MILANO – Dopo un suo intervento iniziale, il fondatore di Starbucks si è confrontato con Angelo Moratti. Il vice presidente Saras, ha tentato di aprire il dialogo, concentrandosi in particolare sulla prossima apertura milanese del colosso delle caffetterie mondiali.
Moratti e Schultz, attori sul palco
Angelo Moratti incalza Schultz, ricordando che, all’origine della sua grande impresa, sta proprio il made in Italy. Howard Schultz non rinnega. “Sono venuto a Milano da ragazzo, nel 1983. Non c’ero mai stato prima.
La mia immaginazione è stata rapita dai bar italiani. Il romanticismo, le teatralità, la sensibilità. Era il terzo posto tra casa e lavoro. Questa è stata la genesi di quello che poi è diventato il futuro Starbucks negli Usa.
Quindi, ho sognato per tutti questi anni, che un giorno, saremmo tornati. Restituendo tutto questo a Milano. Quindi a settembre, nell’edificio delle Poste, apriremo uno Starbucks Roastery che speriamo guadagni il rispetto degli italiani.
Non siamo qui per insegnare agli italiani come fare il caffè. Siamo qui con umiltà e rispetto. Per dimostrare che cosa abbiamo imparato. Spero quindi di vedervi presto a settembre.”
Il business di connessioni umane
Così ha definito Moratti, il tipo di impresa creata da Schultz, il quale replica: “Abbiamo imparato negli anni che, il caffè, è un grosso catalizzatore per la conversazione e quindi le relazioni umane. Crea l’opportunità di stare con altre persone. Ed è proprio questo che è diventato Starbucks.”
Il legame con Lorenzi
Interviene ancora Moratti: “durante il corso degli anni, ha avuto modo di stringere diversi contatti proprio qui, a Milano. Il primo è stato con Aldo Lorenzi, al quale ha persino dedicato un capitolo del suo libro.”
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