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venerdì 22 Novembre 2024
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«Amedei con Ferrarelle per conquistare le camere degli alberghi di lusso»

Amedei, acquistata «per pochi milioni di euro, è un piccolo gioiello da far fruttare creando sinergie», racconta l’imprenditore, «c’è anche lo spazio per una crescita a livello retail» vista la forza del brand che ha una quota di export vicino al 40%

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MILANO – Un polo del food made in Italy, dall’acqua Ferrarelle al cioccolato premium Amedei alla pasta. Carlo Pontecorvo (nella foto sopra), armatore napoletano di Lgr navigazioni, ma anche presidente e proprietario di Ferrarelle comprata da Danone nel 2004, punta sul cibo di qualità.

Lunedì 7 agosto è stato annunciato l’acquisto (formalizzato il 3 agosto) del cioccolato premium Amedei, che va ad aggiungersi ai marchi (dalle acque al miele) che la società partenopea sta collezionando.

«Il food è oggi il core business della famiglia», racconta Pontecorvo, in barba alle voci che tempo fa davano l’effervescente naturale più famosa d’Italia in vendita.

«Siamo in una fase importante per Ferrarelle spa. Abbiamo rivoltato il brand come un calzino, registrando un fatturato in crescita del 5% a 137 milioni di euro. Ora l’idea è ridare vita a marchi appannati ma di alta qualità e con Amedei seguiremo questa filosofia sfruttando gli asset commerciali e la struttura fortemente managerializzata del gruppo, oltre alla storia dei brand».

Il cioccolato premium di cui l’azienda è azionista al 99% era nel portafoglio di Octopus Europe Limited. «Il nostro advisor finanziario, Unicredit, ci ha segnalato questa bellissima storia al 100% made in Italy, nata da un’imprenditrice come Cecilia Tessieri, maître chocolatier e fondatrice dell’azienda toscana di cui conserverà una quota dell’1%. Certo, forse qualcuno obietterà che le bollicine sono diverse dal cioccolato, eppure…».

Acqua e cioccolato sono gli ingredienti serviti in ogni camera d’albergo di lusso e Pontecorvo punta, oltre ai canali tradizionali, anche sull’Horeca, un settore per cui è stata creata Ferarrelle Maxima a etichetta nera e in vetro, «una versione premium a effervescenza rinforzata per venire incontro ai palati più esigenti, utilizzando solo il gas naturale della nostra sorgente», aggiunge.

Dalla riserva dell’alto Casertano, tra Lazio e Molise, che custodisce le fonti Ferrarelle, Santagata e Natìa (ma la società controlla anche Boario, Vitasnella ed è distributore esclusivo della francese Evian), arriva poi l’altro filone di prodotti dop e di nicchia a marchio «Masseria delle sorgenti Ferrarelle», olio, pasta e miele di origine protetta e in vendita anche online provenienti da coltivazione biologica.

«Il food sta diventando più interessante dello shipping. Dove comunque ci difendiamo bene e non sono io a dirlo ma il mercato», spiega Pontecorvo.

«Il segreto con Amedei sarà sfruttare la forza commerciale giusta. E canalizzare gli investimenti di marketing e comunicazione. Che per Ferrarelle quest’anno sono stati pari a 20 milioni di euro».

Amedei conquistata per pochi milioni è un gioiello da far fruttare creando sinergie

Amedei, acquistata «per pochi milioni di euro, è un piccolo gioiello da far fruttare creando sinergie», racconta l’imprenditore. Aggiungendo: «C’è anche lo spazio per una crescita a livello retail». Vista la forza del brand che ha una quota di export vicino al 40%.

A livello di gruppo, il Bar Ferrarelle esiste già a Napoli. E un temporary store a marchio è stato aperto nel 2016 a Roma Termini. Con un focus sulla effervescente naturale con i colori dell’Italia.

«Ora, dopo il primo flagship, siamo pronti a portare altrove questa formula. Con l’aggiunta dei nostri prodotti biologici certificati. Vero è che l’effervescente naturale è un genere tipicamente del Centro Sud. Ma la prima città per Ferrarelle è Milano».

I numeri, insomma, «arrivano anche dall’acqua venduta all’Esselunga», sottolinea Pontecorvo. Aggiungendo: «In genere arrivano dai prodotti di qualità e salutistici su cui i consumatori sono molto attenti». «Come il marchio Fonte Essenziale acquistato nel 2015. E per il quale dopo due anni di trial abbiamo ottenuto il bollino di acqua per curare i disturbi legati alla digestione».

Francesca Sottilaro

 

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