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martedì 05 Novembre 2024
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A Parma, il nipote torna a vendere il caffè tostato con la macchina del nonno

Una storia simbolo di una ripartenza lenta, ma che fa ben sperare per il futuro e trova risorse nell'eredità delle nuove generazioni. Il titolare: "Non potevo lasciare per troppo tempo la città e quanti ci conoscono senza un buon caffè"

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PARMA – Molte sono le attività che hanno provato a rispondere al virus trasformandosi: le conversioni dei distributori automatici che dal caffè erogano dispositivi di sicurezza ne sono un esempio eclatante. Ma c’è anche chi, pur di continuare il servizio, da gestore di una caffetteria si è riscoperto tostatore. Questa è la storia di Matteo Branchini e del suo locale Anceschi di Parma. La leggiamo da parmarepubblica.it.

Anceschi: il bar non si ferma e riscopre la torrefazione

Le situazioni di emergenza sprigionano spesso ingegno e creatività. È così anche in questa fase di convivenza con il virus e di ripartenza economica che vede molte attività commerciali obbligate a trovare una nuova strada per andare avanti.

E a volte si tratta di un ritorno al passato. Chiuso forzatamente il negozio a causa delle misure di contenimento del Coronavirus, Matteo Branchini, 42 anni, titolare insieme alla madre Santa e alla socia Alessandra della caffetteria Anceschi in via Garibaldi, ha trasferito l’attività in via Mordacci.

E qui ha iniziato a tostare il caffè con la macchina acquistata da nonno Erminio negli anni ’50, lo confeziona per i clienti e lo consegna nelle loro case

“Da quattro generazioni tostiamo il caffè per creare la miscela Anceschi. La passione e il forte attaccamento alla tradizione della mia famiglia sono state le cose che mi hanno dato l’energia e la spinta per non mollare nemmeno in un periodo così duro e lungo come il lockdown”, racconta Matteo mentre lavora in laboratorio.

La miscela Anceschi fa tornare in vita l’attività di famiglia

“Questo momento di difficoltà, inaspettato, mi ha dato la spinta per fare un passo in più non avendo la possibilità di utilizzare il bar nemmeno per la vendita del caffè al chilo. Mi sono dovuto così trasformare in una sorta di tostatore a domicilio. Non potevo lasciare per troppo tempo la città e quanti ci conoscono senza un buon caffè. Così, appena mi è stato concesso, ho iniziato a portare il profumo delle nostre miscele nelle case dei nostri clienti”.

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