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domenica 17 Novembre 2024
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Andrea Antonelli, parla il miglior brand ambassador del 2022: “Se il proprio obiettivo è di ottenere il massimo si deve dare il massimo”

L'esperto della tazzina: "E’ certamente un modo di educare il cliente, anche non diretto al prodotto, ma talvolta ad una serie di operazioni volte a migliorare un aspetto del lavoro che nulla hanno a che vedere con il brand. Avere un riferimento, un mito da seguire, che ci spiega e ci motiva il perché è corretto eseguire un operazione in un determinato modo, ci rassicura e fa scegliere più consapevolmente. A dire il vero, parto sempre da un aspetto fondamentale: cosa si aspetta da me il cliente?"

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Andrea Antonelli è una figura molto nota nel mondo del caffè. Nei suoi corsi di qualificazione dedicati alla figura professionale del barista, tratta e cura lezioni che riguardano la bevanda, latte art, chimica del latte, assaggi professionali, tostatura e corretta manutenzione delle attrezzature. Sempre attento a tutta la filiera dal chicco sino alla pulizia delle macchine, materia sulla quale non ha rivali, non soltanto in Italia.

Grazie alla sua continua formazione, Andrea Antonelli è riuscito nel 2006 a diventare Campione italiano baristi caffetteria. Oggi Antonelli è nuovamente protagonista di queste pagine per aver ricevuto il primo premio come brand ambassador dell’anno coffee&more con pulyCAFF durante il BarAwards 2022 di Bragiornale. Ecco che cosa ci ha detto dopo l’incoronazione.

Antonelli, lei è il miglior brand ambassador dell’anno in una rosa molto selezionata e attiva: in che cosa consiste questo lavoro e che cosa vuole dire essere il più bravo di tutti?

“Questa è di per se la più bella notizia dell’anno, per me e per il mio team di lavoro che ogni giorno procede a testa bassa con obiettivi precisi. Oltretutto è inaspettata e quindi fa ancora più piacere.

A dire il vero, questo autunno dal punto di vista degli eventi è stato molto “caldo”, emozionante, e senza che me ne accorgessi il tempo è volato; fino alla telefonata di qualche giorno fa di Nadia Rossi che annunciava: “Andrea, sei tra i premiati.. dovresti tenerti libero per la serata di gala dei BarAwards.”

antonelli
Andrea Antonelli sul palco (immagine concessa)

Mi complimento con tutti i partecipanti, i colleghi che conosco tutti direttamente e so che dedicano a questo scopo ogni energia.

A dire il vero, il mio lavoro di tutti i giorni è una routine. Arrivo in ufficio per le 8 e qualche minuto, generalmente ascolto e dialogo per un buon lasso di tempo con i colleghi e poi mi dedico al lavoro vero e proprio, ma non solo.. mi occupo anche di eventi, fiere, contatti.. insomma mi rendo disponibile e mi spendo per la causa, provandoci sempre, come mi hanno insegnato.”

Che preparazione serve?

“Penso di non sbagliare se dico che la mia sia una preparazione ottenuta da molteplici esperienze. Poi in primis direi che è necessario un senso di appartenenza all’azienda, volontà e passione, ma forse più di tutti una cultura corporativa, che è quello che ho appreso in diversi anni come consulente per pulyCAFF. Forse è proprio questo il segreto.

Andrea Antonelli vittorioso ai BarAwards 2022 nella categoria Brand Ambassador (immagine concessa)
Andrea Antonelli vittorioso ai BarAwards 2022 nella categoria Brand Ambassador (immagine concessa)

Indubbiamente io parlo per il mio caso specifico: una preparazione in più settori aiuta molto a non avere dubbi nei momenti chiave, anche se in cima alla mia lista ci sono sempre le persone, che poi sono le stesse con cui instaurare una relazione.”

Antonelli, che differenza c’è tra il Brand Ambassador e l’influencer?

