domenica 22 Dicembre 2024
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Andrea Illy ci presenta la sua Trieste del caffè: “La mia anima è qui”

Nel mondo triestino dell'imprenditore Andrea Illy, che regala alcuni brevi flash della sua città, con posti da visitare, luoghi del cuore e altre curiosità che lo legano a questo porto

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TRIESTE – Andrea Illy, presidente illycaffè, ha un legame speciale alla città di Trieste, ai suoi luoghi, al porto, alla sua cultura e alla sua storia. E proprio attraverso i suoi occhi che la ripercorriamo virtualmente, con il racconto di un uomo più che di un imprenditore condiviso su ilcorriere.it, nell’articolo di Beba Marsano.

Andrea Illy, trieste nel cuore

«La mia anima è a Trieste». Cita James Joyce, Andrea Illy. Un’anima bifronte quella del presidente di illycaffè, che si identifica nel mare della Barcolana «osservato dal molo Audace, dove lo sguardo può arrivare a toccare le montagne» e «nel paesaggio del Carso, aspro e accogliente, che dà il meglio di sé in autunno, quando il Sommaco lo tinge di rosso». «Legata profondamente alla storia della mia famiglia e dell’azienda che ne porta il nome», Trieste è città del caffè.

«Fin dal Settecento, grazie al porto franco istituito dagli Asburgo, ne ha guidato la crescita, dalle botteghe alla Borsa del caffè, dalle ditte di importazione alle assicurazioni, dalle torrefazioni ai laboratori chimici che ne studiano l’evoluzione, dalla camera di commercio ai caffè storici, frequentati tutt’oggi da artisti e scrittori».

Trieste in tre aggettivi (o una battuta)

«Bellissima, scontrosa, profonda».
Trieste in un’immagine
Andrea Illy: «Il tramonto da piazza Unità: unico».
Il luogo comune da buttare
«Che sia una città del passato: bellezza e conoscenza sono il futuro».
… e quello da salvare
«Città di cultura cosmopolita».
Un emblema di bellezza
«La Barcolana, la regata più grande al mondo».
Il capolavoro che vale un viaggio
«Il castello di Miramare; voluto dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo, è rimasto come allora».
Il museo del cuore
«Il Revoltella, nella casa del barone Pasquale Revoltella che, alla morte, lasciò alla città l’edificio con tutto quanto conteneva, dagli arredi alla collezione d’arte moderna».
L’angolo più sopravvalutato
«Nessuno. La baia di Grignano, invece, quello più sottovalutato».
L’angolo da (ri)scoprire
«La Grotta Gigante, con la sala naturale più grande al mondo».
Il rifugio dello spirito
«La Strada Napoleonica: quasi 4 chilometri lungo il ciglione carsico, con stupendi panorami sul golfo».
Dove ha avvertito, più potente, il senso della meraviglia
«Nella chiesa di Monrupino, dove mi sono sposato».
Il rito irrinunciabile
«L’espresso in uno dei caffè storici, come il Tommaseo, il più antico della città; aprì nel 1830 e fu il primo a portare a Trieste il gelato e l’illuminazione a gas».
L’indirizzo della gola
«Harry’s Piccolo in piazza Unità, dove gli chef Matteo Metullio e Davide De Pra hanno recentemente conquistato la meritata seconda stella Michelin».
Cosa cambierebbe Andrea Illy
«Potenzierei la “vision”, la capacità di guardare al futuro ponendosi obiettivi di lungo periodo».
Cosa non cambierebbe mai
«L’identità».
Il libro da leggere prima di partire
«Il Canzoniere di Umberto Saba».
Trieste in un film e una canzone
«Comedians, ultimo film di Gabriele Salvatores, e Trieste di Sergio Endrigo».
Chi ne incarna al meglio il genius loci
«Claudio Magris».
Quale personaggio, reale o immaginario, del presente o del passato, vorrebbe avere come compagno di viaggio
«Gillo Dorfles».
Da vedere fuori porta?
«Il Collio e Grado».

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