domenica 22 Dicembre 2024
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Andrej Godina intervista Romedia Studio su Starbucks e il futuro dell’espresso italiano

Starbuck è vicina alla data che rivoluzionerà il consumo dell'espresso degli italiani, a partire da Milano. Un evento che però era stato già predetto nel documentario girato dal Romina Studio

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MILANO – Continua la preparazione all’evento che sembra dovrà rivoluzionare le abitudini di consumo del caffè degli italiani, a partire dall’inaugurazione del 6 settembre in Piazza Cordusio, a Milano e alla successiva apertura del 7. Un evento che, per quanto inaspettato, era già stato previsto da tempo da alcuni operatori del settore. Conosciamo, attraverso lo sguardo da professionista di Andrej Godina, i giovani di Romedia Studio. Con un ragionamento finale di Andrej Godina sull’espresso italiano.

Romedia studio: profeti della rivoluzione Starbucks

Federico e Federica del Romedia Studio

di Andrej Godina

Due anni fa, nel 2016 ho conosciuto Federico Pezzetta e Federica Balestrieri di Romedia Studio. Due ragazzi che, in occasione del primo evento di formazione dei Train the Trainers organizzato da Umami Area a Firenze, hanno girato le riprese per il primo documentario italiano sul caffè specialty della terza onda. Ovvero della cosiddetta “third wave”.

Durante una mia recente trasferta a Roma ho partecipato alla trasmissione “La Vita in Diretta – Estate“. Nella quale si è parlato di caffè, estrazione con la moka e abbiamo, assieme ai conduttori, sfatato qualche falso mito del mondo del caffè. In questa occasione, ho incontrato Federico e Federica per una chiacchierata sulla prossima apertura di Starbucks a Milano.

Da quando ci conosciamo ho potuto apprezzare in Romedia Studio la passione per il caffè

Di come, in tempi ancora non sospetti, si sono lasciati coinvolgere nel mondo degli specialty coffees. Per questo non ho mai avuto alcun dubbio: ogni volta che ne ho la possibilità scelgo di collaborare con loro che sono dei leader del settore.

Nel 2016 a Firenze, guidati da una loro intuizione, girammo un documentario che oggi sono fiero di definire “visionario”.

“Coffees – Italians do it better(?)”

Il documentario indipendente italiano sul caffè di qualità più visto al mondo. Lo definisco visionario perché oltre ai diversi aspetti tecnici interessanti indagati nel film, Federica e Federico vollero scommettere sulll’arrivo di Starbucks in Italia. (ancora non era ancora ufficiale la notizia e nessuno ne parlava). Inserendo questo tema all’interno del documentario.

Starbucks ora sta per aprire proprio a Milano

Con uno Starbucks Reserve Roastery and Tasting Room, una torrefazione di 2.500 metri quadri nell’ex palazzo delle Poste di Piazza Cordusio. Il più grande Starbucks d’Europa.

La scommessa del film è stata vinta, nel 2016 l’avevamo predetto.

Come è iniziata l’avventura di Romedia Studio e la passione per il caffè?

Romedia studio con Ralf Rüller, proprietario del The Barn

“Abbiamo iniziato a lavorare assieme con il marchio Romedia Studio dal 2012. Ci occupiamo di progetti che vanno dalla realizzazione di contenuti televisivi, alla progettazione e produzione di campagne sociali e spot pubblicitari.

Inoltre, realizziamo reportage fotografici di eventi e gestiamo la
comunicazione web di diversi brand. Molti tendono a pensare che lavoriamo solo nell’ambito del caffè. Questo è derivato da un felice percorso iniziato in tempi non sospetti e con il quale ci siamo tolti e ci stiamo togliendo diverse soddisfazioni.”

Una strada all’insegna della professionalità

“La stessa che ci ha permesso di lavorare con alcuni marchi e personaggi più importanti a livello mondiale.”

Ho seguito in questi anni gli sviluppi di Romedia Studio, ovviamente con un occhio di riguardo sui loro progetti legati al caffè.

Qual è l’attività che vi dà più soddisfazione?

“E’ da tempo che ci siamo appassionati al caffè e al mondo degli specialty coffees e fin dall’inizio abbiamo creduto alla possibilità di combinare questo interesse con il nostro lavoro. Ovvero la produzione di servizi foto e video e di gestione di canali socials.