“Io ad esempio ho iniziato il mio percorso formativo e lavorativo con diverse aziende e solo in un secondo momento ho sentito la stima che le persone mi riconoscevano rispetto al percorso che stavo seguendo in pulyCAFF, e infatti, il brand ambassador come ho appena spiegato, sceglie ad un certo punto del suo percorso di prendersi un incarico di lunga durata e per una serie di situazioni, aziendali e di prodotto, le fa conoscere nel miglior modo utile fino all’utente finale.

L’influencer non è affatto un brand ambassador, è pagato per creare contenuti a spot, con finalità potenti ma a breve termine.”

Antonelli, che cosa deve fare un Ambassador oggi per presentare un brand di caffè?

“Ne conosco diversi, molto bravi e completi sotto ogni punto di vista, dalla conoscenza del prodotto a quella del cliente con cui si vuole instaurare questa relazione, per finire con la cura maniacale indirizzata alla soddisfazione di chi acquista.”

Antonelli, quali sono le differenze principali rispetto a prima, ora che ci sono i social? È più un mestiere online o offline?

“Al contrario dell’influencer che per target e velocità di risposta deve e può ottenere molto soprattutto con una giusta pianificazione online, se parliamo di brand ambassador sono certo che molto si possa fare solo di persona. Funziona come in una relazione perfetta, nasce spesso da un incontro casuale e si creano occasioni inaspettate. Ameno quando si cerca di approfondire il rapporto con il cliente.”

Andrea Antonelli (immagine concessa)
Andrea Antonelli (immagine concessa)

E’ un altro modo di fare educazione al cliente? Lei che cosa racconta del prodotto che propone?

“E’ certamente un modo di educare il cliente, anche non diretto al prodotto, ma talvolta ad una serie di operazioni volte a migliorare un aspetto del lavoro che nulla hanno a che vedere con il brand. Avere un riferimento, un mito da seguire, che ci spiega e ci motiva il perché è corretto eseguire un operazione in un determinato modo, ci rassicura e fa scegliere più consapevolmente. A dire il vero, parto sempre da un aspetto fondamentale: cosa si aspetta da me il cliente?”.

Cosa vogliono sapere oggi i clienti del caffè che desiderano acquistare? Non si può più vendere il famoso “segreto della miscela”?

“Sarebbe interessante scoprire come coinvolgere nel modo adatto il cliente finale e probabilmente mi concentrerò su questo aspetto per il prossimo futuro: è per me ancora ad oggi una motivazione a grandi tratti sconosciuta. Per quello che vedo, tv e canali social la fanno da padrone quindi chissà, potrebbe essere la prossima sfida.”

Ormai i brand ambassador sono tanti, per cui, come è riuscito a distinguersi in mezzo ai tanti colleghi? Sono anni che diffonde il verbo del pulito, dell’attrezzatura per caffetteria pulita: a che punto siamo?

“Già, sono convinto che meno ci si pensi e meglio si possa affrontare il tutto e la cosa bella per quanto mi riguarda, è che sembra sempre l’inizio. Il tempo sembra essersi fermato e di conseguenza non si sente il peso di quello che si è già fatto, anche se voltandomi indietro vedo un infinità di momenti e di idee nate nel team che poi hanno cambiato le abitudini del barista che ci ha seguiti, e questa è la vera vittoria.

Andrea Antonelli (immagine concessa)
Andrea Antonelli (immagine concessa)

Come ho già detto non saprei, dovrei chiedere a chi ha espresso la preferenza per me. In cuor mio spero che abbia riconosciuto quello che io ed il mio team portiamo avanti ormai da diversi anni, perché notiamo che durante il giorno c’è sempre la necessità di dover spiegare a qualcuno il perché è essenziale avere un attrezzatura pulita ed in ordine. Proprio come la storia, si ripete sempre.”

Lei è sempre in giro per l’Italia, adesso è in Sardegna a Cagliari, poi a Sassari, passando per Nuoro: come è il panorama pulizia in giro per le regioni dello Stivale?

“Questa la so. Dal 2003, il prossimo anno sono diversi anni che macino chilometri, dapprima in compagnia di colleghi più esperti di me, ho iniziato a viaggiare per lo Stivale in lungo e in largo per corsi di formazione ed eventi diurni e serali.

