Dinamiche immutate nei mercati del caffè, in questo inizio dell’ultima settimana di luglio. New York è scesa a nuovi minimi: il contratto principale per scadenza settembre ha chiuso lunedì a 120,40 cents per libbra (in calo di 185 punti), dopo aver violato in giornata la barriera dei 120 centesimi (minimo intraday a 119,85 cents).
Perdite marginali nella seduta di martedì 28 luglio, con un arretramento ulteriore di 25 punti a 120,25 cents. Livelli così bassi non venivano toccati da gennaio 2014, prima che avesse inizio il ciclo rialzista scatenato dalla lunga siccità brasiliana di due estati fa.
Ribassi ulteriori anche a Londra, dove lo spread luglio/settembre rimane molto ampio, nonostante una lieve riduzione (135 dollari contro i 139 di giovedì e venerdì).
Il contratto principale (settembre) ha chiuso martedì a 1.626 dollari per tonnellata, in flessione minima (-1 dollaro) rispetto a lunedì e poco al di sopra del valore intraday di 1.624 dollari, minimo degli ultimi due mesi. Luglio ha chiuso invece a 1.761 dollari, anche in questo caso un solo dollaro al di sotto della quotazione di lunedì.
I ribassi degli arabica continuano a dipendere dalle liquidazioni dei fondi, veri dominatori attuali del mercato.
Immutato il quadro macroeconomico di riferimento, con il real ai minimi degli ultimi 12 anni e il rallentamento dell’industria cinese a deprimere i prezzi globali delle materie prime.
Per quanto riguarda i fondamentali specifici, l’attenzione continua a concentrarsi sul meteo brasiliano, che prevede almeno una settimana di tempo secco nella coffee belt, che dovrebbe consentire un’accelerazione delle operazioni di raccolta, in netto ritardo rispetto all’anno scorso.
Sul fronte dei robusta, la struttura di mercato inverso, che caratterizza il mercato londinese da circa un mese e mezzo non riflette una carenza d’offerta, ha ribadito l’analista di Rabobank Carlos Mera, in un’intervista a Bloomberg.
Secondo Mera, produttori e commercianti continuano a custodire nei magazzini vietnamiti almeno 9 milioni di sacchi, oltre un terzo del raccolto di quest’anno, in attesa di una ripresa dei prezzi.
Tornando all’Ice Robusta, gli occhi rimangono puntati sulle ultime giornate del contratto per scadenza luglio.
I volumi in consegna sarebbero i più elevati da novembre e conterebbero attualmente per il 35% delle scorte certificate dell’Ice Futures Europe, in prossimità o addirittura al di sopra dei limiti consentiti.
Il contratto scade venerdì 31 luglio e gli operatori hanno dunque ancora 3 sedute di tempo per effettuare il roll over delle posizioni ancora aperte su luglio alle scadenze successive.