per Rivera o Collovati».
On line per aggiornarsi
Ha gli apparecchi per sentire meglio, ma poi non li usa. Non porta gli occhiali e non vuole operarsi di cataratta: «Non mi sento l’età che ho. Questo bar per me è un hobby e mi costa pure, ma impazzirei senza: per me il contatto con la gente è vitale». Tutte le mattine naviga in rete: «Prima leggo l’Ansa e poi Il Sole 24 ore per aggiornarmi su imposte e titoli di stato. Guardo Trivago per curiosare tra le offerte degli alberghi e cerco le ricette di cucina su Google. Ho anche Facebook, ma quello mi piace meno…».
Cinzia Bovio