L’Italia è un luogo fantastico e qui in azienda se appena possiamo per lavoro o per svago cerchiamo sempre di scoprire paesaggi nascosti a noi: questo ci arricchisce e ci avvicina a realtà che nemmeno immaginavamo. Quando la realtà supera l’immaginazione, questa è l’Italia.

La pulizia? Credo che molto stia in due figure della filiera: chi lavora la materia prima, ovvero il barista e poi chi la fornisce, cioè il torrefattore. Anche se in lenta crescita, ad oggi oggettivamente è disomogenea e discontinua.

Prima il barista percepisce che il caffè espresso ad oggi è frutto ben al 50% del suo lavoro e che per l’altro 50% è suddiviso tra prodotto e altre, e prima si alza l’asticella della qualità.

Ad oggi ancora molti pensano seriamente che le attrezzature debbano essere sporche e mal curate, ma più per sentito dire da fantomatici esperti con la patente di “ io ho molta esperienza e ho sempre fatto cosi”.

Andrea Antonelli
Andrea Antonelli è il fondatore e animatore della Street coffee school di Cremona: nella foto il simbolo del centro di formazione

Poi c’è il torrefattore, che credo debba stimolare il cliente con la formazione più adeguata, e non organizzando giornate “premio” o gite.

Ci sono degli esempi che funzionano e si possono seguire, aziende che hanno deciso anni fa di formare i giovani baristi e dare loro la possibilità di crescere e ad oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Internamente poi al torrefattore serve pianificare una formazione per la rete vendita e per i tecnici e poi per la clientela, indipendentemente da tutto, brand o altro. Quando si fa qualità non ci sono concorrenti.

demo Il pluricampione di Latte art Andrea Antonelli
Andrea Antonelli è anche pluricampione italiano di latte art

La mia figura va a colmare queste lacune, a prescindere dal prodotto che poi il consumatore vorrà utilizzare. Io uso pulyCAFF perché mi dà soddisfazione, mi piace come affronta il tema dello sporco sulle varie superfici e per finire mi piacciono le politiche aziendali circa la sostenibilità.

Infine dovremmo tutti essere aperti a scoprire cosa la pulizia ci regala in tazza, altrimenti per quanto mi riguarda, non vale la pena di stare a perdere tempo per fare dei caffè rancidi e bruciati.”

Quanto cambia il sapore in tazza una macchina pulita?

“Dicevamo appunto: le sorprese più grandi arrivano giorno dopo giorno, dalle continue scoperte che ci arrivano dall’ R&D di pulyCAFF, ad esempio di un grinder pulito correttamente. Il sapore non cambia con la macchina pulita, il sapore è quello del caffè che si è scelto, è lo sporco che si accumula giorno dopo giorno che lo cambia totalmente, in peggio.

One dose di caffè inventata e prodotta da Andrea Antonelli

La pulizia in tazza? E’ tutto amplificato, tutto ne beneficia, non saprei spiegarlo utilizzando molte parole, non ci sono termini di paragone sul gusto, aromi e corposità in tazza, per non parlare della tessitura se parliamo di espresso.

Da quasi vent’anni l’azienda è partner nelle varie competizioni di caffè e di baristi in campo internazionale, per consentire nel massimo rispetto ad ogni concorrente, le medesime possibilità di successo sul gusto garantendo sempre performance di alto livello alle attrezzature.”

Perché per pulire le attrezzature servono detergenti specifici e non quello per i piatti o le pentole?

“Perché le attrezzature per il caffè assomigliano solo nelle favole alle pentole o ai piatti. In realtà sono parecchio sofisticate. Negli anni scorsi i produttori di macchine per caffè espresso hanno fatto passi da gigante rispetto al passato, andando sempre di più a perfezionare gli strumenti e ad oggi sta avvenendo la stessa cosa anche sul macinacaffè.

Il compito e la responsabilità di chi compone le ricette della nostra intera gamma di prodotti è quello di conoscere perfettamente i materiali con i quali il pulitore verrà in contatto, e soprattutto per quale tipo di sporco si richiede la rimozione, in che termini di tempo e soprattutto a quali temperature.