La pagina instagram “CoffeeandLucas”; è stata aperta quasi per gioco e dopo alcuni anni di duro lavoro ora è seguita da oltre 11 mila persone, tutti followers real.

In più, è diventata un punto di riferimento per gli operatori del settore non solo in Italia, ma a livello mondiale. Abbiamo saputo raccontare la crescita e lo sviluppo della cultura del caffè specialty in Italia con un linguaggio professionale. Ma al tempo stesso moderno e internazionale andando a colmare una lacuna che c’era in questo ambito.”

Due anni dopo l’uscita di “Coffees -Italians do it better(?)”; quali sono le vostre considerazioni?

“In questi ultimi mesi abbiamo parecchi progetti in cantiere. Il che
dimostra che c’è fermento, gli operatori di settore sono interessati a fare della comunicazione più attenta e specifica soprattutto indirizzata alle nuove generazioni e ai social networks.

Parlando del documentario, crediamo che la cosa più bella che lo riguarda è che continua ad avere seguito anche dopo oltre 1 anno dalla sua uscita.

L’imminente apertura della Roastery milanese di Starbucks non ha fatto altro che riaccendere l’interesse verso il nostro film. Prevediamo infatti che nei prossimi mesi, con l’apertura “ufficiale” di Starbucks, tornerà ad essere un contenuto ancora più di attualità.”

Come è stato percepito il documentario sul web?

Insieme Martin Hudak

“Quello che possiamo dire senza dubbio è che all’estero il film è stato percepito come un prodotto che non avrebbero mai pensato di veder realizzato in Italia, da Italiani.

Questo fatto ha scatenato la curiosità degli operatori di settore stranieri, soprattutto micro roasteries e caffetterie specialty e il film è stato proiettato in diversi eventi pubblici (persino in
Nuova Zelanda).

Abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano questo interesse noi stessi in prima persona quando fummo invitati alla proiezione del documentario all’interno del Berlin Coffee Festival. Molti ci hanno anche chiesto un seguito…”.

Federico, che cosa mi dici dell’inserimento nello story board del documentario dell’argomento Starbucks? Come è andata?

“Ricordo ancora che non c’era una notizia ufficiale dell’apertura di Starbucks in Italia (tantomeno di una Roastery). Quindi insieme a te e Francesco Sanapo ne abbiamo parlato; l’unica incertezza era legata proprio al fatto della non ufficialità della notizia.

Poi dopo una riflessione abbiamo deciso di procedere… e si è dimostrata un’intuizione geniale. Sull’azienda di Seattle sono anni che abbiamo fatto un importante lavoro autonomo di ricerca;

certe cose non nascono per caso ma sono frutto di studio e di una profonda conoscenza del settore. Parlando dell’apertura di Starbucks in Italia, devo dire la verità: forse non avremmo immaginato l’;apertura di una Roastery di 2500 metri quadri a Piazza Cordusio.

Ma allo stesso tempo eravamo sicuri che non avrebbero inaugurato con uno store”normale”.

Infatti per l’apertura in Italia si tratta di uno Starbucks Reserve, ne ho scritto recentemente in un mio articolo, che riguardava la mia visita nel loro punto vendita che si trova al centro di Londra. (che voi stessi mi avevate consigliato di visitare).

In quel Reserve Shop in effetti ho visto di persona il futuro di ciò che succederà in Italia; magari ci vorrà un po’ di tempo ma la strada è segnata.

Voi siete d’accordo?

“Noi crediamo che l’arrivo di Starbucks in Italia, soprattutto l’arrivo di Starbucks Reserve Roastery, aiuterà a diffondere in modo più veloce e consistente la cultura del caffè di qualità.

Questo avrà ripercussioni positive sul settore, sui consumatori, ma anche sui piccoli bar indipendenti che stanno scommettendo sugli specialty coffees ed estrazioni alternative.

Lo dicono un’infinità di case studies in tutto il mondo che abbiamo analizzato nel corso di questi anni. Infatti all’estero, nella maggior parte dei casi, Starbucks non è vista con ostilità dalle catene indipendenti bensì come una nuova opportunità di business per tutta la catena del caffè che fa qualità.

