MILANO – Per definire nel modo migliore la vicenda Amburgo-divieto di capsule (e altro come le bottiglie e i piatti in plastica) è opportuno rifarsi finalmente all’unica fonte attendibile. Si tratta della 150 pagine del documento (FOTO in alto: la copertina) pubblicato dal sito ufficiale del municipio della città tedesca e che riguarda soltanto gli acquisti “con i soldi dei cittadini”, cioè gli acquisti pubblici, come già abbiamo scritto. Questo documento, che può essere scaricato QUI, è la guida per gli acquisti sostenibile utilizzato dal comune che è tra i più sensibili in Europa al tema della sostenibilità.
Non c’è, per ora, un testo in inglese del documento quindi, per comprenderne i passaggi chiave, è stato necessario approfittare di chi il tedesco lo capisce.
E, finalmente, si chiariscono molti aspetti che non erano emersi del tutto con le prime, parziali, notizie rimbalzate da Amburgo attraverso la stampa e le agenzie internazionali. Di solito attendibili, ma non del tutto in questo caso. Per via dell’allarme suscitato, che non esiste.
Sì perché il punto fondamentale dal quale partire è che quelle contenute nel documento sono soltanto linee guida. Non si tratta cioè di regole, leggi. Questo risulta chiaro dall’utilizzo del termine Sollen piuttosto che Muessen: entrambi si possono tradurre con dovere ma con un significato molto differente.
La prima versione è più collegata ad un suggerimento mentre il secondo è un obbligo che presuppone delle sanzioni ed è utilizzato in ambito legislativo. E qui di sanzioni non ne sono previste.
Arrivati a pagina 125 del ponderoso documento, la Negativliste, sono precisati una serie di prodotti o componenti dannosi per l’ambiente che non dovrebbero essere acquistati ad Amburgo “con i soldi dei cittadini”.
Come abbiamo già riportato in questo elenco non ci sono soltanto le capsule da caffè, ma anche detergenti al cloro, stufe a gas all’aperto, prodotti che hanno imballi non in cartone e le bevande contenute in imballo di plastica. Oltre ai piatti e alle posate usa e getta sempre di plastica.
E’ quindi chiarito che più che un divieto sia un invito a non usare questo genere di prodotti negli edifici pubblici, in quanto caratterizzati da un impatto ambientale molto alto.
Non va trascurato che a pagina 7 dello stesso documento viene anche precisato che, per acquisti inferiori ai 500 euro (1000 per le scuole), le linee guida non sono più obbligatorie ma soltanto raccomandate.