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giovedì 21 Novembre 2024
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Andrea Illy: “Mettiamo in condizione gli agricoltori di fare qualità e produttività”

Andrea Illy: "C'è una difficoltà nella catena del valore che è legata al cambiamento climatico che fa sì che il 50% delle terre coltivabili non lo sarà più nel 2050: bisogna investire per creare resilienza"

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MILANO – Su ilgiornaleditalia.it il Presidente illycaffè Andrea Illy, torna a parlare del futuro del caffè verde, della produzione minacciata dal cambiamento climatico e di conseguenza di soluzioni sostenibili per l’ambiente e per tutta la filiera. Questi temi trattati in un’intervista de ilgiornaleditalia.it, svolta durante il meeting di Rimini in cui si è espressa sull’altra spinosa questione del prezzo, l’amministratore delegato illycaffè Cristina Scocchia.

Andrea Illy, Presidente di Illycaffè, in occasione della 45esima edizione edizione del Meeting di Rimini, ha dichiarato a Il Giornale d’Italia:

“C’è una difficoltà nella catena del valore che è legata al cambiamento climatico che fa sì che il 50% delle terre coltivabili non lo sarà più nel 2050: bisogna investire per creare resilienza, migliorando il modo in cui si coltiva e rinnovare le piantagioni.

Questo ovviamente richiede investimenti, per i quali solitamente i Paesi produttori non posseggono le risorse, in quanto si tratta di comunità che vivono al di sotto della soglia di povertà. La cooperazione internazionale in questo senso può fare molto, preparandosi ad aiutare con risorse finanziarie, conoscitive e materiali.”

Illy e UNIDO insieme per migliorare sostenibilità e inclusività. Cosa avete in mente per la collaborazione?

“Le due aziende insieme hanno dato il via a un progetto pilota molto rilevante in Etiopia per creare barriere sostenibili, e abbiamo anche creato un centro di formazione. La prima cosa da fare è stata l’istruzione e quindi mettere in condizione gli agricoltori non solo di produrre più qualità, che vuol dire prezzi più alti, ma anche produttività.

Il progetto è stato un successo, frutto di una cooperazione intergovernativa tra il governo italiano e quello etiope, con un soggetto intergovernativo delle Nazioni Unite più uno privato. L’Italia ha chiesto di replicare questo genere di intervento in altri Paesi nel contesto del Piano Mattei.”

Qui l’articolo completo.

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