MILANO – Contro la deforestazione dell’Amazzonia il ministro dell’Ambiente brasiliano propone una squadra speciale di sorveglianza attiva 365 l’anno; composta da professionisti dell’ esercito, della marina; dell’aeronautica e anche dei servizi di intelligence militare.
Amazzonia a rischio deforestazione
Le piantagioni di caffè e di canna da zucchero frammentano gli habitat della foresta amazzonica. Esse farebbero rimpicciolire i semi di alcune palme. Inoltre le rendono più deboli e vulnerabili al climate change.
A confermarlo è una ricerca scientifica
Lancia l’allarme uno studio realizzato dall’Università Statale di San Paolo e pubblicato su Science. I ricercatori hanno raccolto oltre 9000 semi da 22 diverse popolazioni della palma Euterpe edulis.
Grazie alla combinazione di analisi statistiche, genetiche e modelli evolutivi, hanno cercato di capire come mai nel tempo le dimensioni si siano così ridotte.
La colpa sembrerebbe proprio dell’agricoltura. Questa ha portato gli uccelli di grandi dimensioni della zona, come i tucani, a spostarsi. Gli stessi che garantivano la dispersione in ambiente dei semi di queste palme.
Minacciata la biodiversità delle piante in Amazzonia
Le piante allora, per sopravvivere, si sono evolute producendo frutti più piccoli; adeguati agli uccelli rimasti di piccole dimensioni, per esempio i tordi.
Purtroppo però i mini-semi sono più vulnerabili alla disidratazione. Incapaci di sopportare il cambiamento climatico previsto. Un grave problema che mina ulteriormente il già precario equilibrio della foresta e aggrava la perdita di biodiversità.
Fonte: Science