MILANO – Secondo appuntamento con Angela Donati, stavolta ancora più nei panni di gestore della sua attività, il Donati Caffè, in P.zza Marinetti, 3 a Portogruaro (Venezia). Insieme, abbiamo provato ad aggiungere un ulteriore tassello al quadro estremamente complesso della gestione di una piccola impresa, qual è in fondo un locale. Superando le numerose difficoltà e affrontando le ingenti spese che spesso affossano i sogni iniziale di chi si mette in gioco.
Angela Donati, che cosa dovrebbe sapere chi decide di avviare una propria attività?
“Sicuramente dovrebbe avere una buona conoscenza del settore e del prodotto, dovrebbe aver ragionato con un commercialista in merito ai costi di avvio e successivamente di mantenimento dell’attività. È fondamentale avere un’idea originale e trovare una location adeguata.”
Quali possono essere dei modi economicamente sostenibili per differenziarsi dalla concorrenza?
“Sorridere ai clienti, non costa nulla e di questi tempi lo fanno in pochi.”
Qual è il valore aggiunto che può attirare il cliente secondo Angela Donati
“La cortesia, la qualità e il sorriso. Certo non si tratta di novità ma molti dei miei colleghi dimenticano di mettere in pratica queste semplici regole.”
Quanto incide la liberalizzazione delle licenze?
“Molto, soprattutto nelle piccole realtà cittadine poco turistiche nelle quali la clientela è per lo più locale e occorre lavorare duramente per fidelizzarla. A mio modo di vedere la liberalizzazione delle licenze tende a banalizzare la nostra professionalità poiché viene data la possibiltà a chiunque, anche a chi non ha una professionalità adeguata, di poter gestire un’attività.”
Secondo Angela Donati, perché molti chiudono nell’arco di un anno dall’apertura?
“Un elevato numero di attività chiudono velocemente perchè non sono riuscite a distinguersi. Inoltre molto spesso non viene fatta un’analisi accurata dei costi prima dell’apertura.”
In che modo si informa e analizza i format di successo in Italia e all’estero?
“Cerco di tenermi aggiornata sulle nuove tendenze e sui nuovi format sfogliando le riviste di settore che sono spesso ricche di interessanti novità. Inoltre mi piace quando sono in viaggio anche solo per piacere, soprattutto all’estero, osservare attività simili alla mia e prendere spunto per un’idea.”
Quanta importanza ha la comunicazione della propria attività come fosse un vero e proprio brand?
“La comunicazione è importante. E comunicare il proprio brand trasmette prestigio e importanza.”
Per ampliare il bacino di utenti, è necessario creare un “ibridazione” tra caffetteria e altri settori diversi dall’hospitality, come le librerie ad esempio?
“È certamente un’idea valida, che tra l’altro ho già testato. In questo modo si da l’opportunità al cliente di usufruire di più servizi. Il cliente può dunque sorseggiare un caffè mentre legge un libro oppure lavora al computer tramite una connessione wi-fi. Può essere un incentivo anche collaborare con altre attività magari non della zona per promuovere ad esempio la vendita di prodotti artigianali locali e non.
Tuttavia per seguire bene più attività all’interno dello stesso locale è auspicabile
avere un supporto. Cioè un socio o un collaboratore che se ne occupi perchè viceversa si distolgono energie e attenzioni dalla nostra attività principale di somministrazione di cibo e bevande e si rischia di trascurare servizio e qualità.”
Quanto investe Angela Donati in termini di strategie social?
“Nell’ultimo periodo, sono sincera, ho abbandonato un pò i social a causa dei troppi impegni ma è decisamente uno sbaglio perchè la differenza si nota. Varrebbe la pena di valutare di delegare, magari ad un’agenzia esterna o a un dipendente appassionato di social, il compito di trasmettere la vita quotidiana del locale tramite foto, video o citazioni. In questo modo i clienti socialmente più attivi potrebbero percepirne la presenza.”
Quanto ha inciso invece la scelta e l’allestimento di design della location?
“Un locale innovativo e originale rappresenta sicuramente un’attrazione per il cliente in continua ricerca di novità. Per questo motivo ogni dieci anni cerco di rinnovare la location dandogli una ventata di freschezza. Non serve fare grossi e costosi investimenti, a volte basta anche solo cambiare disposizione dei tavoli, colorare una parete, inserire elementi che diano un’immagine diversa a quella precedente.”