MILANO – In occasione della quinta edizione della rassegna Agricoltura e diritto al cibo promossa dal Comune di Bergamo e da numerose organizzazioni nazionali ed internazionali, il 25 ottobre è stato proiettato presso il Cinema Capitol di Bergamo il documentario film Caffè e vino, diretto da Vincenzo Lamagna e scritto e prodotto da Andrej Godina e Mauro Iliano.
Il film è stato preceduto da una presentazione e da una degustazione di vino e caffè che hanno dato l’occasione per parlare dei metodi di assaggio, del percorso storico e delle differenti valenze sociali ed antropologiche fra le due bevande.
Il progetto Caffè e vino
Durante la degustazione si è vista la presentazione di Lot Armonia #2022 di Chacra d’Dago selezionato, raccolto, processato ed importato direttamente in Perù fra giugno e luglio.
Lot Armonia è uno dei caffè scelti dalla Slow Food Coffee Coalition per promuovere i caffè buoni, puliti e giusti coniugando qualità sensoriale, sociale ed ambientale e viene attualmente tostato da Critical Coffee, il piccolo laboratorio di tostatura gestito da Erminia Nodari con Tullio Plebani, da Nordic Roasting di Copenaghen e da Trinci di Pisa.
Il vino associato al Lot Armonia, Il vermiglio Cascina del Ronco, è prodotto a Bergamo dalla Cooperativa Sociale Oikos e, oltre ad essere un vino biologico di uve del territorio, è il risultato di un progetto sociale di reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. Presenti all’evento per Oikos Frida Tironi direttore alle vendite e Giulio Mauri fondatore di Oiko
Per saperne di più sul progetto multimediale, è stata condotta una breve intervista a Andrej Godina da Erminia Nodari che riportiamo di seguito.
Godina, come è nata l’idea del film Caffè e vino?
“L’idea nasce dalla volontà di vivificare un’opera testuale che avremo l’onore di presentare al prossimo Sigep 2023. Il libro sarà un manuale tecnico per aspiranti sommelier, baristi e brewers e svelerà molti segreti di questi due mondi.”
Godina, quali sono le affinità e le similitudini fra caffè e vino?
“Le similitudini sono tante, dal ruolo sociale all’identita culturale, dalla rilevanza della materia prima alle possibili variabili sensoriali. Anche le differenze permangono: il caffè è una bevanda “povera”, il vino “aristocratica”. Il caffè si consuma per lo più nella prima metà de giorno, il vino nella seconda è così via.”
Quali sono i paralleli storici?
“Quanto alla storia, le due bevande hanno un diverso sviluppo temporale, distanziato di molti secoli.
Probabilmente solo i paesi in cui l’alcol è da sempre bandito (per ragioni religiose) il caffè ha assunto sin dal principio un ruolo primario.
Paradossalmente oggi e solo oggi le bevande sembrano essersi avvicinate molto, grazie forse a consumatori più consapevoli e decisamente più disponibili a rompere gli schemi tipici.”
Quale è stato il percorso che ha permesso di valorizzare il vino e quale può essere quello che permetterà al caffè di uscire dalla condizione di commodity?
“Il vino è stato compreso e valorizzato grazie alle scuole di formazione, agli incontri diretti con i produttori e grazie alle Guide. Il caffè deve percorrere la stessa strada per recuperare un gap di 50 anni. Per fortuna oggi c’è una Guida, tante scuole di formazione, e di tanto in tanto anche alcune degustazioni.”
Quali temi avete privilegiato nella scrittura del soggetto?
Godina conclude: “I temi principali del film sono stati: ruolo sociale, storia, economia, qualità e formazione. Tutti temi uniti dalla volontà e della necessità di evidenziare questo affascinante parallelismo.”