Anche perché l’azienda di Seattle, come tutte le aziende condotte da leader carismatici e visionari, ha un’evoluzione particolare

In questo caso Howard Schultz (che da poco ha passato il timone dell’azienda a Kevin Johnson), ha seguito sempre di pari passo un percorso legato alla tradizione e uno di ricerca e sviluppo.

Aggiornando continuamente la propria immagine facendo divenire il logo di Starkbucks un’icona del XXI secolo. Crediamo che sarà divertente osservare alcune reazioni che ci saranno dopo l’apertura della Roastery milanese… quando si sente parlare di Starbuck si pensa subito al frappuccino e alle polemiche legate allo spreco dei bicchieri di carta e plastica take away. Ma lo Starbucks Reserve di Milano non servirà frappuccini.”

Quindi nella roastery di Milano il menu che verrà servito non sarà quello usuale di Starbucks? Non ci saranno i famosi frappuccini?

“Nulla di certo. Diciamo solo che nelle roastery di Seattle e Shangai non vengono serviti. Se la Roastery di Milano seguirà quella stessa filosofia noi crediamo che funzionerà nello stesso modo.

La filosofia di Starbucks Reserve a Seattle, e da poco meno di un anno a Shangai, è quella di offrire nella maggior parte dei casi micro lotti di caffè serviti in espresso. Con metodi di estrazione alternativi o all’interno di cocktail.

Il tutto combinato con una parte dedicata al té, una alla mixology e, recentemente, tramite l’accordo commerciale con Princi al food.

L’accordo con Princi fa sì che tutto il cibo che viene offerto nella Roastery sia prevalentemente prodotto all’interno della stessa.

Un’offerta assolutamente interessante

All’estero come è percepito lo sviluppo del settore del caffè Italiano, inclusa anche la scena dei nuovi micro roasters di specialty coffee?

“Tramite Romedia Studio e la pagina CoffeeAndLucas abbiamo interazioni quotidiane con esponenti del settore specialty a livello mondiale. Il nostro mercato è ritenuto interessante (del resto il campione del mondo di tostatura quest’anno è italiano) ma ancora agli albori.

Personalmente negli ultimi due anni abbiamo visto un deciso passo in avanti. Molte nuove aperture di caffetterie specialty e molte grandi aziende che hanno incominciato ad ampliare la propria offerta.

La differenza in questa fase la farà chi si metterà sul treno giusto al momento giusto

Chi crede nelle potenzialità della propria azienda (sia essa una caffetteria, una micro roastery e così via) deve scommettere ora sul proprio progetto.

Troppe aziende lasciano che siano gli eventi a decidere per loro o scelgono di lesinare su alcuni investimenti strategici di marketing e sulla produzione di contenuti video fotografici; facendo esattamente il gioco di quei competitors che tanto criticano e che, in virtù del risparmio, hanno per anni rifilato prodotti mediocri ai propri clienti.

Chi invece scommetterà seriamente e professionalmente sul proprio valore potrà costruire un percorso serio. Proiettato al futuro con ampie possibilità di successo. ”

Il parere di Andrej Godina sull’imminente apertura

Grazie Federico e Federica per questi commenti sulla prossima apertura di Starbucks a Milano che mi danno l’opportunità di sottolineare quanto questo avvenimento è, e sarà ancora di più nel futuro, importante per il settore del caffè e dell’espresso in Italia.

Fino ad ora le torrefazioni italiane si sono barricate dietro al muro della tradizione, supportate dalla mancanza di competitors reali sul mercato interno e su quello internazionale.

Ora le cose cambieranno

La filiera dell’espresso italiano ha lasciato uno spazio libero al colosso statunitense che entrerà in grande stile in Italia mettendo ancora più in evidenza il fatto che il mondo dell’espresso italiano come veniva inteso non esiste più e che dal 7 settembre si scriverà sui libri di storia che la vecchia e obsoleta idea di espresso italiano è tragicamente deceduta.

Alcuni link utili

Coffees – Italians do it better(?). Coffeeandlucas Instagram.
#weallmakecoffee.

Romedia Studio: Facebook , Instagram.

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