Andrea Antonelli One dosel Sigep
Andrea Antonelli al Sigep

La mia figura è a stretto contatto con l’ R&D per comunicare quelle che sono le esigenze fondamentali dell’operatore finale che utilizzerà il prodotto. Ogni singolo dettaglio, anche il più banale, è importante per questo fine, per avere un prodotto senza eguali.

No, non si assomigliano proprio le stoviglie alle macchine per caffè, ma hanno in comune una cosa: se si vuole iniziare con entrambe, vanno pulite.”

Quale è la cosa da pulire sempre?

“Bisogna avere in mente che se si vuole ottenere il massimo bisogna dare il massimo. Il risultato sarà in ogni caso quasi sempre un gradino sotto.”

Nelle case ci sono ormai milioni di macchine a capsule e cialde, automatiche e super automatiche: come ci si deve regolare per averle sempre pulite, quale deve essere la frequenza di pulizia?

“Nella mia casa, solo in grani o macinato il caffè, per me e per gli amici. Tuttavia per chi ha scelto la comodità, il consiglio che posso dare è quello di iniziare ad “ascoltare” la macchina. A questo punto ogni pulizia e attenzioni per la macchina sono fondamentali per la riuscita. Consiglio quindi una costante detersione del gruppo di erogazione e una più periodica decalcificazione dei passaggi di acqua, almeno prima che emetta suoni strani che fanno rima spesso con manutenzione straordinaria, e li sono dolori.”

vittoria barawards
Antonelli dopo la vittoria (immagine concessa)

Antonelli, come va la sua linea di torrefatti?

“Nata nel 2014, lo stesso giorno in cui è nata mia figlia, per arricchire le conoscenze e le informazioni che metto sempre a disposizione di tutti attraverso la AA Academy. Conta oggi alcuni amici che appassionandosi si servono della mia produzione e che non torneranno più ad un caffè qualsiasi. Niente di più al momento, ci divertiamo e va bene cosi.”

E One dose macinato in bustina?

Antonelli
One dose di Andrea Antonelli

“Le singole dosi sono il mio pallino da sempre, stiamo lavorando come fanno la maggior parte delle aziende per rendere questa opportunità non sono un esperienza irripetibile ma anche sostenibile per tutta la sua produzione. Ormai ciò che siamo è ciò che facciamo ogni giorno, lo abbiamo capito molto bene.”

Antonelli, siamo ormai alla vigilia dei campionati italiani di Rimini: lei che è stato anche Campione italiano baristi caffetteria nel 2006 e di Latte Art nel 2008-09-10-11 che cosa suggerisce ai concorrenti?

“Ai baristi sono molto legato da un rapporto che dura da diversi anni. Ogni anno assisto alle fasi di accesso con passione anche grazie all’associazione che tiene vivo questo lieto momento dell’anno in cui baristi che hanno superato le selezioni si incontrano per dimostrare di essere il miglior ambasciatore di una determinata categoria.

Gianfranco Carubelli e Andrea Antonelli

Con un pizzico di sana nostalgia, voglio suggerire ai baristi che se davvero vedono nelle competizioni il loro futuro o il trampolino di lancio per il mondo del lavoro come ho fatto anche io, allora è il momento di dedicarvi ogni energia per realizzare quello che a tutti gli effetti può diventare un sogno ad occhi aperti tutto da scoprire e da vivere intensamente, come è capitato a me.”

Antonelli, tra i tanti corsi di aggiornamento che lei tiene ci sono anche quelli ai docenti degli istituti alberghieri. Come stiamo in quel settore della caffetteria così importante per il futuro del settore?

Andrea Antonelli – pillole di pulito

“A questa domanda mi riservo di rispondere meglio ed in modo più approfondito già a Sigep 2023. Abbiamo delle novità a cui stiamo lavorando da anni, e per il futuro questo è imprescindibile. Chissà di aver raggiunto un primo traguardo.”

Andrea Antonelli
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