MILANO – Ayahuasca, un nome difficile da pronunciare per un italiano ma che dovrà diventare di uso comune se si è appassionati di tè: questa varietà arriva dall’Amazzonia e non ha solo un gusto particolare, ma è anche utile per l’organismo. Un effetto benefico che non è nuovo quando si parla di tè e di caffè. Leggiamo tutte le sue caratteristiche dal sito medimagazine.it.
Ayahuasca: che cosa dobbiamo sapere su questa pianta
Uno dei principali componenti naturali del tè ayahuasca è la dimetiltriptamina (DMT), che promuove la neurogenesi – la formazione di nuovi neuroni – secondo una ricerca condotta dall’Università Complutense di Madrid (UCM).
La N, N-dimetiltriptamina (DMT) è presente in numerose specie vegetali e preparati botanici, come l’infuso allucinogeno noto come ayahuasca classificato come composto allucinogeno che induce intense modifiche nella percezione, nelle emozioni e nella cognizione negli esseri umani. DMT è presente in diversi tessuti animali, come il polmone e il cervello essendo considerato un neurotrasmettitore con diversi ruoli fisiologici, tra cui la segnalazione neurale e le azioni immunologiche cerebrali / periferiche. E’ presente anche nel sangue umano, nelle urine e nel liquido cerebrospinale. Inoltre, alcune prove suggeriscono che DMT può essere sequestrata e immagazzinata nel sistema delle vescicole del cervello e che lo stress ambientale aumenta i suoi livelli nel sistema nervoso centrale (SNC) dei mammiferi.
Oltre ai neuroni, l’infuso utilizzato per scopi sciamanici, induce anche la formazione di altre cellule neurali come astrociti e oligodendrociti.
La neurogenesi è un processo complesso che coinvolge molteplici attività cellulari tra cui la proliferazione di cellule staminali neurali (NSC; progenitori), migrazione e differenziazione, sopravvivenza, acquisizione del destino cellulare e maturazione e integrazione di questi neuroni appena nati nei circuiti neuronali esistenti. Tutti questi processi sono regolati con precisione da molteplici fattori.
I progressi nella conoscenza di questi fattori e del loro meccanismo d’azione potrebbero aiutarci a indagare possibili nuovi strumenti che ci consentiranno di espandere la limitata capacità neurogena endogena del cervello adulto e, di conseguenza, aprire nuovi campi per lo sviluppo di terapie efficaci nel trattamento del danno cerebrale e delle malattie neurodegenerative.
“Questa capacità di modulare la plasticità cerebrale suggerisce che questo tè ha un grande potenziale terapeutico per una vasta gamma di disturbi psichiatrici e neurologici, comprese le malattie neurodegenerative”, ha spiegato José Ángel Morales, ricercatore presso l’UCM e il Dipartimento di Biologia Cellulare CIBERNED.
Lo studio, pubblicato su Translational Psychiatry, una rivista Nature Research, riporta i risultati di quattro anni di sperimentazione in vitro e in vivo sui topi, dimostrando che questi mostrano “una maggiore capacità cognitiva se trattati con questa sostanza”, secondo José Antonio López , ricercatore presso la Facoltà di Psicologia dell’UCM e coautore dello studio.
La modifica del recettore elimina l’effetto allucinogeno
L’ayahuasca viene prodotta mescolando due piante dell’Amazzonia: la vite ayahuasca (Banisteriopsis caapi) e l’arbusto di chacruna (Psychotria viridis).
Il DMT nel tè ayahuasca si lega a un recettore serotoninergico di tipo 2A, che aumenta il suo effetto allucinogeno. In questo studio, il recettore è stato modificato in un recettore di tipo sigma che non ha questo effetto, “facilitando notevolmente la sua futura somministrazione ai pazienti”.
Nelle malattie neurodegenerative, è la morte di alcuni tipi di neuroni che causa i sintomi di patologie come l’Alzheimer e il Parkinson. Sebbene gli esseri umani abbiano la capacità di generare nuove cellule neuronali, ciò dipende da diversi fattori e non è sempre possibile.
“La sfida è attivare la nostra capacità dormiente di formare neuroni e quindi sostituire i neuroni che muoiono a causa della malattia. Questo studio mostra che DMT è in grado di attivare le cellule staminali neurali e formare nuovi neuroni”, ha concluso Morales.
Concludono gli autori:
“In conclusione, questo studio mostra che la DMT presente nell’infusione di ayahuasca promuove la neurogenesi stimolando l’espansione delle popolazioni di progenitori neurali e inducendo la differenziazione di queste NSC. Inoltre, la stimolazione neurogena osservata dopo il trattamento con DMT è correlata a un miglioramento dell’apprendimento spaziale e dei compiti di memoria in vivo. La stimolazione delle nicchie neurogeniche del cervello adulto può contribuire in modo sostanziale agli effetti antidepressivi dell’ayahuasca, come dimostrato in recenti studi clinici. La versatilità e la completa capacità neurogenica di DMT garantiscono la ricerca futura su questo composto. Inoltre, la sua capacità di modulare la plasticità cerebrale indica il suo potenziale terapeutico per un’ampia gamma di disturbi psichiatrici e neurologici, tra cui le malattie neurodegenerative”.